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FITOTERAPIA: PRECAUZIONI D'USO DELLE PIANTE OFFICINALI - SETTIMA PARTE: PATOLOGIE E CONDIZIONI PARTICOLARI - RIEPILOGO

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Completiamo l'argomento sulle precauzioni d'uso e le controindicazioni che le piante officinali possono avere in talune occasioni, affrontandolo però da un punto di vista opposto rispetto a quello analizzato finora: anziché esaminare le singole piante officinali per metterne in evidenza le controindicazioni, ora prendiamo in considerazione alcune situazioni, come la gravidanza, l'allattamento, l'infanzia, alcune malattie dell'apparato digerente, l'uso di certi farmaci, e valutiamo quali sono le piante officinali controindicate, o da utilizzare con cautela.
In questo modo crediamo di facilitare il compito a quelle persone che desiderano informarsi sulla fitoterapia in particolari circostanze. Questa esigenza infatti è molto sentita, come testimoniano le numerose richieste di consulenza in tal senso.
Non pretendiamo naturalmente di esaurire l'argomento, ma intendiamo solo porre l'accento su alcune piante officinali di uso comune, e per le quali vi siano conoscenze certe, avallate da ricerche scientifiche serie.


PATOLOGIE E CONDIZIONI PARTICOLARI

Gravidanza-allattamento-infanzia



Enumeriamo sinteticamente alcune piante sconsigliate, o di cui va fatto un uso moderato, durante la gravidanza e/o l'allattamento e nella prima infanzia. Esse sono: Aloe (ma il gel fogliare di Aloe vera senza aloina non ha questa limitazione), Boldo, Cascara, Spino cervino, Senna, Frangula, Rabarbaro, Artiglio del diavolo, Aglio, Carciofo, Iperico, Salvia, Salice, Olmaria, Ginkgo, Arancio amaro, Ginseng, Finocchio, Fucus, Liquirizia, Partenio, Uncaria.
Ricordiamo di seguito brevemente le cause per cui queste piante sono da evitare.
Sappiamo ormai che bisogna evitare i lassativi antrachinonici, quelli cioè che stimolano le contrazioni della muscolatura liscia dell'intestino (peristalsi), contrazioni che possono essere trasmesse anche alla muscolatura uterina e che possono compromettere il buon esito della gravidanza, o provocare danni al feto.
Le sostanze lassative possono anche passare nel latte e provocare coliche nel bambino, che oltretutto si abituerebbe così ai lassativi drastici già in tenerissima età.
Artiglio del diavolo
L'Artiglio del diavolo, pianta antinfiammatoria utile per le infiammazioni dell'apparato osteoarticolare, non deve essere utilizzato in gravidanza per la sua azione ossitocica: stimola cioè le contrazioni uterine, che potrebbero compromettere il buon andamento della gravidanza.
L'Aglio, così come altre piante che influenzano la coagulazione del sangue come Salice, Olmaria, Ginkgo, sono sconsigliate in gravidanza e allattamento, per l'attività antiaggregante piastrinica. Durante l'allattamento, inoltre, l'Aglio può conferire al latte materno un sapore e un odore poco graditi al neonato.
A questo proposito va segnalato che il Carciofo e la Salvia hanno un'azione antigalattògena, inibiscono cioè la secrezione lattea, per cui si devono sicuramente evitare durante l'allattamento.
Altra pianta che è meglio evitare in questi delicati periodi è l'Arancio amaro, in particolare le scorze dei piccoli frutti immaturi che contengono sinefrina; questa sostanza è utilizzata a scopo dimagrante poiché ha la capacità di stimolare il metabolismo, ma in taluni casi e ad alti dosaggi potrebbe dare problemi a carico dell'apparato cardiovascolare.
L'Iperico, ottima pianta utile contro la melanconia e la depressione media o lieve, è sconsigliato in gravidanza, allattamento e infanzia, poiché non vi sono sufficienti studi al riguardo.
Per la sua azione estrogenica, il Finocchio deve essere usato con cautela in gravidanza, e solo sotto forma di infuso a basso dosaggio; ad es. 10% di semi di Finocchio in una tisana sono consentiti, mentre è assolutamente da evitare l'olio essenziale, per l'alta concentrazione di principi attivi. In particolare l'olio essenziale di Finocchio, come d'altronde quello di Menta e in genere tutti gli oli essenziali, non si devono utilizzare nell'infanzia, poiché potrebbero scatenare reazioni allergiche con laringospasmo e soffocamento. Durante l'allattamento l'infuso di Finocchio è consigliato per la nutrice, perché favorisce la lattazione e attraverso il latte riduce le coliche gassose del neonato.
Il Fucus (Alga bruna), alga marina ricca di iodio utile per chi vuole perdere peso, non può essere utilizzata né in gravidanza, né durante l'allattamento e l'infanzia, neppure per uso esterno, perché potrebbe interferire con la funzione tiroidea di madre e bambino.
Il Ginseng ha un'azione estrogenica, quindi non deve essere utilizzato né in gravidanza, né in allattamento, e neppure nei bambini e ragazzi prima dell'adolescenza.
Questo vale anche per il Partenio, che è un emmenagogo (favorisce la comparsa delle mestruazioni).
La Liquirizia deve essere utilizzata in piccole quantità e per periodi brevi, per evitare aumenti della pressione arteriosa, ma un uso moderato e discontinuo è consentito, poiché è un ottimo digestivo e antiacido.
Infine l'Uncaria è da evitare perché potrebbe influire sulla muscolatura uterina e sulla lattazione.

Gastrite, ulcera, ernia iatale



Le erbe officinali controindicate in presenza di queste patologie sono Tarassaco, Genziana, Menta, Aglio, Peperoncino, olio essenziale di Finocchio, Artiglio del diavolo.
Alcune, come Tarassaco, Genziana e Menta stimolano la produzione di succhi gastrici, quindi potrebbero causare iperacidità. La Menta inoltre ha la capacità di rilassare il cardias, il muscolo circolare che separa l'esofago dallo stomaco, e in questo modo sono favorite le eruttazioni, già indotte dall'ernia iatale.
Altre, come Peperoncino, olio essenziale di Finocchio (non l'infuso dei frutti), Artiglio del diavolo, possono essere irritanti per la mucosa gastrica, specie ad alti dosaggi.
L'Artiglio del diavolo ai normali dosaggi generalmente è ben tollerato, anche per lunghi periodi, specie se assunto a stomaco pieno; si sconsiglia però di utilizzarlo a dosaggi eccessivi, o contemporaneamente a farmaci antinfiammatori, dei quali potrebbe accentuare la gastrolesività.

Calcoli biliari



Il Boldo, la Curcuma, il Tarassaco e la Menta stimolano la secrezione della bile, e questo può comportare il rischio di provocare una colica biliare in quei soggetti che abbiano calcoli nella cistifellea. Infatti l'aumentata produzione di bile potrebbe mobilizzare qualche calcolo verso il dotto escretore, ostruendolo e causando così la colica.

Ginseng

Cardiopatie e vasculopatie



L'Arancio amaro, i cui piccoli frutti immaturi contengono sinefrina, sostanza utilizzata a scopo dimagrante poiché stimola il metabolismo, sono controindicati in caso di disturbi cardiaci o problemi all'apparato vascolare (arterie e vene), specie ad alti dosaggi.
Il Ginseng è sconsigliato in caso di cardiopatie, poiché in soggetti sensibili potrebbe indurre tachicardìa (battito cardiaco accelerato), nervosismo e agitazione.

Ipertensione



Liquirizia, Eleuterococco e Ginseng sono piante che non bisogna assumere in caso di ipertensione non compensata da un'adeguata terapia farmacologica, poiché il loro uso eccessivo e continuo, o a dosaggi non personalizzati, potrebbe accentuare la patologia ipertensiva.
Bisogna sottolineare che la Liquirizia si può assumere in piccole quantità e in modo discontinuo, e che il dosaggio di Eleuterococco e Ginseng si deve adattare ad ogni singola persona, perché la loro tollerabilità è molto variabile.

Insonnia



Ginseng, Eleuterococco e Menta sono piante stimolanti ed energizzanti, quindi non si devono assumere la sera, poiché potrebbero provocare insonnia, o aggravare un'insonnia già conclamata.

Malattie autoimmuni



Poiché l'Echinacea e l'Uncaria stimolano il sistema immunitario, non si devono utilizzare in presenza di malattie autoimmuni come la sclerosi multipla.
Al contrario l'Uncaria trova indicazione proprio per alleviare i dolori causati dall'artrite reumatoide, che pure è una malattia autoimmune.

Malattie a carico della tiroide



Se vi è una patologia a carico della tiroide, specie se richiede l'uso di farmaci, è assolutamente sconsigliato l'uso di Fucus (Alga bruna) che, con il suo contenuto di iodio, potrebbe interferire con il dosaggio dei farmaci stessi.
Anche la Melissa sembra interferire con una funzione tiroidea alterata, quindi è da evitare.

Glaucoma



Alcuni studi effettuati su animali hanno evidenziato un aumento della pressione endoculare provocato dall'olio essenziale di Melissa, per cui se ne sconsiglia l'utilizzo in caso di glaucoma, in attesa di studi sull'uomo.

Infiammazioni dell'apparato intestinale da cause sconosciute



Le piante contenenti mucillagini come Lino, Psillio, Ispaghul, Glucomannano, che hanno una blanda azione lassativa, sono assolutamente da evitare in caso di sospetta occlusione intestinale, infiammazione, o dolore addominale la cui causa sia sconosciuta, per evitare eventuali complicazioni.

ASSUNZIONE DI FARMACI

Iperico

Pillola anticoncezionale.



L'Iperico diminuisce la disponibilità della pillola anticoncezionale, rendendola di fatto meno efficace, anche se non si conoscono in letteratura casi di gravidanze indesiderate causate da questa associazione. E' bene comunque evitare di assumerlo ad alti dosaggi.
Anche un abuso di lassativi antrachinonici, che può provocare un transito intestinale troppo accelerato, può di fatto ridurre l'assorbimento di questo medicinale, come di altri farmaci; quindi bisogna tenerne conto.
Le piante mucillaginose, come Lino, Psillio, Ispaghul, si devono assumere a distanza di alcune ore dalla pillola anticoncezionale, ma anche da altri farmaci, poiché anch'esse possono ridurne l'assorbimento, se assunte contemporaneamente.

Farmaci diuretici



Le piante diuretiche, come ad esempio il Tarassaco, possono potenziare l'azione dei farmaci diuretici, quindi è bene evitarne l'assunzione contemporanea.

Farmaci anticoagulanti



Achillea, Aglio, Ginkgo, Olmaria, Salice, Artiglio del diavolo, hanno in comune la capacità di fluidificare il sangue, quindi non devono essere mai associati a farmaci anticoagulanti, per evitare di potenziarne l'azione in modo incontrollabile.

Farmaci antidepressivi



L'Iperico è la pianta più utilizzata per migliorare il tono dell'umore, in caso di depressioni medie o lievi, ma non deve essere assolutamente associato a farmaci antidepressivi, dei quali potrebbe alterare l'azione.

Concludiamo così questo ciclo di articoli, pur rendendoci conto che il tema è vastissimo e si potrebbero prendere ancora in esame altre piante officinali o situazioni. Non escludiamo di riprendere in seguito l'argomento, anche tenendo in considerazione suggerimenti, richieste o curiosità che ci perverranno da parte vostra.

Dott.ssa Marina Multineddu

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