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OLIGOELEMENTI DI ULTIMA GENERAZIONE DALLA RICERCA NUTRIZIONALE: SILICIO, BORO, MANGANESE

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I sali minerali - seconda parte. I Macroelementi: Calcio, Fosforo, Magnesio, Sodio, Potassio, Cloro
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Equiseto
Equiseto
In precedenti articoli (Giugno, Luglio-Agosto, e Settembre 2006) abbiamo parlato dei minerali e della loro importanza terapeutica, insieme alle vitamine, per mantenere in salute l'organismo umano. Li abbiamo classificati come macroelementi e microelementi in base al loro fabbisogno giornaliero: ricordiamo che sono considerati macroelementi (dal greco macròs = grande) i sali minerali presenti nell'organismo in quantità relativamente abbondanti, da alcuni grammi fino a diverse centinaia di grammi, e di cui l'organismo necessita in dosi giornaliere sempre superiori a 100 mg, cioè Calcio, Cloro, Fosforo, Magnesio, Potassio, Sodio, Zolfo, mentre i microelementi (dal greco micròs = piccolo), o oligoelementi (dal greco òligos = poco), sono i minerali presenti solo in tracce nell'organismo, da pochi microgrammi a qualche milligrammo, cioè piccolissime quantità a volte persino difficili da individuare. Appartengono a questa classe gli elementi di cui l'organismo necessita in dosi molto basse, sempre inferiori ai 100 mg, talvolta anche notevolmente inferiori, ma questo non significa che essi siano meno importanti; i principali microelementi di cui abbiamo già trattato sono Ferro, Rame, Zinco, Fluoro, Iodio, Selenio, Cromo, Cobalto.
La ricerca nutrizionale più recente evidenzia l'importanza anche di altri oligoelementi, come il Silicio, il Boro e il Manganese, definiti anche minerali traccia o ultra-traccia, perché sono presenti nell'organismo in tracce e il cui reale fabbisogno fisiologico, comunque dell'ordine di milligrammi o microgrammi al giorno, non è ancora stato stabilito con precisione.

Silicio
Silicio
Il Silicio è un metalloide molto diffuso in natura, ritenuto un elemento essenziale per tutta la materia vivente, sia animale che vegetale; è presente sotto forma inorganica nei composti come acido silicico e silice, molto diffuso in microrganismi marini come le Diatomee e le Spugne, e in piante come gli Equiseti.
Nell'uomo non è ancora perfettamente definita la biochimica e le funzioni biologiche di questo elemento, che presenta la sua massima concentrazione nei soggetti giovani, mentre si riduce con l'età: esso non si concentra in alcun organo in particolare, ma si ritrova ben distribuito nei vari tessuti dell'organismo, ed è ormai appurato un ruolo fondamentale del Silicio nel metabolismo dei tessuti connettivi, in particolare ossa, cartilagini, tendini, pareti di vene e arterie, trachea, polmoni, nei tessuti cutanei e suoi annessi come unghie e capelli, ma è presente anche nella milza, nel fegato, nel pancreas, nelle ghiandole surrenali.
Il Silicio organico favorisce la produzione di collagene, elastina e acido ialuronico, che a livello cutaneo regolano la permeabilità della pelle e ne migliorano l'idratazione, accelerano la cicatrizzazione delle ferite, prevengono le smagliature, rinforzano i tessuti connettivi e ne migliorano l'elasticità, proprietà determinante anche per la salute delle ossa e delle cartilagini articolari; oltre a ciò il Silicio accresce i benefici derivanti dall'integrazione di vitamina D e della Glucosamina, interviene nel metabolismo del calcio, fortifica le ossa e stimola la risoluzione delle fratture ossee. Sembra inoltre che il Silicio abbia una influenza anche sulla salute del sistema immunitario ed endocrino, senza tuttavia che, a oggi, se ne conoscano esattamente i meccanismi. Migliorando l'elasticità e regolando la permeabilità delle pareti dei vasi sanguigni, il Silicio può giovare come coadiuvante nell'ipertensione, come prevenzione delle malattie cardiovascolari e dell'arteriosclerosi. La carenza di Silicio può determinare unghie fragili, e influire anche sulla salute di pelle e capelli. Il fabbisogno giornaliero di Silicio, considerato ormai da molti ricercatori un nutriente essenziale, è attualmente quantificato fra i 20 e i 50 mg circa. L'assimilazione del Silicio organico sembra favorita dalla contemporanea integrazione di calcio, potassio, manganese, boro.
Un'integrazione di Silicio organico è utile per mantenere in salute l'apparato osteo-articolare e prevenirne le alterazioni, quali le osteo-artrosi e l'osteoporosi, specie durante la menopausa, ma anche per un'azione anti-aging volta a ottimizzare il trofismo della pelle, delle unghie e dei capelli. Mediante l'assunzione di integratori di Equiseto (Coda cavallina), una pianta officinale molto ricca di Silicio, in particolare associato a calcio e vitamina D, recenti studi hanno evidenziato una diminuzione della rarefazione del tessuto osseo, e un incremento della massa ossea, proprietà utile per prevenire le fratture causate dall'osteoporosi, specialmente se, durante la menopausa, si associano integratori di fito-ormoni (simil-estrogeni e simil-progestinici), quali la Soia, il Trifoglio rosso, la Cimicifuga, l'Igname (Dioscorea), il Luppolo, la Salvia. Non si conoscono controindicazioni all'utilizzo di integratori a base di piante officinali remineralizzanti, quali l'Equiseto, l'Ortica, il Fieno greco, il Bambù.

Boro
Boro
Il Boro è un oligoelemento la cui funzione non è ancora stata completamente chiarita, ma sembra coinvolto in numerosi sistemi enzimatici; interviene nello sviluppo e nel mantenimento della struttura delle ossa e dei denti, in quanto influenza il metabolismo del calcio migliorandone l'assorbimento, del magnesio e del fosforo di cui riduce la perdita, e della vitamina D. La sua azione si rivela utile, perciò, per prevenire l'osteoporosi, in modo particolare durante la menopausa. Sembra che riduca il rischio di ammalarsi di artrite; inoltre, modulando l'equilibrio degli ormoni, sembrerebbe aumentare la produzione degli estrogeni e del testosterone: per questa particolarità potrebbe essere utile agli atleti per favorire il mantenimento di un efficiente trofismo e sviluppo muscolare. Da rimarcare che si è osservata una carenza di Boro negli individui affetti da osteoporosi, artrite reumatoide, malattie allergiche, particolarmente quelle a carico della cute. La comprensione completa della funzione del Boro nel nostro organismo necessita di ulteriori studi.
Anche del Boro non si conosce l'esatta dose giornaliera, ma ad oggi è ritenuto plausibile un apporto variabile da 1,5 a 3 mg al giorno, dose che non mostra controindicazioni e effetti collaterali indesiderati, ma che potrebbe apportare benefici in alcune patologie a carico dell'apparato osteo-articolare, e per migliorare la coordinazione e le capacità cognitive nell'anziano.

Manganese
Manganese
Il Manganese è conosciuto fin dalla preistoria, in quanto utilizzato nelle pitture rupestri, e anche gli antichi Romani lo usavano per dipingere il vetro. Nel 1895 il dott. Gabriel Bertrand, nelle sue pubblicazioni, sostenne che gli oligoelementi sono indispensabili per ogni essere vivente, e in seguito, solo nel 1912 il dott. J.U. Suter accertò inequivocabilmente la funzione vitale del Manganese per l'organismo umano, ponendo le basi dell'oligoterapia e dell'enzimologia.
Attualmente il Manganese è considerato un oligonutriente per tutte le forme di vita, in quanto entra nella composizione, come co-fattore, di molte classi di enzimi (si veda l'articolo di Marzo 2017), come ad esempio le ossidoriduttasi e la superossidodismutasi (SOD), enzimi antiossidanti che proteggono le cellule dai danni causati dai radicali liberi e limitano le alterazioni prodotte dalle infiammazioni, sono rilevanti per una buona funzione intellettiva, per una corretta crescita ossea, per la formazione del collagene nella pelle. I tessuti dell'organismo umano in cui il Manganese maggiormente si concentra sono le ossa, il fegato, i reni e il pancreas.
Il Manganese alimentare sembra che sia assorbito dalla mucosa intestinale in percentuale variabile dal 5 al 10% e la sua assimilazione potrebbe essere rallentata dalla presenza contemporanea nell'intestino di integratori di ferro, calcio e fosforo, che interagirebbero con il suo assorbimento, così come la pillola anticoncezionale.
Il fabbisogno giornaliero stimato del Manganese sembra dipendente dal suo scarso assorbimento, e quindi è ritenuto plausibile da molti studiosi un apporto di 20 mg al dì, e fino a 50 mg al dì in caso terapia per accertata carenza, anche se l'RDA raccomandato è stimato in 2-4 mg/giorno, che secondo alcuni sarebbero insufficienti proprio per la scarsa assimilazione di questo oligoelemento.
In oligoterapia, metodica sostenuta dal medico francese dott. Ménétrier, che nel 1930 appurò che gli oligoelementi rinforzano le debolezze e le carenze del terreno enzimatico favorendo una naturale "guarigione", il Manganese è considerato l'oligoelemento peculiare per la "diatesi allergica", specifico per correggere gli squilibri enzimatici del "terreno allergico", sul quale svolge un'azione desensibilizzante, poiché in carenza di Manganese le mucose diventano più permeabili all'invasione degli allergeni ambientali, che possono così innescare le allergie. Il Manganese è dunque l'oligoelemento per eccellenza contro le manifestazioni allergiche, poiché modula l'attività del sistema immunitario, antagonizza gli effetti dell'istamina, causa di vasodilatazione, orticaria, prurito, difficoltà respiratorie, eczema.
Si ipotizza che carenze di Manganese, che comunque nell'uomo sono abbastanza rare da riscontrare, possano danneggiare la capacità riproduttiva, la formazione e l'accrescimento dell'apparato osteoarticolare, e che possano influenzare il metabolismo dei carboidrati e dei grassi, con possibili effetti negativi su diabete e colesterolo.

Dott.ssa Marina Multineddu

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