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ALIMENTAZIONE PIÙ SALUTARE CON I CIBI BIOLOGICI

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Il cibo partecipa alla costruzione del nostro organismo, quindi non è esagerato affermare che negli alimenti di cui ci nutriamo risiede il destino della nostra salute.
Purtroppo però i cibi che oggi troviamo in commercio sono quasi sempre denaturati, raffinati, impoveriti di parte delle vitamine e minerali indispensabili per una buona salute, e la cui carenza provoca notevoli squilibri all'organismo. Un tempo le malattie da carenze alimentari e da avitaminosi, venivano considerate un retaggio di un passato di povertà, considerata ormai esclusiva dei paesi sottosviluppati. Oggi, tuttavia, anche nei paesi occidentali dove il benessere ha cancellato questo retaggio, esistono ancora fenomeni di carenze alimentari che sono imputabili al fatto che le moderne tecniche di coltivazione, trasformazione, manipolazione e conservazione dei cibi, oltre a prevedere l'uso di additivi potenzialmente nocivi, impoveriscono gli alimenti privandoli appunto di sostanze, quali fibre, vitamine, minerali, oligoelementi, la cui carenza si ripercuote negativemente sulle condizioni fisiche e psichiche dell'organismo, contribuendo anche ad alimentare ed aggravare l'incidenza delle cosiddette malattie del benessere.

I problemi della produzione tradizionale



Agricoltura intensiva
Non vogliamo certo demonizzare la moderna tecnologia, in quanto essa fornisce all'uomo numerosi vantaggi per quanto riguarda la maggior produttività, la lavorazione e la conservazione degli alimenti; infatti in passato, nella maggior parte dei casi, lo stoccaggio per i periodi più magri delle eccedenze alimentari prodotte nei mesi più fecondi dell'anno, era affidato a pratiche domestiche, spesso alquanto laboriose e non sempre prive di rischi e inconvenienti.

Bisogna cercare di trovare il giusto compromesso per poter usufruire di una sana e completa alimentazione, senza alterare in modo irrimediabile l'ambiente in cui viviamo con un uso smodato di pesticidi, concimi chimici, eccetera, ottenendo per contro cibi squilibrati dal punto di vista nutrizionale, anche se più abbondanti.
Carboidrati, proteine, grassi, vitamine, sali minerali, oligoelementi e acqua sono i nutrienti di cui il nostro organismo ha bisogno per accrescersi e rinnovarsi in armonia con la salute, obiettivo che si raggiunge impostando una nutrizione corretta, e dando la priorità alle reali necessità biologiche, piuttosto che a quelle soltanto edonistiche.

Se osserviamo i riflessi della moderna agricoltura sugli alimenti, vediamo che essa provoca degli effetti negativi sulla loro qualità in quanto, per combattere i parassiti delle piante alimentari sul campo, durante il trasporto e soprattutto durante la giacenza nei magazzini e nei silos, vengono utilizzate grandi quantità di fitofarmaci o pesticidi, oltre ad utilizzare per la coltivazione un tipo di concimazione esclusivamente chimica, a danno di quella organica, che invece viene adoperata nell'agricoltura biologica.

Oggi l'agricoltura moderna sembra non possa più fare a meno di questi prodotti nocivi, mentre in realtà la lotta alle malattie e ai parassiti delle piante, deve essere rivolta piuttosto alle cause che rendono la pianta debole e incapace di difendersi da sé. Spesso infatti è la malnutrizione delle stesse piante che rende necessario un uso smodato di fitofarmaci, mentre la proliferazione incontrollata di taluni parassiti è la conseguenza della rottura degli equilibri ecologici. I pesticidi vanno impiegati solo se veramente indispensabili e, dove è possibile, vanno sostituiti con mezzi di lotta biologica, che consiste nell'utilizzare gli insetti utili per distruggere quelli dannosi, senza distruggere gli ecosistemi e turbare gli equilibri biologici ambientali.

Se consideriamo quali sono gli effetti dell'uso degli antiparassitari sulla nostra salute, scopriamo che il grande uso di fitofarmaci è collegato all'inquinamento ambientale, ma soprattutto ai danni che possono derivare dall'intossicazione cronica, che si manifesta solo dopo anni di consumo di alimenti, sia animali che vegetali, contaminati dai pesticidi che ritroviamo come residui sia nei cibi che ingeriamo, sia nei mangimi con cui vengono allevati gli animali.
Soprattutto gli alimenti freschi possono contenere la maggior quantità di residui di fitofarmaci di sintesi, e non serve molto la precauzione di lavare accuratamente frutta e verdura, perché gli antiparassitari più moderni penetrano nella polpa e vi restano per lungo tempo. E' inutile anche sbucciare il frutto; bisognerebbe aspettare a mangiarlo quando è vecchio, proprio per essere certi che la sostanza penetrata non sia più attiva; a quel punto però molte vitamine sono ormai degradate.

Il secondo aspetto da considerare è quello legato all'uso esclusivo di fertilizzanti chimici, perché in essi vengono privilegiati alcuni elementi, come fosforo, potassio, calcio, azoto, che fanno aumentare la resa. Ma le piante hanno bisogno anche di moltissimi elementi oligodinamici, come ad esempio il manganese, il rame, il boro, il magnesio, lo zinco, il molibdeno, il vanadio, il ferro e molti altri che, presenti in quantità piccolissime (e perciò detti oligoelementi, dal greco oligos= poco), sono indispensabili per la crescita armoniosa dei vegetali.

Nell'arricchire il terreno inoltre non è importante solo la quantità assoluta dei singoli elementi, ma anche la proporzione relativa fra loro, e solo il concime biologico, che deriva dalla degradazione di materia organica, è in grado di assicurare tutte le sostanze che necessitano alla nutrizione del terreno in quantità fra loro equilibrate. Il suolo infatti è un "corpo vivente" popolato da miliardi di microorganismi, che non costituiscono un elemento accessorio o superfluo della sua fertilità, bensì ne sono una condizione essenziale e la progressiva mineralizzazione del suolo, cui si va incontro utilizzando esclusivamente fertilizzanti chimici, conduce ineluttabilmente verso la sua sterilità.

Stimolare la fertilità del terreno solo con concimi chimici può dare verdure e cereali o frutti più grandi, più abbondanti e magari molto belli a vedersi, ma squilibrati, cioè poveri di alcuni elementi o troppo ricchi in altri.
Questo squilibrio si rifletterà anche negli organismi che si alimentano di questi cibi, arrivando all'assurdo che in condizioni di abbondanza si manifestino sintomi di carenze, specialmente se l'alimentazione non è molto variata.

Anche gli additivi chimici, che spesso vengono aggiunti agli alimenti (coloranti, aromatizzanti, emulsionanti, stabilizzanti, addensanti, antimicrobici, eccetera), possono costituire una minaccia per la salute umana, poiché sono sempre più o meno tossici, soprattutto nel lungo periodo: tossicità cronica, di cui non conosciamo appieno gli effetti, poiché è difficile individuare e quantificare i danni che ci possono derivare dal consumo di cibi contenenti additivi, dato anche il loro numero e la loro grande diffusione.

Per fare un solo esempio: l'anidride solforosa si ritrova in numerosissime preparazioni alimentari: verdure sott'olio e sott'aceto, vino, aceto, bibite analcooliche, birra, confetture, farina, frutta e funghi secchi, succhi di frutta, fiocchi di Patate, baccalà e tanti altri acora! Oltretutto essa spesso viene usata solo per rendere i cibi più belli! (per mascherare magari la cattiva qualità delle materie prime).

La soluzione: agricoltura e produzione biologica



Agricoltura biologica
Tante sono quindi le ragioni per indirizzare la nostra alimentazione verso un modello più naturale e sano: a questa esigenza oggi risponde l'agricoltura biologica, che cerca di evitare il più possibile gli errori e gli eccessi della moderna agricoltura, ma anche l'uso di eccessiva tecnologia dell'industria conserviera.
Le associazioni dei produttori biologici si sono dotati di norme disciplinari, da seguire in modo rigoroso.
Le aziende agricole vengono attentamente e periodicamente controllate, con prelievi a campione delle colture presenti in campo e dei prodotti lavorati, effettuati a caso, durante le ispezioni.
Solo chi supera tutti i controlli previsti, che sono numerosi e frequenti, può fregiare il proprio prodotto con la dicitura "Biologico" accanto al nome dell'organismo di controllo (es. AIAB, Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica). Questa dicitura certifica quindi che durante la coltivazione non sono stati usati fitofarmaci e concimi chimici, e che sono state rispettate tutte le norme che garantiscono la naturalità, la salubrità, la freschezza, la qualità della materia prima utilizzata.

Facciamo un esempio, per capire meglio cosa significa tutto questo. Consideriamo le confetture Biologiche: per esse viene garantita la provenienza della materia prima, le modalità di lavorazione della frutta, l'impiego ridottissimo di additivi e coadiuvanti tecnologici (in particolare il regolamento disciplinare AIAB ammette come conservante solo succo di limone). Sono vietati anche addensanti innocui come l'Agar agar (che si estrae da un'alga), non perché esso sia nocivo, ma perché il suo impiego permette di ottenere conserve più ricche di acqua e quindi meno valide dal punto di vista nutritivo; vietando il loro impiego, si costringe il produttore a ricorrere all'unico mezzo possibile per concentrare la marmellata: l'eliminazione dell'acqua tramite la cottura della frutta, proprio come facevano le nostre nonne!
Quando la giusta consistenza della confettura viene ottenuta concentrando la frutta con il calore, la quantità di zuccheri aggiunti può essere ridotta al 15-20%, senza contare che non viene mai usato zucchero bianco (che viene sbiancato con numerose sostanze chimiche!), ma zucchero grezzo, o succo concentrato di frutta, o succo d'Agave o d'Acero, o malto, tutti rigorosamente biologici.

Anche i cibi integrali, sempre più consigliati anche dai medici per agevolare un'ottimale funzione intestinale, per prevenire i tumori dell'intestino, per ridurre le calorie ingerite e quindi il sovrappeso, se non sono biologici possono diventare un rischio, in quanto la maggior quantità di pesticidi e di inquinanti ambientali si deposita sulla cuticola dei semi; quando il cereale viene utilizzato "in toto", vengono ingeriti i pesticidi depositati sulla sua buccia, che sono la maggior quantità. Assolutamente consigliabile quindi anche in questo caso l'utilizzo di alimenti Biologici.

Di alcuni alimenti particolarmente salutari, nutrienti e gradevoli come ad esempio il riso e la pasta integrali, o semi-integrali, sono senz'altro da preferire quelli ottenuti da piante coltivate biologicamente, oltre che per i motivi suddetti, anche perché la loro lavorazione avviene partendo da farina integrale, completa anche del germe, ottenuta macinando i semi con macine di pietra; questo garantisce la conservazione di tutte le proprietà organolettiche, il contenuto proteico e vitaminico, che andrebbero persi con la macinazione industriale ad alta velocità, poiché quest'ultima sviluppa molto calore e distrugge parte dei nutrienti. Anche l'essiccazione dei prodotti lavorati, come la pasta, avviene a basse temperature.
I fiocchi di cereali integrali, così utili per un'alimentazione sana, ricca e nutriente, digeribile e versatile, adatta a tutte le età, sono particolarmente utili in caso di stipsi, di diverticoli intestinali, di dislipidemie, per la loro ricchezza in fibre; ma se essi non sono biologici, si rischia col tempo di incorrere in quelle intossicazioni croniche, di cui si è detto prima.

Garanzie sui prodotti biologici



Bollino Agricoltura Biologica
Per avere la garanzia che i cibi biologici che intendiamo acquistare siano veramente tali, dobbiamo sempre controllare che siano certificati dalle associazioni preposte a tale compito; le più qualificate e conosciute, controllate e riconosciute dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, sono senz'altro le seguenti: AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica), che diventa ICEA; BAC (Bioagricert, Italia); ECOCERT (Certificazione biologica, Belgio e Francia); CPB (Consorzio per il controllo dei Prodotti Biologici, Italia); SACert (Soil Association Certification, Regno Unito); DEM (Demeter Agricoltura biodinamica, Germania e Italia); QC&I (Quality Control & Insurance Services, Germania); AB (Agricolture Biologique, Francia); Ecocert (Germania), e diverse altre.
Il compito di tali enti è quello di controllare l'idoneità delle aziende produttrici che, a loro volta, devono garantire una qualità di prodotto costante e metodi di produzione conformi alla normativa. La certificazione è l'unica e concreta garanzia che un'azienda che opera nel biologico può fornire, seguendo il protocollo di rigide norme a cui deve conformarsi, sia per la produzione di materie prime, che per la loro eventuale trasformazione in prodotti finiti. Prima di acquistare un qualunque alimento biologico, quindi, accertiamoci che sia certificato e che riporti il marchio comunitario sulla confezione.

La scelta degli alimenti biologici, quindi, risponde al bisogno di riportare l'alimentazione ad una dimensione più sana e naturale, finalmente rispettosa delle esigenze nutrizionali dell'uomo e della sua salute, ma anche dell'ambiente.

Dott.ssa Marina Multineddu

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