L'AMAMELIDE: DALLA TRADIZIONE DEI NATIVI AMERICANI, UN AIUTO PER IL SISTEMA VENOSO. 15-07-2009 (Aggiornato 28-12-2023) - Dott.ssa Marina Multineddu |
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Hamamelis virginiana In Europa si diffuse intorno al 1700, non come pianta medicinale, ma importata come pianta ornamentale per parchi, giardini, viali privati e pubblici, poiché si presta egregiamente alla formazione di bassi cespugli o boschetti arbustivi, e per la sua fioritura tardo-autunnale o invernale, con i bei fiori gialli dalla forma un po' particolare, che compaiono sui rami ancora privi di foglie, in una stagione in cui è meno frequente ammirare piante fiorite. E' una pianta collinare che sopporta i rigori dell'inverno, purché la temperatura non scenda sotto lo zero; essa contribuisce, assieme ad altre essenze boschive, anche officinali, come il Biancospino, il Frassino, l'Acero, il Ciliegio, a consolidare il terreno in zone soggette ad erosione. Il nome Amamelide è di origine incerta; forse deriva dalle parole greche omòios = simile e mèlon = mela, ovviamente riferito al frutto, anche se questa interpretazione sembra un po' forzata, in quanto esso è una piccola capsula legnosa del diametro di circa un centimetro. Gli antichi botanici attribuivano al nome Hamamelis il significato di "pianta che porta insieme fiori e frutti", definizione che fa riferimento al fatto che la pianta produce i nuovi fiori quando sui rami spogli si trovano ancora i frutti dell'anno precedente. Come si può intuire, il termine virginiana ne indica l'origine. Le proprietà dell'AmamelideFrutti di Amamelide Forse apprendendo queste credenze, i primi coloni americani le diedero il nome di Witch-hazel, che significa "nocciòlo-strega", e negli Stati Uniti ancora oggi l'acqua di Amamelide è chiamata con questo nome. I rami dell'Amamelide sono molto flessibili e pare che i rabdomanti ne traessero virgulti che consideravano particolarmente sensibili per individuare sorgenti di acque sotterranee, rafforzando le credenze relative alle proprietà "magiche" attribuite a questa pianta. La droga, cioè la parte di pianta ricca di principi attivi, è costituita dalle foglie e dalla corteccia dei rametti, che si raccolgono rispettivamente in autunno e in primavera, e si fanno essiccare per poterli conservare. La composizione chimica di questa pianta è molto complessa, ma le sostanze più interessanti dal punto di vista fitoterapico sono flavonoidi, fenoli, mucillagini, olio essenziale, tannini, acido gallico, che possiedono un'attività astringente venosa, emostatica, antiemorragica, antiflogistica e decongestionante, che conferma il tradizionale uso popolare dell'Amamelide. In Europa le proprietà medicinali dell'Amamelide come astringente venoso furono riconosciute, mediante ricerche scientifiche, solo ai primi del novecento, e da quel momento l'Hamamelis entra a far parte di un notevole numero di rimedi vasoprotettori e venotonici, utili in caso di turbe della circolazione, soprattutto venosa, come emorroidi sanguinanti, varici, flebiti, fragilità capillare, capillari dilatati, tendenza alla formazione di lividi, cellulite. L'acqua di Amamelide è utile per le infiammazioni della bocca, delle gengive, e per l'arrossamento degli occhi con iperemia, ad esempio in caso di congiuntivite allergica, eventualmente in associazione con altre piante lenitive oculari come Aloe vera (gel fogliare), Fiordaliso, Eufrasia, Camomilla, sotto forma di colliri decongestionanti. Fiori di Amamelide Il notevole contenuto di tannini rende questa droga astringente e antimicrobica; essa manifesta una notevole affinità con la pelle e le mucose, di cui è in grado di inibire l'infiammazione. L'Amamelide è utilizzata per uso sia interno sia esterno, sotto forma di estratti fluidi, molli o secchi, e in cosmesi, per preparare acque distillate, colliri, tonici decongestionanti per i bambini, dopobarba lenitivi; è utilizzata per le pelli con couperose, per lenire gli eritemi solari e l'arrossamento della pelle del volto provocato dall'acne rosacea. L'uso interno dell'Amamelide può provocare irritazione gastrica in soggetti particolarmente sensibili, se la concentrazione dei tannini è troppo elevata. Dott.ssa Marina Multineddu |
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