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DALLA FLORA SPONTANEA DELLA SARDEGNA: IL MIRTO

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Mirto
Il Mirto, Myrtus communis, è un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Myrtaceae, diffuso nella regione Mediterranea e nell'Asia occidentale. Solo due specie di questa famiglia vivono nei nostri climi temperati: oltre al Mirto troviamo alcune varietà di Eucaliptus, mentre tutte le altre specie sono piante esotiche proprie delle flore subtropicali.
La famiglia delle Myrtaceae riveste una certa importanza per le non poche specie economicamente utili; citiamo come esempio la Pimenta officinalis che fornisce il Pepe della Giamaica (o Pimento, da non confondersi col Pepe nero, Piper nigrum), e l'Eugenia caryophyllata i cui bottoni fiorali sono conosciuti come Chiodi di garofano (ma non sono parenti del fiore omonimo, il Dianthus caryophillus).

Il Mirto, chiamato in alcune regioni italiane anche Mortella, è una pianta rustica, tipica della macchia mediterranea, particolarmente diffusa in Sardegna, dove prospera abbondante allo stato spontaneo, dal litorale fino a quasi 800 metri di altitudine.
Pur adattandosi a terreni poveri e siccitosi, il Mirto predilige terreni neutri o leggermente acidi nei quali trova condizioni ideali per il suo sviluppo. Grazie al clima particolarmente favorevole della Sardegna, può raggiungere nella nostra regione anche i 6-7 metri di altezza, invece degli abituali 2-3 metri. Quando il Mirto raggiunge tali dimensioni anche il legno, di colore grigio-rossastro chiaro, duro e pesante, assume una certa importanza per la produzione di pregiati mobili intarsiati.

Non vegeta bene invece su terreni paludosi e su quelli calcarei dove, quando riesce ad attecchire, assume un aspetto stento e spoglio, con foglie piccole e giallastre, senza mai raggiungere dimensioni apprezzabili.
Nelle piante rigogliose le foglie sono invece verdi scure, lisce, lucide, un po' coriacee, di forma ovale-lanceolata, lunghe fino a tre centimetri, ed emanano un profumo aromatico caratteristico, molto gradevole; i fiori, non grandi ma numerosi, sono bianchi con fitti stami, circa cinquanta; i frutti, dai numerosi piccoli semi reniformi, sono di colore nero-blu (melanocarpa, dal greco mélanos = nero), anche se si possono trovare varietà con frutto bianco (leucocarpa, dal greco leukòs = bianco), entrambe descritte già da Dioscòride, medico e botanico greco che esercitò la sua arte a Roma ai tempi di Nerone, famoso soprattutto per il suo notevole erbario in cinque libri, il De Materia Medica, scritto in greco, che ebbe una profonda influenza nella storia della fitoterapia e della medicina.

L'abbondante fioritura all'inizio dell'estate e la lunga persistenza dei numerosi frutti fanno del Mirto un arbusto ornamentale adatto anche alla messa a dimora nei giardini, soprattutto come siepe, che per la sua compattezza sopporta bene le potature, anche quelle drastiche richieste dall'arte topiaria, che conferisce ai cespugli di Mirto una forma a cono, a palla o a piramide (l'arte topiaria consiste nel potare alberi o arbusti, al fine di dare loro una forma ornamentale, geometrica o ispirata a soggetti di vario tipo; è tipica dei giardini all'italiana).

Fiori di Mirto
Il Mirto quindi è ben conosciuto fin dall'antichità: era molto apprezzato sia dai Romani sia dai Greci, i quali facevano risalire l'origine del nome a Myrsine, favolosa fanciulla Attica che fu uccisa da un giovane rivale, da lei battuto nei giochi ginnici; la dea Pàllade allora la trasformò nell'arbusto che da lei prese il nome di Mirto. Altri, fra cui il francese Lobelius, medico e botanico del XVI secolo, volevano che il nome Myrtus fosse derivato dall'allusione al piacevole odore, simile alla Mirra, che emana dalle sue bacche.

La mitologia fa del Mirto la pianta grata a Venere, alla quale era offerto come simbolo di bellezza, onore e gloria eroica, e, infatti, il vincitore degli Elèi, popolazione greca del Peloponneso, entrava da trionfatore nel tempio di Venere con il capo cinto da una corona di Mirto. Anche i Romani lo donavano in premio ai guerrieri valorosi, e di questo si trova notizia negli scritti di Plinio.

Più tardi, nei secoli che precedono il cristianesimo, il Mirto diventa l'albero propiziatorio per la casa dei giovani sposi ed è perciò la pianta tipica delle feste nuziali Romane. Pare inoltre che il Mirto fosse considerato come pianta sacra a Bacco, ritenendosi che servisse a ostacolare le esalazioni alcoliche del vino, uso di cui si trova conferma in Aristòfane, antico commediografo greco.
E' noto anche che gli antichi, utilizzando i suoi frutti, preparavano una specie di vino e di olio dei quali si servivano come sostanze astringenti. Infatti, corteccia, foglie, fiori e frutti sono astringenti energici, tanto che si ricorse a queste parti vegetali anche nella conciatura delle pelli.

Le proprietà del Mirto



Il Mirto è un'interessante pianta dalle proprietà aromatiche e officinali, il cui componente principale, che si estrae dalle foglie, è un olio etéreo dalla composizione complessa, nella quale si possono distinguere mirtolo, mirtenolo, geraniolo, alfa-pinene, limonene, oltre a tannini e resine; queste sostanze conferiscono alla pianta proprietà balsamiche, espettoranti, antisettiche, antinfiammatorie, astringenti, ipoglicemizzanti.
Gli usi principali dell'olio essenziale di Mirto riguardano i campi erboristico e farmaceutico: dalle foglie si ricavano preparazioni varie, come tinture, sciroppi, caramelle, infusi, che sviluppano un'azione balsamica, anticatarrale e antisettica, utili principalmente nella terapia di affezioni delle vie respiratorie, oltre che di quelle genito-urinarie.

Bacche di Mirto
I preparati a base di foglie di Mirto, raccolte da piante adulte in settembre-ottobre, sono indicati quindi in caso di tosse, catarro, sinusite, bronchite, asma, raffreddore, influenza, febbre, infezioni uro-genitali, iperglicemia.
Le proprietà ipoglicemizzanti attribuite alle foglie, ne consigliano l'uso come coadiuvante nei soggetti iperglicemici, non insulino-dipendenti, anche associato ad altre piante ipoglicemizzanti come foglie di Mirtillo nero e Galega, anche se non possono sostituire le eventuali terapie farmacologiche.

Le foglie di Mirto hanno un sapore aspro e un odore gradevolmente aromatico, che pure i fiori emanano. Anche i frutti del Mirto hanno un sapore aromatico particolare, astringente e un po' allappante ma gradevole; non emanano però lo stesso profumo intenso che caratterizza le foglie e i fiori. Gli antichi speziali ne ricavavano un'acqua distillata chiamata Acqua d'Angelo o Acqua Angelica, utilizzata come cosmetico per le sue proprietà toniche, astringenti, lenitive e anti-arrossanti, e che viene ancora oggi prodotta da moderne aziende cosmetiche erboristiche.

Abbiamo detto che dalle bacche gli antichi preparavano una specie di vino; ancora oggi dai frutti del Mirto in Sardegna si ricava un liquore, il rinomato Liquore di Mirto rosso, preparato mettendo in infusione a freddo in alcool le bacche mature, lasciandole macerare per circa un mese, poi filtrando e spremendo bene le bacche macerate, senza frullarle perché i semi darebbero un gusto sgradevolmente amaro al liquore. È aggiunto poi uno sciroppo di zucchero che alleggerirà la gradazione alcolica e addolcirà il macerato che avrà un colore scuro, nero-bluastro, simile a quello delle bacche, e pronto per il consumo.

Meno conosciuto e diffuso, ma altrettanto aromatico e gradevole, è il Liquore di Mirto bianco, che si ottiene dalle giovani foglie con un procedimento analogo.
Questi liquori, con una larga prevalenza del Mirto rosso, si sono da alcuni anni affermati prepotentemente sul mercato nazionale e internazionale, superando la nicchia di mercato dell'isola.

I frutti del Mirto maturano solitamente in dicembre, ed è allora che entra in scena un vero esercito di raccoglitori, dotati di un caratteristico attrezzo chiamato "pettine", munito di un intercettatore che accoglie i frutti, per staccare le bacche senza danneggiare le piante selvatiche, che sono una vera risorsa per i raccoglitori.
Il migliore Liquore di Mirto rosso sardo è prodotto da piante spontanee, non coltivate, lontane da fonti di inquinamento.
Con le essenze spontanee della Sardegna, fra cui il Mirto, si producono anche cosmetici di grande livello qualitativo, come bagnoschiuma, creme e oli nutrienti per il viso e per il corpo.

Dott.ssa Marina Multineddu

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