GARCINIA CAMBOGIA: UN AIUTO NATURALE PER RAGGIUNGERE IL PESO FORMA 15-05-2015 (Aggiornato 02-05-2024) - Dott.ssa Marina Multineddu |
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Garcinia cambogia Noto anche col nome di Tamarindo Malabar in America Latina, il frutto della Garcinia cambogia, somigliante come forma a una piccola zucca di colore giallo o verde, dal sapore acidulo, è utilizzato in questi paesi tropicali a scopo alimentare, come spezia o come conservante del pesce, mentre la sua scorza è tipicamente in uso nella medicina tradizionale. Il nome di genere Garcinia fu creato da Linneo e introdotto nella sistematica fin dal 1737, mentre l'appellativo di gummi-gutta si riferisce alla produzione della gommagutta (o gomma gutta), una gommoresina dotata di proprietà purganti drastiche e antielmintiche, costituita da un essudato giallo, vischioso, che solidifica rapidamente all'aria, utilizzato nell'industria delle vernici e in pittura, come colorante, specialmente dai pittori Fiamminghi del XVI secolo e fino al XIX, quando fu abbandonato per gli alti costi di produzione. La gommagutta si estrae dalla corteccia, praticando incisioni a spirale sul tronco di alberi di circa 10 anni; da esse cola un liquido resinoso, che viene raccolto nelle cavità delle canne di Bambù, in cui solidifica formando grossi cilindri di gommagutta grezza, che si estraggono spezzando le canne. Pianta di Garcinia I costituenti attivi dell'epicarpo sono vitamine, carotenoidi, flavonoidi, polisaccaridi, acidi organici, in particolare l'acido idrossicitrico (HCA, HydrossyCictric Acid), il cui meccanismo d'azione, che negli ultimi anni è stato ben studiato, rappresenta il principio farmacologico fondamentale della Garcinia cambogia, che conferisce a questa pianta le proprietà officinali ultimamente tanto apprezzate nei paesi europei. L'acido idrossicitrico è assai raro in natura: sembra che sia presente solo nei frutti di alcune specie di piante appartenenti al genere Garcinia. Il meccanismo d'azione dell'HCA consiste nel blocco reversibile dell'enzima citrato-liasi, presente negli epatociti (cellule epatiche), da cui consegue una riduzione della sintesi dell'acetilcoenzima A, implicato a sua volta nella produzione di colesterolo e acidi grassi. Da questo meccanismo deriva una diminuzione della sintesi di acidi grassi, colesterolo, trigliceridi, e un ridotto deposito di lipidi nel tessuto adiposo: in pratica si può affermare che la Garcinia cambogia limita la trasformazione dei carboidrati eccedenti in grassi da immagazzinare nel tessuto adiposo, convertendoli direttamente in energia. La Garcinia cambogia esercita, inoltre, uno stimolo della glicogenogenesi epatica, che, aumentando il deposito di glicogeno nel fegato come zucchero di riserva, innesca la risposta dei glucorecettori situati nell'ipotalamo del cervello: essi inviano un segnale di sazietà, che fa scattare una effettiva riduzione del senso di fame, aiutando anche a ridurre gli attacchi di fame nervosa tipici di chi si mette a dieta o attraversa periodi di maggiore stress. Frutto di Garcinia cambogia Da questi meccanismi consegue un'azione dimagrante, associata ad un effetto ipocolesterolemizzante e ipotrigliceridemizzante, utilizzata in fitoterapia sia per facilitare la perdita di peso, sia per ridurre elevati tassi di colesterolo e trigliceridi, oltre che come coadiuvante nei trattamenti per ridurre i depositi adiposi localizzati. La Garcinia cambogia è controindicata in gravidanza e nei soggetti diabetici, poiché interferisce con l'assorbimento degli zuccheri. Non deve essere associata a farmaci ipocolesterolemizzanti. Dott.ssa Marina Multineddu |
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