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ALLA SCOPERTA DELLE VITAMINE - PRIMA PARTE: UN PO' DI STORIA

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Vitamine
Con questo articolo diamo il via ad un ciclo dedicato a Vitamine e Sali Minerali. Poiché si tratta di un argomento alquanto vasto, abbiamo deciso di suddividerlo, cominciando con la storia delle Vitamine.

Le funzioni vitali dell'organismo sono assicurate dalle sostanze contenute negli alimenti. Gli studi effettuati durante il secolo scorso hanno accertato che proteine, carboidrati, grassi, minerali, e naturalmente acqua, non sono sufficienti a mantenerci in buona salute, ma sono altresì necessarie altre sostanze, che, pur agendo in piccolissime quantità, hanno una funzione assolutamente indispensabile per il nostro organismo. Oltre ai principali gruppi di sostanze che abbiamo citato, infatti, sono necessari alla vita quei composti, rimasti per moltissimo tempo sconosciuti, che oggi sappiamo essere le Vitamine.

La scoperta delle vitamine affonda le radici nell'antica osservazione della loro carenza. Nei secoli passati si erano rilevate alcune gravi malattie dalle cause sconosciute, e già allora si era osservato che esse si manifestavano in particolari aree in cui la popolazione aveva abitudini alimentari monotone e poco variate, a causa dell'estrema povertà.

In Cina ad esempio era frequente il Beri-Beri, malattia che colpiva i nervi e dava complicanze cardiache. Si manifestava laddove l'alimento principale, se non unico, era il riso raffinato, o brillato, cioè privato della cuticola esterna. Inizialmente le ipotesi furono a favore di una sorta di infezione batterica dei nervi, che poteva essere curata ingerendo anche la cuticola del riso, la quale sembrava agire da potente antibatterico. Fu il medico olandese Christian Eijkman a isolare la sostanza contenuta nella cuticola del riso. Egli pensò che, poiché dava risposte positive alle reazioni con le ammine, fosse un genere di proteina, e perciò chiamò questa sostanza "Vitamina": ammina della vita. Eijkman ricevette per questi studi nel 1929 il Premio Nobel per la fisiologia. Ma colui che accertò la natura della sostanza contenuta, in piccolissime ma importantissime tracce, nella cuticola del riso fu nel 1911 il biochimico polacco Kazmier Funk, che chiamò Vitamina B1 il fattore nutrizionale fondamentale la cui carenza provoca appunto gravi polinevriti, spesso associate a insufficienza cardiaca. Possiamo così facilmente comprendere perché sia consigliabile consumare anche il riso integrale, non solo quello raffinato!
Successivamente la Vitamina B1 fu denominata Tiamina, e questo termine ancora oggi è di uso corrente. Nel 1936 la Tiamina fu prodotta anche per sintesi chimica, ed è oggi largamente usata nelle terapie antinevritiche.

Un'altra sindrome, il Rachitismo, era consueta soprattutto nei paesi del Nord Europa, dove si manifestava nei bambini più poveri e malnutriti, specialmente durante i lunghi inverni del nord, quando era difficile ricevere i benefici dei raggi solari. Solo le ricerche dell'ultimo secolo chiarirono che si trattava di una sindrome carenziale, collegata ad alcuni fattori naturali presenti in taluni alimenti, che sotto l'irraggiamento solare si trasformano in sostanze le quali partecipano attivamente ai processi metabolici della costruzione ossea. Emerse quindi il concetto di "Provitamine", che fu chiaro solo nel 1936, quando fu isolata nell'Olio di Fegato di Merluzzo una sostanza ad attività antirachitica, che fu denominata Vitamina D. Essa, sotto l'azione dei raggi solari, stimola nell'organismo l'assorbimento fisiologico del calcio a livello intestinale, svolgendo un ruolo fondamentale nella costruzione delle ossa.
Chi ha una certa età ricorderà che anche in Italia, negli anni '50 dopo la seconda guerra mondiale, quando la popolazione era stremata dalla miseria e dalla fame portate dalla guerra, i bambini manifestavano spesso fenomeni di rachitismo. Si decise allora di somministrare agli scolari delle scuole elementari l'Olio di Fegato di Merluzzo liquido (dal sapore abominevole): ogni giorno un cucchiaio ad ogni bambino... e solo i più benestanti potevano portarsi una fettina di limone o d'arancio, o una caramella, per cancellare quel sapore orribile che lasciava in bocca!
In questo modo il Rachitismo fu però combattuto efficacemente fra larghi strati della popolazione infantile, soprattutto la più svantaggiata. Possiamo dire che oggi nei paesi occidentali questa malattia sia definitivamente scomparsa, per effetto della migliore alimentazione e dell'abituale esposizione al sole dei bambini e degli adulti: la tintarella è diventata ormai quasi un obbligo sociale!

Vitamine
La Pellagra era una malattia che provocava gravi alterazioni della pelle esposta al sole, disturbi neurologici che portavano alla demenza e alla pazzia, e gastroenterici con diarrea cronica; se non curata poteva portare alla morte in pochi anni.
Si diffuse ovunque si introduceva il Mais, dopo la sua importazione dalle Americhe, tanto che si suppose che esso contenesse una sostanza tossica causa della malattia, o che questa fosse trasmessa da un agente contagioso; ad un certo punto si ipotizzò anche una causa ereditaria.
Il nome Pellagra si deve ad un medico italiano che definì "pelle agra" l'aspetto dei malati di questa strana malattia, quando essa si diffuse nel nord dell'Italia, dove l'alimentazione era costituita, a causa della grande povertà degli abitanti, quasi esclusivamente di mais. Il mais si diffuse rapidamente per la sua grande resa colturale rispetto all'Orzo, al Grano e alla Segale, e sotto certi punti di vista salvò le popolazioni dalle grandi carestie. Il suo uso quasi esclusivo aveva però come conseguenza il manifestarsi della Pellagra (senza contare che esso è mancante di alcuni aminoacidi essenziali, come tutti i cereali. Infatti, è necessario utilizzarli insieme ai legumi: pasta e fagioli, o pasta e ceci, per esempio, ci forniscono tutti gli amminoacidi essenziali).

Perché però nei paesi di origine del mais non vi era questo problema? Le popolazioni messicane, che pure facevano grande uso di mais, non manifestavano questa malattia. Il mistero fu svelato quando si osservò che i messicani, prima di utilizzare il mais, lo ponevano a bagno in una soluzione alcalina, l'acqua di calce, per ammorbidirlo prima della cottura (come già facevano gli antichi Aztechi e Maya), processo che rendeva disponibile un fattore nutrizionale contenuto nell'alimento stesso, la Niacina o Fattore PP (Pellagra Preventing), o Vitamina PP, che evitava la comparsa della malattia. Il mais era giunto in Europa senza essere accompagnato da questa usanza, e questo aveva favorito il diffondersi della Pellagra, riconosciuta finalmente come malattia da carenza di Vitamina PP.

Altra malattia carenziale, che si manifestava anticamente fra i marinai delle navi che affrontavano lunghi viaggi, è lo Scorbuto.
Il nome Scorbuto pare derivi dalla parola olandese "schurft", che significa scabbia, poiché esso inibisce la formazione del collagene, il tessuto che costituisce le fibre elastiche di sostegno di pelle, cartilagini, ossa, tendini, e vasi sanguigni. Da qui derivavano in particolare le lesioni emorragiche caratterizzanti la malattia, dovute al fatto che i vasi sanguigni, non più elastici, si rompono facilmente dando origine alle emorragie prima delle mucose (le più fragili), e poi via via degli altri tessuti ed organi.
Quando i viaggi duravano a lungo e le scorte di cibi freschi si esaurivano, iniziava a evidenziarsi la malattia, con manifestazioni emorragiche e ulcerose delle mucose della bocca. In seguito, dopo la scoperta dell'America, quando iniziarono i lunghi viaggi transoceanici, le manifestazioni di questa malattia diventarono ancora più gravi e tragiche per le emorragie degli organi interni e l'estrema prostrazione degli equipaggi; infatti, a un certo momento del viaggio si esaurivano la frutta e la verdura, e l'alimentazione a bordo delle navi era costituita solo da alimenti secchi, come carne e pesce essiccati o salati.

Fin da allora si intuì che lo Scorbuto poteva essere curato con la somministrazione di cibi freschi, poiché si era osservato che i marinai guarivano una volta tornati in porto, quando riprendevano un'alimentazione più varia. Un giovane medico inglese, James Lind ebbe l'idea già nel 1700 di curare lo Scorbuto dei marinai inglesi con succo di limone, avendo intuito, pur non comprendendone il motivo, che la malattia era di natura carenziale e che si poteva curare con frutta e vegetali freschi. Trascorsero alcuni secoli prima che fosse isolata la Vitamina C, acido organico che manifesta azione antiscorbutica, ciò che le valse anche il nome di Acido Ascorbico, tuttora in uso.

Oggi sappiamo che la Vitamina C è diffusa largamente nel mondo vegetale e animale: tutti i vertebrati conosciuti sono capaci di sintetizzarla nel loro organismo, in modo da coprire il proprio fabbisogno, eccetto i Primati, cioè l'uomo e le scimmie, oltre alle cavie, e qualche raro uccello o mammifero. Questi organismi, che costituiscono quindi delle eccezioni nel mondo animale, privi dei geni che producono gli enzimi necessari proprio alla biosintesi della Vitamina C, sono costretti ad introdurre questo indispensabile elemento con gli alimenti vegetali. Un tempo, quando il codice genetico era ancora vera fantascienza, si ignorava questa importante informazione, e da ciò derivarono tante sofferenze per l'umanità.
I moderni studi stanno mettendo in evidenza anche un altro ruolo della Vitamina C oltre all'azione antiscorbutica, ovvero le notevoli capacità antiossidanti di questa e di altre Vitamine, che aiutano il nostro organismo a combattere la formazione di Radicali Liberi, causa di invecchiamento cellulare e, come sembra, anche di malattie degenerative molto gravi.

Le notevoli capacità antiossidanti delle Vitamine sono tuttora oggetto di studio e costituiscono un argomento di notevole interesse per la nostra salute. Nel prossimo articolo parleremo di tutte le Vitamine e del loro ruolo biologico per l'organismo.

Dott.ssa Marina Multineddu

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