IL SALICE BIANCO, UN ANALGESICO E ANTINFIAMMATORIO NATURALE 15-01-2011 (Aggiornato 23-01-2024) - Dott.ssa Marina Multineddu |
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Salix alba Il Salice più conosciuto e diffuso è senza dubbio il Salice piangente, Salix babylonica, specie ornamentale coltivata in molti giardini in prossimità di laghi o di piccoli specchi d'acqua, verso i quali tende i suoi rami penduli. In questo contesto, l'interesse è rivolto verso il Salice bianco, Salix alba, soprattutto per il contenuto, nella sua corteccia, di salicilati, in particolare il glucoside Salicina, dall'azione febbrifuga, che un tempo aveva indotto a far largo uso della "cortex salicis" anche come antimalarico, prima che avesse maggiore diffusione l'uso del chinino. Il Salice bianco è un albero a foglie caduche, dalla crescita rapida ma non molto longevo, che può raggiungere dimensioni ragguardevoli, con un tronco robusto che può arrivare fino a 20 metri di altezza; è originario dell'Europa centrale e meridionale, dell'Asia e dell'Africa settentrionale. Il nome Salice è dovuto verosimilmente al sapore salato, acido ed un po' amaro delle foglie. In lingua celtica "Sal-lis" significa "vicino all'acqua", a conferma del fatto che i Salici crescono bene in luoghi freschi, su suoli ben intrisi di acqua, o in prossimità di zone paludose; il termine alba = bianco allude probabilmente al fatto che le foglie, di colore grigio argento con una leggera peluria setosa nella pagina inferiore, danno alla chioma un aspetto bianco-argenteo. Salice bianco I rami, specie quelli giovani, hanno il portamento ricadente tipico dei Salici, essendo lunghi, flessibili e arcuati. Questa specie è dioica: i fiori maschili e femminili, riuniti in infiorescenze a grappolo dette amenti, sono portati da piante diverse; gli amenti maschili, che producono il polline, contengono fitormoni simili a quelli dell'uomo, gli amenti femminili, che portano gli ovari e che produrranno frutti e semi, contengono fitormoni simili a quelli della donna. Le proprietà salutari del Salice biancoI fiori, oltre ad essere antispasmodici, hanno proprietà anafrodisiache, riducono cioè lo stimolo sessuale, e infatti nel Medio Evo erano utilizzati soprattutto per calmare l'ipereccitabilità sessuale. La corteccia del Salix alba è ricchissima di tannini, oltre il 10%, tanto da potere essere utilizzata nella concia delle pelli; essa contiene inoltre resine, flavonoidi, alcune sostanze con debole azione antibiotica, scarso olio essenziale, e fino all'8% del glucoside salicoside, che, con una reazione catalizzata dall'enzima emulsina, si scinde in glucosio e alcool salicilico; quest'ultimo nell'organismo è ossidato ad acido salicilico. Fiori di salice bianco Le proprietà febbrifughe ed analgesiche della corteccia del Salice bianco sono state riferite già nel V secolo a.C. da Ippocrate, considerato il padre della medicina, il quale descrisse una polvere amara ricavata dalla corteccia del Salice, utile per alleviare il dolore e ridurre la febbre. Rimedi simili sono stati citati anche dai Sumeri, dagli Assiri e dagli antichi Egizi. Nell'era moderna, la scoperta degli effetti benefici della corteccia del Salice bianco risale alla metà del 1700, mentre il principio attivo, la salicina, fu isolato solo all'inizio del 1800 da diversi studiosi; in particolare il chimico napoletano Raffaele Piria, che viveva a Parigi, diede al composto il nome attuale di acido salicilico (acide salicylique), probabilmente perché la salicina disciolta in acqua risulta piuttosto acida. La stessa sostanza fu isolata anche a partire dall'Olmaria (Spiraea ulmaria, o Filipendula ulmaria) da ricercatori tedeschi. Corteccia di salix alba La corteccia del Salice bianco è di conseguenza utilizzata come antipiretico negli stati febbrili di varia natura, come i malesseri legati alla stagione fredda, gli stati influenzali, le malattie da raffreddamento, le cefalèe, le nevralgie, le manifestazioni caratteristiche del periodo premestruale e del ciclo (dismenorrea), le algìe reumatiche, le manifestazioni dolorose articolari e muscolari; nell'insonnia nervosa, nell'eretismo sessuale, come anafrodisiaco e sedativo, sono invece utilizzati i fiori. Il fitocomplesso del Salice bianco ha un'azione notevolmente meno irritante per la mucosa dello stomaco, rispetto a quella dell'acido acetilsalicilico (componente di un noto farmaco); inoltre, l'azione vasoprotettiva dei flavonoidi in esso contenuti ne esalta l'azione antinfiammatoria. La salicina, o acido salicilico, possiede anche un'azione antiaggregante piastrinica, per cui il Salice non deve essere assunto dalle persone che effettuano terapie anticoagulanti; deve essere assunto con cautela da chi è allergico ai salicilati e, per prudenza, non è consigliabile l'utilizzo durante la gravidanza e l'allattamento. Dott.ssa Marina Multineddu |
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