IL SOLE SULLA PELLE: BENEFICI O DANNI?Articoli correlati: |
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Le prime giornate di sole, i primi week-end al mare ci fanno venire la voglia di esporci al sole, di abbronzarci per spazzar via dalla nostra pelle il colorito pallido dell'inverno, ma... è vero che i raggi del sole creano danni alla nostra pelle? Effettivamente il sole può farci invecchiare precocemente, indebolire e sfibrare i capelli, creare disturbi agli occhi, esporre la pelle a rischi di tumore, ma soltanto se ci esponiamo troppo, nelle ore sbagliate e senza alcuna precauzione! Se invece adottiamo delle semplici norme di prudenza, allora i raggi del sole ci regalano quel colorito dorato che ci dà un'aria più sana e attraente, che contribuisce a farci sentire più giovani e a darci fiducia in noi stessi. Il sole infatti, se preso con moderazione e seguendo determinati accorgimenti, ci aiuta a stare bene e ci mette di buon umore; recenti studi hanno confermato che c'è una correlazione fra luce e psiche: i raggi solari, soprattutto di mattina, agiscono sul funzionamento di alcune sostanze, chiamate neurotrasmettitori, preposte a regolare l'umore. Il sole dunque si è rivelato un valido ed efficace antidepressivo naturale, perciò prendere il sole al mattino, oltre che che farci abbronzare senza scottature, ci metterà più allegria. Ma non basta: il sole ci dà altri benefici, infatti contribuisce ad aumentare le difese immunitarie e rinforza le ossa perché stimola l'organismo a produrre la vitamina D, che serve a fissare il calcio. I rischi dell'esposizione al soleVediamo però quali sono le insidie che si nascondono nei raggi solari, in modo da poterle evitare. I raggi del sole contengono differenti tipi di radiazioni, che solo in parte raggiungono la superficie terrestre perché la fascia di ozono stratosferica, situata a un'altezza fra i 15.000 e i 25.000 metri, arresta le radiazioni più pericolose (raggi X, raggi Gamma, raggi cosmici) lasciando passare solo radiazioni a lunghezza d'onda superiore: i raggi infrarossi ed i raggi ultravioletti, che vengono distinti in UVA, UVB, UVC. Si può quindi capire quanto sia essenziale l'integrità della barriera di ozono per il nostro pianeta, e quali pericoli può rappresentare la sua rarefazione dovuta anche alle attività umane, in particolare l'uso di CFC, gas usati per bombolette spray e impianti di refrigerazione. I raggi infrarossi hanno la capacità di aumentare la temperatura corporea, distruggere batteri nocivi, stimolare la produzione di vitamina D (che, come abbiamo detto, è fondamentale per la calcificazione ossea in quanto aiuta l'osso stesso a fissare il calcio); chi però soffre di fragilità capillare o vene varicose deve proteggersi, riparando i punti deboli, poiché questi raggi determinano la dilatazione dei vasi sanguigni. I raggi ultravioletti, quando sono troppo intensi, come nelle ore centrali del giorno, sono mal tollerati dal nostro organismo e provocano una serie di reazioni, la più visibile delle quali è l'arrossamento della cute e l'aumento della sua temperatura: è questo l'eritema solare. L'organismo però risponde a queste sollecitazioni da parte delle radiazioni solari, stimolando la produzione di una barriera protettiva che difenda la pelle: è questa reazione che provoca la formazione della tintarella, che altro non è se non un meccanismo di difesa; infatti l'esposizione al sole produce e fa affiorare dagli strati piú profondi della pelle la MELANINA, una sostanza di colore scuro che ha la peculiarità di assorbire i raggi ultravioletti, creando una barriera protettiva, ossia l'abbronzatura. Ma non tutti i raggi ultravioletti stimolano l'abbronzatura: i raggi UVA infatti non sono responsabili della produzione di melanina ma, penetrando in profondità, raggiungono il derma e alterano le sue fibre elastiche, favorendo la perdita di tono cutaneo e la formazione di rughe. I raggi UVB sono molto energetici e possono provocare eritemi e ustioni, ma si ritiene che siano gli effettivi raggi abbronzanti, in quanto raggiungono gli strati superficiali del derma dove particolari cellule, dette melanociti, producono la melanina e quindi l'abbronzatura. I raggi UVC, un tempo ritenuti di importanza trascurabile, dovrebbero essere bloccati dalla fascia di ozono, ma la sua rarefazione ha risvegliato l'interesse verso queste radiazioni un tempo ritenute d'importanza trascurabile. Nel caso in cui la forza dei raggi solari sia troppo elevata e l'esposizione troppo prolungata, può instaurarsi un eritema, prima della formazione dello scudo di protezione melaninico. Oltre ai tipi di raggi solari e alla loro forza a seconda delle ore del giorno, dobbiamo tenere conto anche della situazione in cui ci troviamo come la stagione, la natura del luogo (prato, sabbia, acqua, neve), l'altitudine, la latitudine (all'equatore i raggi sono più pericolosi perché più perpendicolari: ecco perché l'uomo che vive in Africa ha modificato nel corso dei millenni il colore della pelle, che è diventata nera). Oltre a tutte queste condizioni è fondamentale che ognuno di noi consideri la vulnerabilità individuale ai raggi ultravioletti e quindi la nostra predisposizione alle scottature. Questa sensibilità può essere riconosciuta abbastanza facilmente da alcune caratteristiche somatiche oggettive, in particolare il colore della pelle e dei capelli, che ci consentono di individuare il cosiddetto fototipo al quale apparteniamo, cosí da scegliere il comportamento e la protezione più adatta a noi. I fototipi sono sei: FOTOTIPO 1 = capelli rossi, pelle lattescente FOTOTIPO 2 = capelli dorati, pelle chiara FOTOTIPO 3 = capelli biondi, pelle chiara FOTOTIPO 4 = capelli castani, pelle chiara FOTOTIPO 5 = capelli castani, pelle scura FOTOTIPO 6 = capelli scuri, pelle olivastra Questa suddivisione è naturalmente molto schematica, perché c'è tutta una gamma di tipi intermedi a questi, ma ci consente di avere un'idea di quello che può essere il nostro fototipo e di proteggerci adeguatamente dai raggi del sole, tenendo presente che il fototipo 1 è il più vulnerabile e avrà bisogno di protezioni altissime, che potranno essere via via più basse andando verso il fototipo 6. Proteggersi dai danni dei raggi solari con i prodotti erboristiciPoiché, come abbiamo visto, il processo di pigmentazione cutanea è dovuto alla melanina, è molto utile, per incrementare la sua disponibilità in maniera fisiologica, assumere alcune sostanze presenti in natura che hanno appunto questa capacità. Esistono infatti degli integratori della nostra alimentazione, che sono particolarmente ricchi di queste sostanze e che possono darci una mano ad abbronzarci meglio, senza danni alla pelle e proteggendola anche dall'invecchiamento e dalle antiestetiche macchie scure. Queste sostanze sono i carotenoidi (come il Betacarotene, il Licopene e la Cantaxantina), che stimolano la naturale sintesi della melanina, accelerano il processo di abbronzatura intensificandola e proteggono le cellule dai radicali liberi. Un'altra sostanza naturale vantaggiosa per l'abbronzatura è contenuta nell'olio di Avocado, ricco di tirosina, indispensabile per la sintesi della melanina. Sono importanti inoltre la vitamina E e il Selenio, che svolgono una notevole azione antiossidante, prevenendo il fotoinvecchiamento cutaneo; ma anche le vitamine A e C, che mantengono il fisiologico trofismo cutaneo generale ed in particolare quello del collagene, fondamentale per l'elasticità della pelle! L'Aloe vera infine è in grado di mantenere giovani ed elastici i tessuti cutanei, favorendo una naturale idratazione degli stessi. Quindi, con poche norme di comportamento e con l'aiuto della natura, riusciremo ad ottenere una sana e piacevole abbronzatura che durerà nel tempo, senza danni. Dott.ssa Marina Multineddu |
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