FITOTERAPIA: PRECAUZIONI D'USO DELLE PIANTE OFFICINALI - SECONDA PARTE - INTERFERENZE TRA LE PIANTE OFFICINALI, INTERAZIONI TRA PIANTE E FARMACI, CONTROINDICAZIONI IN PRESENZA DI ALCUNE PATOLOGIE: ARANCIO, PEPERONCINO, BOLDO, CARCIOFO, CURCUMA, TARASSACOArticoli correlati: |
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Proseguiamo il lavoro iniziato con l'articolo del mese scorso: anche questo mese prenderemo in esame alcune piante officinali, soffermandoci sulle loro eventuali controindicazioni, e ponendo l'accento sulle precauzioni d'uso per utilizzarle al meglio, senza incorrere in effetti indesiderati.
Arancio amaro (Citrus aurantium, var. amara)Arancio amaro E' però sulla scorza dei frutti immaturi che in questo contesto voglio soffermare l'attenzione: a questa parte della pianta dell'Arancio amaro si attribuiscono effetti dimagranti dovuti alla presenza di una sostanza, la sinefrina, il cui uso ha suscitato un certo allarmismo per la possibilità che si manifestino effetti collaterali a carico del sistema cardiovascolare. L'evidenza scientifica mitiga comunque questo allarmismo, poiché la sinefrina è presente nel Citrus aurantium var. amara in una forma, la l-sinefrina, farmacologicamente più blanda della forma d-sinefrina in cui si può presentare questa molecola. Dall'esame della letteratura sull'argomento, dal 1965 ad oggi, non sono emersi studi che evidenzino effetti tossici associabili all'uso di questa pianta, tuttavia si è ritenuto opportuno regolamentare l'uso del pericarpo dei frutti immaturi dell'Arancio amaro, in particolare per le preparazioni in compresse, in cui si potrebbe trovare una concentrazione di sinefrina più alta rispetto all'uso estemporaneo costituito dall'infuso, dal decotto o dalla tisana che contenga queste scorze, dove la concentrazione della sinefrina non desta alcuna preoccupazione. Per la maggiore sicurezza del consumatore quindi i preparati a base di scorze dei frutti immaturi di Citrus aurantium var. amara, devono riportare le diciture di legge che invitano alla precauzione in particolari casi, come la gravidanza, l'allattamento, l'infanzia, e in presenza di cardiovasculopatie e/o ipertensione, diciture che devono considerarsi comunque eminentemente precauzionali. Questo fatto va rimarcato, perché è la dimostrazione che l'uso, se corretto, delle piante officinali non porta alcun danno, e sottolineo l'uso corretto, che deve spingere chi decide di affidarsi alla fitoterapia a scegliere sempre persone preparate, con cultura universitaria, che possano dare tutti i consigli utili sia sull'uso delle piante officinali, sia sul dosaggio, e naturalmente sulle eventuali controindicazioni. Peperoncino (Capsicum annuum e C. frutescens)Peperoncino Il Capsicum è utilizzato come revulsivo nel trattamento dei dolori articolari, nei geloni, nelle nevralgie; viene anche adoperato per contrastare la caduta dei capelli in lozioni a bassa concentrazione, poiché stimola la circolazione sanguigna locale, facilitando l'apporto di nutrimento alle radici dei capelli. L'uso esterno non è esente da effetti secondari, poiché un'applicazione cutanea troppo prolungata o una concentrazione eccessiva di capsaicina possono provocare reazioni cutanee dolorose con senso di bruciore, anche molto intenso, talvolta quasi insopportabile. Per via interna, il Peperoncino è usato come condimento e in questo caso, se il contenuto di capsaicina è modesto, favorisce le funzioni digestive, poiché stimola la secrezione gastrica di acido cloridrico, mentre se è troppo elevato manifesta un'azione inibente sulla secrezione stessa. L'uso eccessivo quindi può causare perdita di appetito, ma anche gastrite cronica e gastroenterite. Un dosaggio molto elevato può risultare tossico, ma esso è difficile da raggiungere nel consumo abituale, proprio per il sapore piccante della capsaicina, che ne limita l'uso. Il colore rosso del peperoncino è dovuto alla presenza di numerosi pigmenti carotenoidi (capsantina) e a questo proposito va segnalato che nel 2003 la Francia ha notificato la presenza di un colorante cancerogeno in peperoncini provenienti dall'India, tanto che la Commissione dell'Unione Europea ha vietato l'importazione di peperoncini e suoi derivati, se non accompagnati da un certificato di conformità. E' bene quindi rivolgersi ad un fornitore di fiducia, sempre che non ci sia la possibilità di coltivare da sé queste piante, che oltretutto sono molto ornamentali e crescono bene anche sui balconi. Piante coleretiche e colagoghe: Boldo, Carciofo, Curcuma, TarassacoCurcuma Questa caratteristica le rende adatte in caso di turbe digestive imputabili ad una origine epatica, poiché queste piante, oltre a migliorare la qualità e la quantità di bile prodotta dal fegato, normalizzano anche le contrazioni della cistifellea, che diventano più armoniche e facilitano così il flusso verso il duodeno della bile stessa che, vi ricordo, contribuisce alla digestione dei grassi: essi infatti sono emulsionati dalla bile in goccioline finissime, meglio aggredite dagli enzimi digestivi. Queste piante, oltre ad un'azione disintossicante molto spiccata, che ne fa ottimi depurativi generali per l'organismo, esercitano anche una funzione blandamente lassativa, e diuretica e drenante, poiché stimolano gli organi emuntori, in particolare fegato e reni, che sono facilitati nel loro lavoro di "spazzini". Tarassaco Quali sono dunque le controindicazioni di queste piante, che sono invece per molti versi utilissime e salutari? Se somministrate a individui che presentano calcoli biliari nella cistifellea, può esservi il rischio di scatenare una colica, se questi calcoli sono posizionati in modo da ostruire i dotti escretori della bile. La bile infatti sarà prodotta in quantità più abbondante e più fluida, ma non potrà fluire nei canalicoli deputati a questo scopo, se essi sono ostruiti da uno o più calcoli: si manifesteranno forti contrazioni delle vie biliari escretrici, che cercheranno di scaricare la bile dal serbatoio costituito dalla cistifellea, la quale, essendo troppo piena, tenderà in tutti i modi a vuotarsi, scatenando così la colica. E' bene quindi, se si sono già avuti episodi di coliche biliari, evitare di assumere queste piante. Boldo Il Boldo può potenziare l'azione dei lassativi antrachinonici (si veda l'articolo del mese scorso), non va assunto in gravidanza e durante l'allattamento. Carciofo Ricordo che chi ha problemi di ostruzione delle vie biliari deve porre attenzione anche a non consumare il Curry, che contiene il 28% di Curcuma. Il Tarassaco è sconsigliato in caso di gastrite e ulcera, poiché potrebbe determinare disturbi gastrici da iperacidità; inoltre bisogna evitare l'assunzione di Tarassaco, o di altre piante diuretiche, se si stanno già assumendo farmaci diuretici, poiché potrebbe essere possibile un loro potenziamento indesiderato. Echinacea (E. angustifolia, E. pallida, E. purpurea)Echinacea Si ritiene che la sua azione consista nell'aumentare le difese endogene e, specie per quanto riguarda l'Echinacea purpurea, sia un coadiuvante nel trattamento delle affezioni delle vie respiratorie, ma anche delle basse vie urinarie. Vi sono studi clinici che dimostrano che il trattamento a dosaggi adeguati con l'estratto di pianta fresca di Echinacea species riduce la durata del disturbo, sia per ciò che concerne la sintomatologia oggettiva, come l'ingrossamento dei linfonodi, che quelli soggettivi, come cefalea, lacrimazione, naso gocciolante (rinorrea) eccetera. Nella pratica clinica si è constatato che è utile iniziare con un dosaggio di attacco di 50 gocce ogni mezz'ora per tre volte, proseguendo poi per svariati giorni con 50 gocce 3-4 volte al giorno; successivamente si riduce ad un dosaggio inferiore di prevenzione fino a 15 giorni, dosaggio preventivo che è utile ripetere ogni mese, durante il periodo invernale. Naturalmente è superfluo sottolineare che l'uso di preparati a base di Echinacea non esclude qualunque eventuale terapia farmacologica necessaria a giudizio del medico. L'uso esterno di questa pianta è correlato alla sua capacità antinfiammatoria, antisettica e decongestionante, oltre che riepitelizzante e cicatrizzante. E' infatti utilizzata per il trattamento di ulcere, ustioni, dermatiti, afte. Se ne fa anche un uso cosmetico per pelli secche, arrossate (couperose), screpolate, rilassate, e nell'acne come dermopurificante e cicatrizzante. Ma veniamo alle controindicazioni: le preparazioni ad uso interno a base delle tre specie di Echinacea sono considerate sicure e ben tollerate, ai dosaggi consigliati. Il suo utilizzo è però sconsigliato in caso di malattie autoimmuni progressive, come collagenopatie, sclerosi multipla, artrite reumatoide, lupus, eccetera, proprio per evitare di interferire con un sistema immuntario già alterato e compromesso. Alcuni testi riportano che l'Echinacea è sconsigliata in gravidanza, ma la Commissione Europea afferma che non vi sono effetti sulla gravidanza, e alcuni studi clinici lo dimostrerebbero. Non sono disponibili studi concernenti l'associazione con farmaci. Per ora ci fermiamo qui, ma proseguiremo nei prossimi mesi, poiché l'argomento è vastissimo e offre ancora tanti spunti di riflessione. Dott.ssa Marina Multineddu |
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