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PRECAUZIONI D'USO E CONTROINDICAZIONI DELLE PIANTE OFFICINALI: AMAMELIDE, ANGELICA, ANGELICA CINESE, ARANCIO AMARO, ASSENZIO, CANNELLA, CARDO MARIANO, CURCUMA

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Riprendiamo l'argomento, già affrontato in precedenti articoli, sulle controindicazioni che alcune erbe officinali possono avere nei confronti nell'organismo umano, specie in presenza di particolari patologie, e le possibili interferenze tra piante officinali diverse o tra le piante e i farmaci di sintesi.

In questo articolo e nei successivi analizzeremo l'azione di piante medicinali non ancora esaminate, o approfondiremo e aggiorneremo alcune piante già trattate, per metterne in evidenza eventuali controindicazioni, ricordando sempre che la fitoterapia non è di per sé completamente innocua, come molte persone credono: essendo le erbe officinali dei veri e propri "farmaci" naturali, esse interagiscono con il nostro organismo, sia in caso di uso interno che di uso esterno e, pur essendo molto meno aggressive e presentando minori probabilità di causare effetti avversi rispetto ai farmaci di sintesi, possono comunque avere delle controindicazioni o richiedere determinate precauzioni d'uso.

Amamelide



Amamelide
L'Amamelide, Hamamelis virginiana, le cui foglie e la corteccia dei giovani rami costituiscono la parte officinale ricca di principi attivi, è caratterizzata dalla presenza di flavonoidi, fenoli, mucillagini, olio essenziale, tannini, acido gallico, che possiedono attività astringente venosa, emostatica, antiflogistica, antiemorragica, decongestionante, che conferma il tradizionale uso popolare dell'Amamelide dei nativi americani, che la utilizzavano per frenare le emorragie delle ferite sanguinanti e accelerarne la cicatrizzazione.

L'Amamelide è utilizzata sia per uso interno che esterno sotto forma di estratti fluidi, molli o secchi.
L'alto contenuto di tannini la rende astringente e antimicrobica, con grande affinità per pelle e mucose, di cui inibisce l'infiammazione.
E' consigliata per le turbe della circolazione, soprattutto venosa, come emorroidi sanguinanti, varici, flebiti, fragilità capillare con tendenza alla formazione di lividi, capillari dilatati, cellulite.
E' un antiemorragico uterino nelle metrorragie, nella dismenorrea con flusso ematico abnorme.
L'Amamelide è utilizzata in cosmesi per preparare acque distillate, colliri, tonici decongestionanti per bambini, dopobarba lenitivi, per le pelli con couperose, per lenire gli eritemi solari, per attenuare l'arrossamento del volto in presenza di acne rosacea e nei prodotti anticellulite.

Precauzioni d'uso: l'Amamelide utilizzata per uso interno a dosaggi elevati può presentare una eccessiva concentrazione di tannini, che può causare, in soggetti sensibili, irritazione a carico della mucosa gastrica, e stipsi.

Angelica



Angelica
L'Angelica, Angelica archangelica, la cui parte officinale è costituita dalla radice, contiene cumarine, flavonoidi, acidi caffeici, tannini, sostanze resinose, amare e zuccherine, olio essenziale contenente limonene e altri terpeni.
L'Angelica è utilizzata da tempi antichissimi nella medicina popolare per le sue proprietà digestive, colagoghe, eupeptiche, carminative, antispasmodiche, antinfiammatorie, utili in caso di digestione lenta e difficoltosa, atonia gastrointestinale, dispepsia, acidità gastrica, reflusso gastroesofageo, gas intestinali, flatulenza, spasmi colici, disturbi epato-biliari, cefalea digestiva.

Assunta prima dei pasti stimola l'appetito, perciò è indicata in caso di inappetenza, convalescenze, magrezza.
L'Angelica è anche emmenagoga, in quanto favorisce e regola le mestruazioni, riduce i dolori mestruali e gli spasmi intestinali.
E' inoltre corroborante, espettorante e antibatterica, contrasta le affezioni dell'apparato respiratorio come tosse, bronchiti, influenza, raffreddore.
L'olio essenziale, miscelato a un olio vettore neutro, come l'olio di Mandorle dolci, è indicato per massaggi contro nevralgie, dolori muscolo-scheletrici, reumatismi, contratture.
Nella medicina popolare era utilizzata per preparare aperitivi e digestivi, e tuttora è usata per amari digestivi e liquori, come il famoso "Chartreuse" e "L'Acqua delle Carmelitane".

Precauzioni d'uso: poiché potrebbe causare fotosensibilizzazione, si consiglia di non esporsi al sole dopo l'assunzione di Angelica. Utilizzare con cautela in associazione a terapie anticoagulanti. Non assumere in gravidanza e allattamento. Non superare le dosi consigliate.

Angelica cinese (Dong quai)



Angelica cinese
L'Angelica cinese, Angelica sinensis chiamata anche Dong quai, è conosciuta col nome di "Ginseng femminile" per la sua azione fitoterapica particolarmente indicata per normalizzare l'equilibrio ormonale femminile. La radice contiene i principi attivi caratterizzanti, quali fitosteroli che aiutano a mantenere bassi livelli di colesterolo LDL (o "colesterolo cattivo"), ftalidi che contribuiscono a regolarizzare gli ormoni che controllano la pressione arteriosa, composti fenolici e acido ferulico antiossidanti, olio volatile contenente ligustilide, utile per la sfera ginecologica, fitoestrogeni validi per contrastare i disturbi causati dalla menopausa, polisaccaridi, cumarine anticoagulanti, vitamine A, E, B12 e sali minerali.

Tradizionalmente utilizzata in Asia, in cui è presente anche allo stato selvatico, come tonico femminile, corroborante contro l'astenia, antinfiammatorio locale e antispasmodico per contrastare i disturbi legati all'apparato riproduttivo femminile, come irregolarità del ciclo mestruale, dismenorrea, amenorrea, sindrome premestruale, disturbi della menopausa.
Nella dismenorrea agisce come analgesico e rilassante sugli spasmi della muscolatura liscia uterina e intestinale, utile in caso di crampi uterini e viscerali, oltre che rasserenante e analgesico per cefalee e artrite.
L'Angelica cinese ha inoltre un'azione antiossidante, vasodilatatrice, anticoagulante, ipotensiva, utili per il sistema cardiocircolatorio.

Precauzioni d'uso: l'Angelica cinese non deve essere utilizzata in gravidanza e allattamento, né in associazione a terapie anticoagulanti per la presenza di cumarine, che agiscono sulla coagulazione del sangue.
E' fotosensibilizzante, per cui non ci si deve esporre al sole durante la sua assunzione.

Arancio amaro



Arancio amaro
Le scorze dei frutti acerbi dell'Arancio amaro costituiscono la parte officinale che contiene un fitocomplesso ricco in flavonoidi, oli essenziali, diversi principi amari, furanocumarine, responsabili, insieme alla sinefrina, delle proprietà dimagranti attribuite a questa droga (intendendo con questo termine la parte di pianta contenente i principi attivi officinali), che favorisce l'equilibrio del peso corporeo, stimola il metabolismo intervenendo sull'utilizzo dei lipidi, aiuta a controllare l'appetito e aumenta i livelli di energia.
Le scorze di Arancio amaro inoltre svolgono una funzione digestiva, regolano la motilità gastrointestinale e favoriscono l'eliminazione dei gas.

Precauzioni d'uso: poiché stimola la secrezione dei succhi gastrici, la scorza dell'Arancio amaro è sconsigliata in presenza di ulcere gastriche e intestinali, poiché in questi casi si ha già un eccesso di secrezione acida da parte dello stomaco.
La presenza di furanocumarine può dar luogo a foto-sensibilizzazione, specie nelle persone con carnagione chiara, per cui ne è sconsigliata l'assunzione prima dell'esposizione al sole, pena la comparsa di fotodermatosi: questa limitazione è valida per l'olio essenziale e per i preparati idroalcolici, che contengono significative quantità di furanocumarine, ma non per i preparati ottenuti mediante estrazione acquosa come le tisane, a causa della ridotta solubilità in acqua dei composti responsabili di questo effetto.
E' sconsigliato in gravidanza, allattamento e nei bambini al di sotto dei 12 anni.
E' necessario consultare il medico prima dell'uso se le condizioni cardiovascolari non sono nella norma, per un possibile rischio cardiovascolare indotto dalla sinefrina.

Assenzio



Assenzio
L'Assenzio, Artemisia absinthium, è chiamato "erba santa" in riferimento alle sue proprietà medicinali, che risiedono nelle foglie e nelle sommità fiorite, contenenti il principio amaro absintina, acidi fenolici, glucosidi, tannini, oli essenziali dalla composizione variabile nella concentrazione in tujoni, sostanze responsabili della possibile tossicità della pianta, se consumata in dosi eccessive, mentre se utilizzata con moderazione alle dosi raccomandate non esplica effetti indesiderati.

L'Assenzio ha proprietà amaro-toniche e digestive, che lo rendono un ingrediente basilare per molti liquori tonici (es. Vermouth), amari digestivi stimolanti e stomachici.
L'Assenzio è inoltre febbrifugo, emmenagogo per regolarizzare il ciclo mestruale doloroso, vermifugo e antiparassitario contro vari parassiti intestinali come gli ossiuri.
Indicato per il recupero dell'energia e del vigore fisico, il principio amaro absintina, eccitando le terminazioni nervose della mucosa orale, regola la motilità gastro-intestinale e favorisce la secrezione dei succhi gastrici e della bile (proprietà colagoga e coleretica), migliorando la digestione in caso di dispepsia e atonia gastrica, e favorendo l'eliminazione di gas intestinali.

Precauzioni d'uso: l'Artemisia absinthium è considerato una pianta a bassa tossicità, se assunta alle dosi raccomandate, e per periodi non superiori a un mese.
L'Assenzio, per le sue proprietà stimolanti dei succhi gastrici, è controindicato in caso di ulcera gastrica o duodenale. Sconsigliato in gravidanza, e durante l'allattamento poiché conferisce un sapore sgradevolmente amaro al latte materno.

Cannella



Cannella
La Cannella, Cinnamomum zeylanicum, la cui parte officinale è costituita dalle cortecce dei fusti e dei rami, che grazie ad una breve fermentazione acquisiscono il caratteristico profumo aromatico e un sapore dolciastro, ma anche aromatico e piccante, è utilizzata, oltre che come spezia aromatizzante, anche per le sue proprietà officinali antiossidanti, astringenti, carminative, stomachiche, eupeptiche, regolarizzanti della flora batterica intestinale, e come tonico-stimolante generale.

Indicata per favorire la funzione digestiva, nelle fermentazioni intestinali, per infezioni del cavo orale, astenia, e nei disturbi dell'apparato genitale.
L'olio essenziale, dall'elevata concentrazione di principi attivi, è antimicrobico, antibatterico, antimicotico, revulsivo, emmenagogo, consigliato sia per l'uso esterno, aromaterapico e cosmetico, sia per l'uso interno, se puro e di qualità superiore, per migliorare le funzioni digestive, l'eliminazione dei gas intestinali, per regolare il transito intestinale, migliorare il fisiologico metabolismo dei carboidrati.

Per uso esterno, miscelato a un olio vettore neutro come l'olio di Mandorle dolci, si usa per applicazioni topiche sulla pelle, per frizioni come purificante e deodorante, per lenire prurito e bruciore delle punture di insetti.
Diluito in poca acqua può essere utilizzato per sciacqui in caso di infiammazioni alle gengive e delle mucose orali. Per il suo gradevole aroma speziato l'olio essenziale è indicato anche per i diffusori di essenze, per profumare l'ambiente e creare una calda atmosfera.

Precauzioni d'uso: l'olio essenziale può essere irritante per la pelle e le mucose, se utilizzato puro, pertanto è raccomandato, quando lo si voglia usare per uso topico, diluirlo o mescolarlo con un olio vettore neutro come l'olio di Mandorle, o altro olio cosmetico. Inoltre è controindicato in gravidanza, allattamento e nell'infanzia.

Cardo mariano



Cardo mariano
Il Cardo mariano, Silybum marianum, è una pianta dalla lunga tradizione erboristica, la cui parte officinale è costituita dai frutti (acheni), impropriamente chiamati semi, che contengono silimarina, un principio attivo anti-epatotossico dalle accertate proprietà disintossicanti del fegato, oltre che colagoghe e coleretiche.

La silimarina possiede una spiccata azione lipotropa (ostacola la degenerazione grassa del fegato) ed anti-necrotica (riduce la degenerazione delle cellule epatiche).
Il Cardo mariano favorisce l'eliminazione delle tossine derivanti sia dall'alimentazione o dall'ambiente, sia endogene, ed è perciò indicato nelle epatiti acute, epatopatie croniche da cause tossiche o metaboliche, steatosi epatica, cirrosi.
Può essere utilizzato con un'assunzione prolungata e costante come coadiuvante in presenza di "fegato grasso" e per proteggere le cellule epatiche.

Precauzioni d'uso: controindicato per i soggetti ipertesi o con predisposizione all'ipertensione. Si suggerisce di consultare il medico prima di assumere preparati a base di Cardo mariano, che può innalzare i livelli pressori nei soggetti già ipertesi, per il suo contenuto in tiramina.
Sconsigliato inoltre nei soggetti affetti da ostruzione delle vie biliari.
Per mancanza di studi scientifici dedicati, si consiglia di consultare il medico per l'uso durante la gravidanza e l'allattamento.

Curcuma



Curcuma
La Curcuma, Curcuma longa, i cui rizomi dall'intenso colore giallo contengono la curcumina, principio attivo che ne caratterizza le proprietà officinali, svolge una importante azione antiossidante, sostiene la funzionalità articolare, contrasta le problematiche femminili legate al ciclo mestruale, è disintossicante dell'organismo, in particolare del fegato come coleretico e colagogo, antinfiammatoria, cicatrizzante.

Queste proprietà sono state confermate da recenti studi scientifici, i quali hanno rilevato che le popolazioni presso le quali questa spezia è consumata abitualmente, hanno una bassa incidenza di malattie degenerative cerebrali, probabilmente per la sua azione antiossidante contro i radicali liberi, responsabili dell'invecchiamento cellulare.

L'uso della Curcuma è particolarmente utile nei disturbi digestivi, nell'insufficienza epatica lieve con rallentato flusso biliare.
Come spezia la Curcuma entra nella composizione del Curry, insieme ad altre piante tropicali tipiche come Coriandolo, Cannella, Noce Moscata, Chiodi di Garofano, Zenzero, Peperoncino.

Precauzioni d'uso: la Curcuma è controindicata in presenza di gravi patologie epatiche; è richiesta prudenza nell'uso della Curcuma, quando si sospetti la presenza di calcoli alla cistifellea, proprio per le sue proprietà coleretica e colagoga, specie se sono presenti occlusioni, anche parziali, delle vie escretrici della bile (es. coliche pregresse).
Non va assunta in associazione con anticoagulanti e antiaggreganti piastrinici, dei quali può potenziare l'azione.
Alti dosaggi possono aumentare i disturbi causati da eccesso di acidità gastrica e ulcera peptica.
E' sconsigliata anche in gravidanza e allattamento.

Dott.ssa Marina Multineddu

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