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ARRIVA L'AUTUNNO: ALLERTIAMO LE DIFESE IMMUNITARIE CONTRO I VIRUS



Le malattie stagionali



Influenza
I periodi dell'anno più a rischio per contrarre raffreddori o la tanto temuta influenza sono senza dubbio l'autunno e l'inizio dell'inverno, quando la temperatura inizia ad abbassarsi, spesso con sbalzi notevoli, e cominciano i cosiddetti malanni stagionali.
In realtà il freddo ha un ruolo marginale in questo aumento degli episodi infettivi: i veri responsabili infatti sono i virus. E' vero che con l'abbassarsi della temperatura inaliamo aria fredda, e questa può rallentare il movimento delle ciglia vibratili che tappezzano le mucose dell'apparato respiratorio; il loro movimento di solito è coordinato ed efficace per espellere dai polmoni le particelle sospese nell'aria, che noi inaliamo ad ogni atto respiratorio: impurità, microbi, polveri, particelle tossiche che possono essere disperse nell'ambiente.
Quando questo movimento diventa troppo lento per costituire una barriera efficiente, i virus possono prendere il sopravvento, anche perché col freddo si vive in ambienti chiusi, spesso affollati e poco arieggiati, quindi a contatto con molte persone, fra le quali possono esserci portatori di infezioni virali.

Mirtillo
Mirtillo
Il contagio di queste malattie infatti avviene perché nell'aria possono essere disperse goccioline d'acqua cariche di virus, emesse anche a notevole distanza con la tosse o gli starnuti, o semplicemente parlando e respirando: in un ambiente chiuso la concentrazione di queste particelle in sospensione aumenta considerevolmente, e di conseguenza aumenta la probabilità che chi si trovi in quell'ambiente entri in contatto con i virus, inalandoli.
Il contagio può avvenire anche stringendo la mano ad una persona infetta, frequentando gli stessi ambienti o toccando gli stessi oggetti (la maniglia di una porta, il carrello della spesa, ...): se poi ci portiamo le mani al naso o alla bocca, o ci tocchiamo gli occhi, i virus possono introdursi all'interno del nostro organismo e aggredirlo. Perciò è buona norma sempre, ma in particolare durante la stagione fredda, lavarsi spesso le mani: un gesto che può costituire un'efficace prevenzione contro il diffondersi dei virus.
Ognuno di noi dovrebbe sentire il dovere morale di limitare i contatti col prossimo, quando abbia in atto una malattia virale, per evitare di diffonderla alimentando così le epidemie stagionali: molto meglio stare a casa al caldo, aspettare che l'infreddatura faccia il suo corso, adottando tutti gli accorgimenti per alleviare i sintomi, anche con l'aiuto della fitoterapia.

Il sistema immunitario



Papaya
Papaya
A questo punto sorge spontanea una domanda: perché non tutte le persone che vengono a contatto con i virus del raffreddore o dell'influenza contraggono l'infezione? La risposta è solo una: l'efficienza del sistema immunitario che preserva dal contrarre malattie.
Se il sistema immunitario è forte ed efficiente, saprà proteggerci più validamente; se esso al contrario è deficitario, avremo maggiore facilità ad ammalarci.

Vi sono molti fattori che possono indebolire le nostre difese, come stress fisici o psichici, interventi chirurgici, infezioni ricorrenti, assunzione di alcuni farmaci, depressione, malattie croniche come cardiopatie e diabete, ma anche la mancanza cronica di sonno.
Si è scoperto che il massimo dell'attività di particolari cellule del sistema immunitario avviene proprio verso le 2 o le 3 della notte, in pieno sonno; se vi è insonnia grave, si ha un deficit nella produzione delle sostanze che sono deputate a difenderci dalle malattie, con indebolimento delle difese organiche.
Nei bambini le difese sono più fragili perché il sistema immunitario non è ancora completamente sviluppato, mentre negli anziani le difese diminuiscono col passare degli anni, a causa del fisiologico invecchiamento dell'organismo.

Potenziare le difese immunitarie con i prodotti naturali



Cosa si può fare per potenziare con l'aiuto della natura, ove possibile, il sistema immunitario?

Sono diverse le sostanze naturali, come gli antiossidanti, i fermenti lattici probiotici, la propoli, e alcuni fitoderivati con proprietà immunostimolanti, che possono rafforzarlo.
Possiamo rifornirci di sostanze antiossidanti con il cibo, inserendo nella nostra alimentazione quotidiana abbondante frutta e verdura di tutti i colori che la natura ci mette a disposizione: i vari colori infatti corrispondono a sostanze precise, come ad esempio il giallo-arancione della Carota o della Papaya alla vitamina A, il blu del Mirtillo ai flavonoidi, tanto benefici anche per la salute del sistema circolatorio; o ancora il bel rosso acceso del succo di Melagrana evidenzia la ricchezza di polifenoli, sostanze spazzine che neutralizzano i temuti radicali liberi.
Se però la nostra alimentazione non fosse abbastanza ricca di frutta e verdura, e non riuscissimo ad approvvigionarci degli indispensabili antiossidanti con gli alimenti, oggi vi sono ottimi integratori che possono rifornire il nostro organismo di queste importantissime ed utili sostanze.

Anche la propoli è ricchissima di antiossidanti, e inoltre possiede un'azione antibatterica e antivirale ormai dimostrata. Il suo utilizzo è quindi auspicabile come difesa contro virus e batteri, in caso di raffreddore, influenza, mal di gola.

Le moderne ricerche stanno mettendo l'accento anche sull'importanza dei probiotici come difesa per l'organismo umano: i fermenti lattici probiotici infatti hanno la capacità di contrastare la crescita di microrganismi nocivi, di legarsi agli agenti patogeni disattivandoli e impedendone l'adesione e l'insediamento nell'organismo, di stimolare la formazione di anticorpi che aumentano la risposta immunitaria.

Le principali piante officinali che contengono principi attivi naturali dalle proprietà immunostimolanti sono l'Echinacea, l'Uncaria, l'Acerola e la Rosa canina.

Echinacea
Echinacea
Al genere Echinacea appartengono diverse specie di piante erbacee perenni; fra esse quelle che rivestono un interesse dal punto di vista fitoterapico sono l'Echinacea angustifolia, l'Echinacea purpurea e L'Echinacea pallida.
L'uso di Echinacea a scopo medicinale risale a tempi remoti: i Nativi Americani ne utilizzavano i rizomi per curare varie affezioni della pelle come piaghe, ferite e morsi di serpenti.
La moderna farmacopea ha confermato le conoscenze popolari sulle proprietà antinfiammatorie per uso locale, ma ne ha riscontrato anche la grande azione di stimolo sul sistema immunitario, che ne fa un presidio utile in caso di raffreddore e influenza.
Le tre specie di Echinacea contengono diversi principi attivi, i più significativi dei quali sono polisaccaridi, apigenina, echinaceina, echinacoside, acido cicorico, ognuno con le sue peculiarità e la sua azione specifica: la somma di queste azioni fa sì che possano essere utilizzate per l'azione antibiotica, antinfiammatoria, antivirale, e soprattutto immunostimolante.
L'attività immunostimolante si manifesta mediante un aumento di particolari leucociti (globuli bianchi), le cellule del sangue che nell'organismo umano costituiscono una barriera, poiché sono adibite a fagocitare, cioè inglobare per distruggerli, gli agenti estranei dannosi come virus, batteri, funghi, dai quali perciò contribuiscono a difenderci.
L'Echinacea quindi può essere un valido coadiuvante per rafforzare le difese dell'organismo contro le infezioni recidivanti che interessano le vie respiratorie superiori, ma può essere utile anche per contrastare le infezioni alle basse vie urinarie.

Uncaria
Uncaria
L'Uncaria tomentosa è una pianta amazzonica nota col nome locale "uña de gato", cioè "unghia di gatto", nome che fa riferimento alle spine che decorrono lungo il fusto e che servono alla pianta, una liana, per aggrapparsi agli alberi e svilupparsi verso l'alto, alla ricerca della luce.
I principi attivi risiedono nella corteccia delle radici e della parte inferiore del fusto; la corteccia ha un colore che può variare dal bianco al giallo scuro, fino al rosso scuro; si ritiene che la varietà dalla corteccia color giallo scuro sia quella più ricca di principi attivi, potendo la concentrazione variare anche in relazione alla stagione.
Proprio a causa di questa variabilità, sono da preferire i composti standardizzati, per avere la certezza della giusta concentrazione di principi attivi.

L'Uncaria è ancor oggi utilizzata nella medicina tradizionale peruviana: i "curanderos" infatti usano questa pianta per curare le ferite profonde, le ulcerazioni, le patologie degenerative soprattutto legate all'apparato osteoarticolare, i processi infiammatori di varia natura.
Prove farmacologiche hanno confermato e messo in evidenza che l'Uncaria possiede realmente proprietà immunostimolanti, antivirali, antiossidanti, antinfiammatorie, cicatrizzanti.
L'Uncaria è indicata per le patologie infettive e infiammatorie croniche, quali manifestazioni infettive recidivanti a carico dell'apparato respiratorio, come raffreddore, influenza, faringiti, tonsilliti, specie se di natura virale.
L'Uncaria è anche un discreto coadiuvante nell'artrite reumatoide e altre malattie reumatiche e articolari.

Acerola
Acerola
Infine, l'Acerola, un frutto simile alla ciliegia originario dell'America Centrale, e la Rosa canina, arbusto cespuglioso perenne dell'Europa, Asia, Africa settentrionale di cui si utilizzano i "falsi frutti", o cinorrodonti, sono piante ricchissime di vitamina C, che contengono in percentuale più alta anche degli agrumi e degli altri tipi di frutta, e che ha un ruolo antiossidante e anti radicali liberi, importante nelle risposte immunitarie allo stress e alle infezioni batteriche e soprattutto virali, e anch'essa aiuta a potenziare le difese dell'organismo.

Dott.ssa Marina Multineddu

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