LA GOTTA: PRODOTTI NATURALI PER PREVENIRE L'ECCESSO DI ACIDO URICO 15-06-2019 (Aggiornato 18-08-2023) - Dott.ssa Marina Multineddu |
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La gotta è una malattia metabolica causata dal depositarsi di cristalli di acido urico nelle articolazioni, che nella fase acuta diventano gonfie, arrossate, infiammate e intensamente doloranti, in particolare a livello dell'articolazione metatarso-falangea dell'alluce, ma non solo. Il termine gotta ha origine dal latino "gutta = goccia" perché anticamente si riteneva che fosse provocata dal depositarsi nelle articolazioni di gocce alterate di uno dei fluidi o "umori" del corpo (secondo l'antica "dottrina degli umori" che rappresenta un primo tentativo per spiegare scientificamente le malattie, senza ricorrere a pratiche magiche). Fu verso il 1200 che un frate domenicano, Randolphus di Bocking, usò per primo il termine "gutta" da cui derivò appunto Gotta. La Gotta infatti era nota già anticamente, ed era considerata una malattia dei ricchi, di re, papi e grandi nobili del passato, in quanto era frequente nella classe nobiliare benestante, e colpiva in prevalenza persone che, potendo disporre di cibo in abbondanza, carni in particolare, si abbandonavano spesso a lauti banchetti con eccessi alimentari e al consumo smodato di alcolici, associati a una vita sedentaria, oziosa e indolente, mentre la comune popolazione povera, costretta a lavorare e perciò svolgendo attività fisica, aveva un'alimentazione parca, o addirittura carente, ma non era soggetta alla gotta. Risale all'antico Egitto la prima documentazione storica di questa malattia, mediante la descrizione di un'artrite dell'alluce, e i sintomi caratteristici furono descritti da Ippocrate (460-375 a.C.), il medico greco considerato il padre della moderna medicina, a cui si deve il famoso "Giuramento di Ippocrate". Frassino Fillanto La gotta, come anticipato all'inizio, è una malattia metabolica, caratterizzata da un'alterazione del ricambio delle purine, sostanze organiche azotate presenti nelle cellule, come adenina e guanina, basi azotate degli importantissimi acidi nucleici RNA e DNA, definiti "le molecole della vita". Nell'organismo umano avviene, a livello del fegato, una biosintesi endogena costante di purine, sostanziali per la sintesi degli indispensabili acidi nucleici, a cui si sommano le purine provenienti dall'alimentazione. Dalla degradazione delle purine si produce l'acido urico, o urato, che rappresenta il loro catabolita primario ed è eliminato solitamente dai reni con le urine. Quando l'acido urico non è correttamente eliminato dai reni, o vi è una sua iperproduzione endogena a causa di alterazioni del metabolismo purinico, o un eccessivo introito alimentare di purine, si può manifestare una iperuricemia, ovvero un eccesso di acido urico nel sangue, che può precipitare e venire depositato a livello delle articolazioni, scatenando attacchi di artrite infiammatoria acuta, la gotta appunto, che si manifesta con intenso dolore articolare, spesso notturno o di prima mattina, con gonfiore e arrossamento dell'articolazione, che si surriscalda, con la cute soprastante arrossata, tesa e lucida, ipersensibile e assai dolente al tocco o alla mobilizzazione, talvolta con alterazione febbrile, senso di malessere generale, tachicardia. Oltre alle articolazioni, l'acido urico si può depositare anche a livello dei reni, elevando, nei soggetti che manifestano questa anomalia, la predisposizione a formare calcoli renali (urolitiasi) e a manifestare nefropatia che contribuisce ad aggravare il quadro clinico. Nei soggetti in cui la gotta è cronica e non è adeguatamente trattata, specie in concomitanza all'assunzione di diuretici che limitano l'escrezione dell'acido urico attraverso i reni, col tempo si può verificare anche la deposizione di aggregati di cristalli di acido urico nei tendini, nel derma e nei tessuti molli adiacenti con la comparsa di masse nodulari, definite tofi, specialmente a livello delle articolazioni delle dita di mani e piedi, ai malleoli, nei gomiti, ai lobi delle orecchie, che possono ulcerarsi con fuoruscita di materiale bianco e pastoso. Se trascurati, i tofi localizzati alle articolazioni possono produrre rilevanti danni articolari. Pilosella In presenza di un fattore predisponente ereditario, il solo consumo eccessivo di alimenti ricchi di purine, come frattaglie (animelle, fegato, rognone), alici, acciughe, aringhe, sardine, cervella, carni rosse, sughi ed estratti di carne, insaccati, selvaggina, frutti di mare, asparagi, ma anche birra, alcolici, bevande e dolcificanti contenenti fruttosio, non è determinante per lo scatenarsi della malattia. Tuttavia, quando si è in presenza di iperuricemia con diagnosi di gotta, è sempre necessario e vantaggioso ridurre o, meglio ancora, evitare il consumo di alimenti ricchi di purine, specie quando la gotta è associata alla sindrome metabolica (obesità, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, ipertensione arteriosa, diabete, insulino-resistenza). In effetti negli ultimi anni l'incidenza della gotta nei paesi industrializzati è andata aumentando probabilmente per l'aumento nella popolazione dei casi con sindrome metabolica, conseguente anche al cambiamento del tipo di alimentazione, più ricca e sovrabbondante, e all'aumento della vita media, che ha portato ad un invecchiamento della popolazione; è aumentata inoltre la frequenza della gotta anche nelle donne in menopausa, specie se eccedono nell'assunzione di farmaci diuretici, in quanto essi e altri farmaci di sintesi rallentano l'escrezione renale dell'acido urico, favorendo perciò l'iperuricemia. Per contrastare la gotta è fondamentale ostacolare l'aumento dei valori ematici di acido urico, sia prodotto da una biosintesi endogena, solitamente di natura genetica e perciò ereditaria, sia causata da errati stili di vita, con alimentazione molto scorretta e sbilanciata che include il consumo di cibi ad alto contenuto di purine, l'abuso di bevande alcoliche, inclusa in particolare la birra, e inoltre il consumo esagerato di fruttosio, oltre a quello contenuto nella frutta particolarmente zuccherina come cachi, uva, fichi, banane, ecc. quando assunta in quantità eccessiva, anche quello ingerito come dolcificante di bevande, marmellate, dolciumi, caramelle, frutta candita o sciroppata: quando il fruttosio è consumato in quantità troppo elevate, il suo metabolismo produce eccessi di acido urico che l'organismo non è più in grado di smaltire, contribuendo a elevare l'uricemia, oltre a causare processi infiammatori e danni, anche gravi, alle cellule epatiche. E' indispensabile perciò, come primo provvedimento, modificare l'alimentazione e cercare di mantenere un regime alimentare sano e bilanciato che porti anche ad una riduzione del peso corporeo, se in sovrappeso. Ribes nero Shiitake Quando alla gotta è associata una sindrome metabolica, si può intervenire inoltre con l'ausilio di rimedi fitoterapici specifici per controllare l'anomalia dei valori ematici alterati, e in particolare rimedi micoterapici, come lo Shiitake (Lentinula edodes), un fungo appartenente alla Medicina Tradizionale Cinese, attivo nel trattamento dell'ipercolesterolemia e per la riduzione dei grassi del sangue, con un'azione regolatrice della pressione sanguigna, che agisce vantaggiosamente anche sull'iperuricemia aiutando a prevenire la gotta. In definitiva, la profilassi è la migliore strategia per cercare di prevenire la gotta, sia con uno stile di vita salubre che preveda la riduzione dei cibi ad alto contenuto di purine, ma anche il sovrappeso e l'eventuale sindrome metabolica, instaurando l'abitudine a un consumo abbondante e quotidiano di acqua, abbinato all'uso frequente, o meglio ancora, costante, di fitoterapici mirati che contribuiscano a mantenere l'uricemia a livelli fisiologici. Dott.ssa Marina Multineddu |
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