LA SINDROME METABOLICA: COME PREVENIRE E MINIMIZZARE I FATTORI DI RISCHIO CON L'AIUTO DEI RIMEDI NATURALIArticoli correlati: |
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A molti individui può accadere di avere un'alterazione di qualche parametro riguardante la salute, come un aumento della pressione arteriosa, oppure del colesterolo, o ancora dei trigliceridi, o della glicemia: condizioni anomale, rispetto agli standard universalmente riconosciuti per definire uno stato fisiologico di salute, che possono presentarsi anche associate al sovrappeso, se non proprio all'obesità. Talvolta le modificazioni dei valori fisiologici di questi parametri potrebbero anche non essere particolarmente elevate, tali cioè da destare particolare preoccupazione, se esse si manifestano ciascuna singolarmente. Se invece nell'individuo si determinano contemporaneamente almeno tre fra tali alterazioni, seppure con valori che non si discostano troppo dalla norma, questa condizione, definita Sindrome Metabolica, è considerata una situazione pre-patologica la quale, se non corretta nelle sue cause, può sfociare col tempo in gravi patologie cerebro-cardio-vascolari, talvolta anche molto invalidanti, o addirittura mortali. Col termine di Sindrome Metabolica si intende perciò una situazione in cui sono presenti un insieme di fattori di rischio, in particolare almeno tre alterazioni fra i seguenti valori: - pressione arteriosa superiore a 130/85 mmHg - glicemia misurata la mattina a digiuno superiore a 110 mg per dl di sangue - colesterolo HDL (definito "buono") inferiore a 40 mg per dl di sangue nell'uomo, e a 50 mg nella donna - trigliceridi ematici superiori a 150 mg per dl di sangue - circonferenza addominale superiore a 102 cm nei maschi, a 88 cm nelle femmine Quando tre alterazioni, fra questi parametri, compaiono insieme, costituiscono una condizione clinica ad alto rischio cerebro-cardio-vascolare. Si può notare che i valori suddetti non sono tali da essere considerati, se presi singolarmente, troppo elevati né troppo discosti da quelli universalmente ritenuti nella norma, come ad esempio la pressione arteriosa, che per essere definita reale ipertensione deve superare i 140/90 mmHg, ma è la presenza contemporanea di almeno tre di codeste alterazioni, seppure esaminate separatamente sembrino modeste, che generano la condizione definita Sindrome Metabolica, specialmente se esse si accompagnano ad un eccessivo peso corporeo. Circonferenza addominale Queste definizioni sono conseguenti al fatto che tali forme tipiche dei maschi, e viceversa delle femmine, sono causate dal diverso assetto ormonale specifico nei due sessi. Ciò non toglie che anche la donna possa essere soggetta ad un accumulo adiposo di tipo androide, cioè maschile "a mela", quando, durante la menopausa, viene a mancare la protezione degli estrogeni prodotti dalle ovaie: in codesta situazione l'organismo femminile cerca di produrre gli ormoni carenti mediante l'azione degli adipociti, le cellule deputate allo stoccaggio del grasso, nel tentativo di supplire alla loro mancanza. Durante la menopausa inoltre diminuisce anche il testosterone, l'ormone specifico dell'uomo, ma presente anche nella donna: esso contribuisce alla formazione della muscolatura tramite la quale vengono "bruciate" molte calorie aiutando a "consumare" i depositi adiposi sotto forma di energia; diminuendo il testosterone, si riduce anche la capacità dell'organismo femminile di dissipare il grasso corporeo, che perciò tende ad accumularsi a livello addominale, come nell'uomo. Questo meccanismo spiega dunque il variare della distribuzione del grasso corporeo nella donna in menopausa, la quale contestualmente in questo periodo della vita può andare incontro ai disturbi vascolari più tipici del sesso maschile, come aterosclerosi, infarto, ictus, insulino-resistenza e diabete di tipo 2. Allo stato attuale delle conoscenze mediche, bisogna perciò considerare come un dato certo che una eccessiva massa adiposa, soprattutto se concentrata a livello della circonferenza addominale, conduca a squilibri del metabolismo lipidico (dei grassi) e di quello glucidico (degli zuccheri), condizione che può causare una iper-insulinemia, cioè un accresciuto valore di insulina ematica, che può sfociare con molta probabilità in diabete di tipo 2. Il sovrappeso costituisce perciò il più importante fattore di rischio per il verificarsi della Sindrome Metabolica. Con questo termine non si intende comunque fare riferimento ad una unica patologia, ma ad una patologia multifattoriale correlata all'alterazione di un insieme di fattori di rischio predisponenti, che non deve essere sottovalutata, poiché può aumentare il rischio vascolare di circa 4 volte, rispetto alle persone sane. Le moderne conoscenze mediche hanno infatti acclarato che la presenza della Sindrome Metabolica possa facilmente condurre alla comparsa di malattie quali ictus, infarto, alterazioni epatiche (steatosi), renali e oculari. Nonostante questo elevato rischio sulla salute, la Sindrome Metabolica, essendo una condizione pre-patologica e non ancora malattia conclamata, solitamente non produce sintomi apprezzabili, per cui spesso essa rimane silente, salvo scoprire di esserne affetti in occasione di esami clinici effettuati per altri motivi. Essa infatti è piuttosto diffusa e riguarda circa il 25% della popolazione adulta, con valori crescenti fino al 50% nella popolazione anziana; queste percentuali molto probabilmente sono destinate ad aumentare negli anni futuri, anche in considerazione del fatto che nei bambini si sta manifestando sempre più di frequente una situazione di sovrappeso, se non addirittura di reale obesità causata da errato stile di vita, per cui è prevedibile che in futuro si potrà riscontrare la Sindrome Metabolica anche in giovani adulti, come in parte si sta già verificando. La probabilità di manifestare la Sindrome Metabolica è imputabile principalmente ad una concomitanza di scorrette abitudini, cioè ad uno scorretto stile di vita, come una errata alimentazione accompagnata da scarsa attività fisica, e in taluni casi a una predisposizione familiare. Il miglioramento dello stato di salute deve mirare alla correzione delle errate scelte alimentari, con l'adozione di una dieta sana ed equilibrata, da mantenere nel tempo e non solo per un breve periodo, in modo da raggiungere e mantenere una costante condizione metabolica fisiologica e un ottimale profilo lipidico e glicemico, che col tempo e in modo graduale condurranno ad un calo ponderale, con la riduzione del tanto dannoso grasso addominale, e alla diminuzione della resistenza all'insulina. La resistenza all'insulina è una condizione che comporta una minore sensibilità delle cellule all'azione dell'insulina, con un conseguente successivo aumento della glicemia post-prandiale (dopo pasto), e che, nel perseverare dell'alterazione, condurrà nel tempo anche ad una iperglicemia a digiuno: l'insulino-resistenza è considerata perciò come il prodromo del diabete di tipo 2. Inoltre, abbinando una regolare e controllata attività fisica, si potrà raggiungere l'obiettivo della riduzione del rischio cerebro-cardio-vascolare, che la Sindrome Metabolica innalza notevolmente. Contrastare la sindrome metabolica con i prodotti naturali Sarà poi ovviamente il medico curante a stabilire se sia necessaria anche una terapia farmacologia di supporto al migliorato stile di vita, con un'azione mirata alla correzione di ogni singola componente alterata: sovrappeso o obesità, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, iperglicemia, ipertensione. In ogni caso, si potrà intervenire anche con prodotti fitoterapici di sostegno come coadiuvanti per aiutare il dimagrimento, e particolarmente la riduzione degli accumuli adiposi della circonferenza addominale, e contestualmente favorire la diminuzione dei valori ematici di colesterolo, trigliceridi, e glicemici, senza trascurare la pressione arteriosa. Per agire sul sovrappeso e ridurre la circonferenza addominale, in sostegno alla indispensabile dieta dimagrante equilibrata, si possono assumere integratori composti da diverse piante che agiscono sul senso di fame, mediante il contenuto in macromolecole polisaccaridiche, come l'Opuntia, il Glucomannano, l'Altea, il Lino e il Tiglio, che influiscono anche sui picchi glicemici dopo pasto, rendendo la concentrazione di glucosio e di insulina nel sangue più costante, così da ridurre il senso di fame precoce e la lipogenesi (accumulo di grasso negli adipociti), con attivazione della lipolisi. Inoltre la Rodiola può coadiuvare il tono dell'umore, favorendo l'autocontrollo e aiutando a mantenere un'alimentazione controllata, oltre a evitare la ricerca del cibo come gratificazione. Gymnema Per ridurre i trigliceridi sono particolarmente indicati gli acidi grassi Omega-3 (EPA e DHA), che sono solitamente estratti dal pesce azzurro o da un piccolo crostaceo di acque fredde, il Krill (che in Norvegia significa "cibo di balena"). Attualmente, per chi avesse problemi per il retrogusto che l'olio di pesce può dare, o per chi segue un dieta vegetariana o vegana, sono reperibili come valida alternativa fonti vegetali di Omega-3 consistenti in un olio estratto da microalghe marine (Schizochytrium species), ricco di DHA, eventualmente e opportunamente associato a olio di Lino, che fornisce acido alfa-linolenico (ALA), che l'organismo può trasformare in EPA e DHA. Riso rosso fermentato La biligenesi può essere stimolata anche mediante altre erbe depurative epatiche, come il Cardo mariano, il cui principio attivo silimarina favorisce la rigenerazione degli epatociti (cellule del fegato) mediante un'azione anti-steatosica e antinfiammatoria, la regolazione dell'attività metabolica epatica e del colesterolo e dei lipidi circolanti, contribuendo alla protezione dalle patologie degenerative epatiche soprattutto in presenza di insulino-resistenza e diabete, dislipidemie, sovrappeso. Micoterapia: i funghi medicinali Per quanto riguarda l'ipertensione, solo se si presenta in forma lieve, tale da non richiedere, a parere del medico, una terapia farmacologica, si può intervenire con integratori di Olivo, Biancospino, Aglio, che svolgono un'azione ipotensiva, diuretica, antiaritmica e anti-tachicardica (il Biancospino), contribuendo a mantenere valori pressori fisiologici, riportando quindi alla normalità uno dei parametri alterati, che, insieme alle altre alterazioni descritte, possono condurre alla Sindrome Metabolica. Dott.ssa Marina Multineddu |
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