L'IPERICO PER IL TRATTAMENTO FITOTERAPICO DELLA DEPRESSIONE LIEVE E MODERATAArticoli correlati: |
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L'Iperico, Hypericum perforatum, sinonimo di H. officinale e di H. vulgare, è una pianta erbacea annuale che cresce, sia allo stato spontaneo, sia coltivato, in molti paesi d'Europa e d'America, alta 40-50 centimetri, appartenente alla famiglia delle Hypericaceae (o Clusiaceae, o Guttiferae), chiamata volgarmente Erba di San Giovanni, Cacciadiavoli, Millebuchi, Pìlatro, Erba dell'Olio Rosso, ecc. Il nome di genere Hypericum deriva probabilmente dai due termini greci hyper = sopra e eikon = immagine, poiché anticamente si riteneva che fosse capace di esorcizzare la presenza degli spiriti maligni, e da questo deriverebbe il nome Cacciadiavoli. Altri lo fanno derivare sempre dal greco hyper ed erèike = erica, cioè pianta che cresce tra le eriche. Il nome della specie, perforatum, deriva indubbiamente dall'aspetto apparentemente bucherellato delle foglie, che, osservate in controluce, sembrano attraversate da numerosi forellini, che corrispondono in realtà a piccole vescichette ghiandolari, oleose e traslucide. L'Iperico produce infiorescenze ramificate con fiori color giallo oro, dai lunghi ed appariscenti stami. Sulla lamina fogliare, in cima agli stami, e sui petali dei fiori, si può osservare una punteggiatura color rosso scuro che corrisponde a piccole ghiandole produttrici di ipericina, un composto caratteristico dell'Iperico, di cui analizzeremo le funzioni e l'importanza. Queste ghiandolette, se strofinate leggermente, aprendosi, rilasciano il loro contenuto che macchia la pelle di rosso, e proprio da ciò deriva il nome popolare di Erba dell'Olio Rosso. Le proprietà officinali dell'IpericoLe sostanze attive caratterizzanti l'Iperico sono le ipericine e le iperforine, oltre a flavonoidi, xantoni, composti fenolici, tannini, cumarine, olio essenziale. Il tempo balsamico, periodo in cui è massima la concentrazione dei principi attivi, corrisponde alla piena estate, con le piante in piena fioritura, quando si colgono le sommità fiorite che costituiscono la parte officinale della pianta. L'Hypericum perforatum era conosciuto come pianta officinale già ai tempi degli antichi Romani e dei Greci, e il suo uso proseguì nel Medioevo e nei secoli successivi. Esso era adoperato a livello popolare ed empirico per un gran numero di utilizzi medicinali, fra i quali spicca l'uso dell'Iperico per le ustioni e le lesioni della pelle in genere, descritto anche da Plinio il Vecchio. Questo particolare utilizzo è stato tramandato fino ai giorni nostri per l'azione cicatrizzante contro piaghe, ulcere, scottature, eritemi solari, azione dimostrata dai moderni studi. A questo scopo si utilizza l'estratto oleoso (oleolito) di colore rosso, dotato di proprietà antinfiammatorie, vulnerarie, cicatrizzanti, protettive e rigeneranti della cute lesa, utile anche contro la desquamazione dell'epidermide causata dalla psoriasi, e per combattere l'invecchiamento della pelle, poiché stimola la rigenerazione cellulare. L'oleolito si ottiene facendo macerare i fiori freschi ben asciutti in un olio vegetale, che può essere di Oliva, Girasole o Mandorle, per almeno 20-30 giorni, esponendo il contenitore al sole per attivare una reazione fotochimica (reazione chimica innescata dalla luce), che consente al precursore protoipericina, contenuto nell'Iperico, di trasformarsi in ipericina, il principio attivo color rosso sangue che favorisce la riparazione dei tessuti epidermici lesionati. L'oleolito di Iperico è particolarmente indicato come lenitivo doposole, mentre ne è sconsigliato l'uso prima di esporsi al sole, per la sua azione fotosensibilizzante, che rende la pelle più sensibile all'azione dannosa delle radiazioni solari. E' solo nel 1938 che il medico tedesco Gerhard Madaus ha ipotizzato un uso dell'Hypericum perforatum nel trattamento dei disturbi nervosi e dell'insonnia, e successivamente P. Fournier nel 1948 ha confermato questo utilizzo. Negli anni '80 furono eseguiti diversi studi scientifici sull'Iperico, ma il massimo interesse a livello mondiale sul suo utilizzo come antidepressivo è iniziato nel 1996, quando studiosi tedeschi pubblicarono sulla prestigiosa rivista British Medical Journal i risultati dei molteplici studi condotti sull'uomo. Oggi gli studi clinici sull'Iperico sono molto numerosi, e confermano l'azione benefica che questa pianta esercita nel trattamento fitoterapico delle depressioni lievi o moderate. La depressioneMa cosa è in realtà la depressione? Vediamo di chiarire brevemente alcuni concetti basilari. Tutti hanno conosciuto momenti di sconforto, ansia, tristezza, causati dalle vicissitudini della vita, ma solitamente questi momenti sono superati dalla reazione dell'organismo, che attiva le sue difese per contrastare gli eventi negativi, stressanti o dolorosi che li hanno provocati. In alcune persone la reazione di difesa si rivela insufficiente, o addirittura assente, per cui subentra uno stato di particolare disagio che può sfociare nella depressione. Le cause possono essere diverse e multifattoriali, come una predisposizione familiare, legata talvolta anche a medesime condizioni ambientali, un carattere particolarmente apprensivo, l'esistenza di un deficit di particolari neurotrasmettitori a livello del sistema nervoso centrale, o ancora la presenza di alcune alterazioni ormonali, come avviene talora nella depressione post-partum; è considerata una forma di depressione anche quel disturbo stagionale che si manifesta durante l'inverno, quando le ridotte ore di luce influiscono sull'umore rendendolo malinconico, probabilmente per un'alterazione nell'equilibrio di alcuni neurotrasmettitori. In questi casi, un evento doloroso come un lutto, un divorzio, la perdita del lavoro, una delusione amorosa, una particolare preoccupazione, o talvolta anche senza che ci sia un motivo apparente, all'improvviso si manifesta un profondo disagio che si aggrava se viene trascurato; è importante infatti intervenire il più precocemente possibile, alle prime avvisaglie del problema, poiché le terapie farmacologiche e anche i trattamenti fitoterapici si rivelano molto più efficaci e incisivi in tempi più brevi. Si parla di depressione, quindi, quando si è di fronte ad un tono dell'umore alterato, con disturbi del sonno, accompagnati da uno stato di sofferenza psicologica che perdura nel tempo, anche sproporzionata rispetto all'evento che l'ha causato, e che, se trascurata, si aggrava e incorre facilmente in recidive. La depressione si manifesta con un senso di tristezza che non si riesce a vincere con la propria volontà; infatti, la cosa più inutile che si possa dire ad un depresso è "cerca di reagire", poiché non ne sarà capace, se non interverrà un aiuto dall'esterno. Questo potrà essere di varia natura: si potrà intervenire con un trattamento psicoterapico, farmacologico, o psicoterapico e farmacologico in sinergia, secondo la gravità e il tipo di problema. La depressione può essere definita lieve, moderata, o grave. La depressione grave, definita anche depressione maggiore, deve essere diagnosticata il più rapidamente possibile e affrontata esclusivamente mediante un approccio farmacologico consigliato dal medico. Nel caso della depressione lieve o moderata, anche se non ha manifestazioni invalidanti come quella grave, poiché causa comunque un senso di afflizione che interferisce con la vita sociale e lavorativa di chi ne è soggetto, si può anche intervenire con un trattamento fitoterapico per mezzo dell'Iperico, eventualmente associata al trattamento psicoterapico. L'Iperico contro la depressioneL'attività antidepressiva dell'Iperico è attribuita ai suoi numerosi e complessi principi attivi, fra i quali in particolare i flavonoidi quercetina, quercitrina, rutoside, iperforine, composti fenolici; come avviene sempre in fitoterapia, l'estratto contenente tutti i principi attivi nel loro complesso, cioè il totum vegetale, ha manifestato una maggiore attività, rispetto ai singoli costituenti isolati. Proprio per la molteplicità delle molecole attive dell'Iperico, sono stati ipotizzati diversi meccanismi nella sua azione antidepressiva. Si suppone che sia esercitata un'azione sia sulla carenza di alcuni neurotrasmettitori, sia sugli enzimi responsabili della loro degradazione; l'Iperico favorirebbe l'aumento della loro concentrazione a livello delle sinapsi (i punti di scambio di natura chimica che avviene fra i neuroni, le cellule nervose) e ne aumenterebbe la disponibilità, agevolando il dialogo fra i neuroni stessi. Un'altra azione ipotizzata è la normalizzazione della secrezione degli ormoni dello stress, il cui eccesso potrebbe indurre anche un deficit del sistema immunitario. Sarebbe inoltre condizionato il meccanismo di secrezione notturno della melatonina a partire dalla serotonina, con un'influenza positiva sul ciclo sonno-veglia, la cui alterazione può causare disturbi del sonno, agevolando indirettamente l'addormentamento e migliorando la qualità del sonno. Affinché i benefici generati dall'assunzione degli estratti di Iperico si manifestino compiutamente, è necessario che trascorrano da due a tre settimane dall'inizio dell'assunzione, per permettere alle molecole attive di concentrarsi e di stabilizzarsi a livello delle cellule nervose cerebrali. Al fine di conseguire un beneficio immediato, che sia subito avvertito dal soggetto depresso, l'Iperico può essere associato ad altre piante officinali che contrastino l'ansia e lo stress, come la Passiflora o la Melissa, in modo da produrre un veloce riscontro che induca alla prosecuzione del trattamento. Quando i benefici saranno evidenti, è opportuno proseguire ad assumere l'Iperico per altre 3-4 settimane per rendere i risultati più stabili. L'azione dell'Iperico si manifesta senza effetti collaterali rilevanti, sicuramente inferiori a quelli prodotti dalle molecole sintetiche. Le eventuali reazioni indesiderate sono sempre di modesta entità, e si limitano a rari casi (circa 1 caso su 30.000) di disturbi gastrointestinali occasionali, o reazioni cutanee, sempre reversibili alla sospensione del trattamento. Sono stati segnalati rari casi di fotosensibilizzazione dovuti all'ipericina (ipericismo), causati da un iperdosaggio. Alle normali dosi efficaci raccomandate dal Ministero della Salute italiano, che corrispondono all'assunzione di preparati a base di Iperico che forniscano e non superino i 0,7 mg di ipericina giornalieri, l'ipericismo è un evento alquanto improbabile (si stima 1 caso su 300.000). Tuttavia è consigliabile, a scopo precauzionale, non esporsi lungamente al sole nelle ore più calde, o a lampade a raggi UV, durante l'assunzione di integratori che contengono Iperico. È da tener presente un fattore importante: l'estratto di Iperico può interferire sul metabolismo di numerosi farmaci. L'interferenza riguarda soprattutto i farmaci che sono metabolizzati da alcuni enzimi epatici, per cui si può indurre una diminuzione anche importante dei livelli plasmatici di questi farmaci, che ne riduce l'efficacia. Portiamo ad esempio la pillola anticoncezionale, alcuni farmaci antidiabetici, gli ansiolitici come le benzodiazepine, e alcuni antipertensivi della categoria dei calcio-antagonisti, e numerosi altri che in questa sede non è opportuno elencare. Perciò, se si stanno effettuando terapie farmacologiche, è sempre prudente chiedere il parere del proprio medico prima di assumere preparati che contengono Iperico. Dott.ssa Marina Multineddu |
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