La
memoria può essere definita come un processo mediante il quale tutti gli animali,
incluso l'uomo, conservano le informazioni apprese tramite l'esperienza o attraverso
percezioni sensoriali. Conoscere, seppure a grandi linee, i meccanismi che consentono
di ricordare, o il perché molte esperienze vengono invece dimenticate, apprendere
in definitiva alcune nozioni sulla "fisiologia della memoria" può aiutarci a migliorarla,
insieme alle nostre prestazioni scolastiche e professionali, oltre che migliorare
e arricchire i rapporti umani.
Possiamo riconoscere una "memoria sensitiva", che proviene dagli organi di senso,
capace di trattenere solo per pochissimo tempo le informazioni: esse sono rapidamente
scartate per circa il 75%; del rimanente 25%, residua solo l'1% che giunge fino
all'area del linguaggio dell'encefalo, che lo conserva nella "memoria primaria"
o "memoria a breve termine" (MBT), la cui capacità è limitata e in cui si verifica
un rapido deterioramento di molte informazioni immagazzinate. Dalla memoria primaria,
solo alcune informazioni vengono trasferite alla memoria a lungo termine (MLT),
che viceversa conserva le informazioni sostanzialmente in modo stabile, con una
durata che può variare da alcuni giorni fino a tutta la vita dell'individuo.
Il meccanismo della selezione dei nostri ricordi e della loro durata è piuttosto
complesso: esso è localizzato in una zona profonda dell'encefalo denominata ippocampo,
deputata a gestire le emozioni, i sentimenti, la percezione della realtà, i comportamenti
relativi ai bisogni primari indispensabili per la sopravvivenza di un individuo,
come procacciarsi il cibo, bere e mangiare, gestire gli stimoli sessuali legati
alla riproduzione, amministrare i rapporti interpersonali e ambientali.
Da ciò si può dedurre che l'apprendimento o l'oblio di informazioni ed esperienze
sono legati a numerosi fattori, sia cognitivi che emotivi, e sono notevolmente
influenzati dalle motivazioni e da elementi affettivi, come le emozioni positive
o negative, con un processo mentale attivo di memorizzazione, e non tramite un
immagazzinamento automatico e passivo di dati. Un semplice esempio può chiarire
questo concetto: quando a scuola una materia ci interessa e ci piace, la impariamo
facilmente e la ricordiamo a lungo, mentre se al contrario la troviamo ostica
o ne proviamo repulsione, sarà molto difficile ricordare anche i concetti basilari,
che faremo grande fatica a memorizzare, e inoltre a distanza di breve tempo è
alta la probabilità di dimenticarli.
Tenendo presente che non tutti gli individui hanno le stesse capacità mnemoniche,
e che per certi versi possiamo considerare la memoria come una componente ereditaria,
alcuni comportamenti possono tuttavia aiutarci a migliorare le nostre performance
cognitive.
L'attività fisica quotidiana regolare, come una semplice camminata veloce per
circa 40 minuti, può rallentare il calo mnemonico fisiologico legato all'avanzare
dell'età, e perfino aumentare il volume dell'ippocampo, proprio quella parte filogeneticamente
più antica del nostro cervello che abbiamo visto essere alla base del mantenimento
dei ricordi.
La memoria può essere "allenata" e, quasi come un muscolo che con l'attività fisica
viene potenziato, se essa è esercitata assiduamente anche mediante particolari
tecniche di apprendimento, basate soprattutto sulle associazioni mentali e sulla
creazione di immagini mentali visive che aiutano la memorizzazione, la si può
migliorare e potenziare, mantenendola efficiente anche con l'avanzare dell'età.
Per contro, esperienze psichiche fortemente traumatiche e sconvolgenti possono
ridurre nel complesso la memoria, poiché sembra che inducano un ipofunzionamento
cerebrale influenzato dagli ormoni dello stress.
In
particolare nell'infanzia e nell'adolescenza, alcuni comportamenti possono aiutare
i bambini e i ragazzi a sviluppare la memoria, sia a breve che a lungo termine,
consentendo più facili progressi scolastici. Una dieta equilibrata è fondamentale,
e in modo particolare è indispensabile la colazione del mattino: essa fornisce
al cervello il "carburante" che consente una migliore concentrazione e l'acquisizione
di maggiori competenze. Recenti ricerche hanno messo in evidenza infatti che i
bambini e i giovani che al mattino non fanno colazione, incontrano maggiori difficoltà
nel richiamare alla memoria le informazioni acquisite.
Anche dormire un numero di ore adeguato all'età è determinante nel consolidamento
della memoria e dell'apprendimento, così come le attività ludiche collegate allo
studio aiutano ad imparare, perché provando piacere e divertendosi la memoria
è maggiormente stimolata e motivata. E' ormai dimostrato inoltre che, utilizzando
tecniche di memorizzazione creative si potenzia l'emisfero destro del cervello,
proprio quello che presiede alle facoltà intuitive e creative, con un ampliamento
dell'efficienza mnemonica.
I
bambini e i giovani possono essere aiutati nel loro percorso di apprendimento,
scolastico e non, con integratori naturali che assicurino i nutrienti indispensabili
per fornire l'energia mentale e la concentrazione, che saranno utili nello studio
e in tutte le fasi dell'apprendimento e che li aiuteranno nel corso della vita
a costruire il loro bagaglio di conoscenze e competenze. Si possono rivelare vantaggiose
integrazioni con succhi concentrati di particolari piante (fruttoligolisati) come
l'Aronia, i Datteri, il Riso
germogliato, che forniscono micro e macronutrienti quali oligoelementi,
minerali, vitamine, aminoacidi essenziali, sostanze antiossidanti;
e inoltre estratti di Soia, Pappa
Reale, Miele, Polline, germe di Grano,
Fieno greco, ottimi ricostituenti
e rinforzanti dell'organismo e delle funzioni cerebrali, minerali come lo Zinco,
che sostiene la normale funzione cognitiva, oltre ad aumentare le difese immunitarie,
eventualmente associato all'Echinacea,
dalle specifiche proprietà immunostimolanti;
o ancora i succhi di Mirtillo
nero, Sambuco, Mora, Acerola,
Arance rosse, ricchi di vitamina
C e antocianosidi,
con spiccate proprietà antiossidanti, ricostituenti, immunostimolanti
per accrescere le difese dell'organismo in crescita, ma che si rivelano utili
anche nell'adulto e in età avanzata.
In
periodi di particolare stanchezza e affaticamento fisico o mentale, o di superlavoro,
può rivelarsi conveniente un'integrazione di vitamine
del gruppo B, specie quando vi sia un apporto carente nella dieta abituale,
per la loro azione essenziale nel metabolismo
energetico dei carboidrati e di tutti gli altri nutrienti, in quanto favoriscono
la loro trasformazione in energia. In caso di cali mnemonici infatti, specie in
presenza di carenze alimentari dovute ad un'alimentazione scorretta, disordinata,
povera di frutta e verdura, e quindi in particolare di minerali quali ferro, fosforo
e di vitamine, specie quelle del complesso B, è consigliabile, oltre a cercare
di razionalizzare l'alimentazione, somministrare integratori vitaminici dell'intero
complesso vitaminico B, comprendente tutte le vitamine del gruppo, che, lavorando
fra loro in sinergia, danno migliori risultati se assunte associate.
Inoltre, nelle situazioni di aumentata pressione psicologica con sovraccarico
eccessivo per la mente, indotte spesso da forti tensioni emotive, stress, fluttuazioni
dell'umore, eccesso di radicali
liberi che accelerano l'invecchiamento cellulare, può essere vantaggiosa un'integrazione
di alimenti nutraceutici quali le bacche di Schisandra,
dall'azione tonica
e adattogena
utile in caso di affaticamento fisico e mentale, o i frutti del Goji,
dall'attività antiossidante specifica per contrastare i danni progressivi causati
dallo stress ossidativo e dall'invecchiamento delle funzioni mentali e visive,
o la Bacopa, un classico rimedio della medicina ayurvedica, tradizionalmente utilizzato
contro ansia e mancanza di concentrazione, per migliorare le facoltà intellettive,
la capacità di elaborazione mentale e la memoria; o ancora il Matè
e la Rodiola, specifici per
contrastare la stanchezza fisica e mentale, come anche il Ginseng
coreano e il Guaranà, utili
per stimolare la vitalità dell'organismo in caso di studio o lavoro particolarmente
intensi, con riflessi positivi sull'efficienza mentale e la capacità di ritenzione
mnemonica.
Anche
la Melissa, una pianta da sempre
apprezzata per le sue proprietà ansiolitiche
e spasmolitiche
gastrointestinali, di recente è stata riconosciuta valida anche per le sue notevoli
proprietà antiossidanti, antiradicaliche, neuroprotettive, utili specificamente
per contrastare i fattori che possono indurre disfunzioni della memoria, tali
da facilitare l'evoluzione di malattie degenerative cerebrali.
Può essere utile l'integrazione con l'Eleuterococco,
una pianta adattogena molto utilizzata in fitoterapia per favorire la fisiologica
risposta che aiuta l'organismo ad adattarsi alle sollecitazioni di ogni giorno,
aumentando il rendimento fisico e mentale, specie in presenza di stress, affaticamento,
astenia
psicofisica; e ancora la Salvia
spagnola (Salvia hispanica), che produce i semi noti come semi di Chia, da
cui si estrae un olio essenziale dai contenuti nutrizionali particolarmente preziosi,
notevole in particolare la presenza di elevatissime quantità di
acidi grassi Omega-3, che, oltre a mantenere bassi livelli di colesterolo
e trigliceridi,
hanno apprezzabili proprietà antiossidanti che aiutano a contrastare i radicali
liberi e lo stress ossidativo cellulare, svolgendo un'utile prevenzione delle
patologie neuro-degenerative.
Nell'anziano
si possono manifestare vuoti di memoria, difficoltà di concentrazione, stanchezza
psicofisica, imputabili a probabili disturbi del sistema circolatorio, seppure
fisiologici con l'avanzare dell'età, o ad accumulo di stress, depressione, ansia,
o all'assunzione di alcune tipologie di farmaci, che possono accelerare il decadimento
delle capacità cognitive.
Oltre a cercare di condurre una vita attiva anche dal punto di vista affettivo,
con stimoli, scambi e interazioni sociali che aiutino a sostenere l'umore e a
mantenere efficiente la memoria, è importante allenare la mente continuando ad
eseguire calcoli, fare giochi di enigmistica, leggere: fattori che contribuiscono
a mantenere allenata la memoria e a rallentarne il declino.
Con l'avanzare dell'età si può cercare di rallentare il decadimento cognitivo
con l'assunzione regolare di antiossidanti, come l'estratto di semi d'Uva,
che protegge le cellule dallo stress ossidativo, o le alghe
Klamath, ricche di pigmenti antiossidanti e dotate di una eccezionale completezza
nutrizionale, che può rivelarsi utile in quanto l'alimentazione dell'anziano è
talvolta carente, specie se vive da solo, eventualmente con l'apporto di integratori
di nutrienti specifici, come l'olio di germe di Grano, ricco di minerali quali
calcio, rame, manganese, fosforo, vitamine del gruppo B, vitamina E, che agisce
anche da antiossidante, e la lecitina di Soia, che apporta fosfatidilserina e
colina (o vitamina J, costituente dei fosfolipidi che compongono le membrane cellulari
e il neurotrasmettitore acetilcolina), sostanze in grado di migliorare la trasmissione
e la funzionalità dei segnali nervosi, la comunicazione fra i neuroni, stimolare
le capacità cognitive, l'efficienza intellettuale, la memoria, o ancora l'olio
di pesce, che potenzia la risposta dei neurotrasmettitori favorendo la funzionalità
del sistema nervoso centrale.
Tutti
questi integratori nutraceutici possono rivelarsi utili in presenza di scarsa
capacità di concentrazione, affaticamento fisico e mentale, scarsa lucidità, cattiva
qualità del sonno, problemi di memoria.
In età avanzata è opportuno inoltre contribuire a migliorare la circolazione sanguigna,
rendendola più fluida ed efficiente mediante integratori di Ginkgo
biloba, una pianta particolarmente indicata per proteggere l'endotelio
vascolare, cioè la parete più interna delle arterie, regolare e favorire il flusso
sanguigno sia periferico che cerebrale, con un'azione antiaggregante
piastrinica che può ridurre il rischio di coagulazione impropria (trombi)
all'interno dei vasi sanguigni. Il Ginkgo biloba è consigliato in particolare
in presenza di deficit dell'attenzione e della memoria, vertigini, ronzii auricolari.
Per la sua proprietà anticoagulante, il Ginkgo biloba è controindicato se si assumono
già farmaci fluidificanti del sangue.
Dott.ssa Marina Multineddu
|