LA SINUSITE: CAUSE, SINTOMI E RIMEDI NATURALIArticoli correlati: |
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Il termine sinusite deriva dal latino sinus = rientranza, cavità, più il suffisso medico ite = che indica una infiammazione, e si riferisce alla presenza di un processo infiammatorio in atto dei seni paranasali. Per chiarire tale definizione è necessaria qualche breve nota di anatomia delle cavità nasali e delle strutture ad esso annesse. Il naso è costituito da una struttura morbida cartilaginea e da una prominenza ossea situata superiormente. All'interno, il naso è suddiviso in due cavità separate da una sottile lamina cartilaginea e da una ossea, chiamata setto nasale; le cavità comunicano con l'esterno anteriormente mediante le narici, e posteriormente con il rino-faringe attraverso le coane, due cavità coniche attraverso le quali l'aria inspirata dalle narici attraversa le cavità nasali, sfociando nella faringe da cui verrà convogliata alla trachea e da qui ai bronchi e ai polmoni. Le cavità nasali possono essere distinte in due regioni, il vestibolo e le cavità nasali propriamente dette: la zona di giunzione fra le due regioni riveste una particolare importanza dal punto di vista funzionale per la respirazione nasale, in quanto corrisponde al punto più stretto delle vie nasali (valvola vestibolare). Ciascuna delle fosse nasali contiene 3-4 turbinati, strutture ossee rivestite di mucosa iper-vascolarizzata, ricca di ghiandole che secernono muco, e ricoperta di ciglia vibratili, che svolgono la funzione di "condizionamento", cioè riscaldamento, umidificazione e depurazione, dell'aria introdotta con la respirazione. Le cavità nasali sono ospitate nelle ossa craniche corrispondenti al viso, in alloggiamenti appositi, nei quali si aprono anche le cosiddette cavità nasali accessorie o seni paranasali (dal greco parà = presso), formate da coppie di cavità piene d'aria poste all'interno delle ossa facciali intorno alle cavità nasali, con le quali comunicano ognuna mediante un piccolo orifizio detto ostio (dal latino ostium = apertura, porta). Le cavità vuote dei seni paranasali contribuiscono ad alleggerire la struttura cranica, e ad amplificare la tonalità della voce. Le cavità paranasali 1) I seni frontali, un paio di cavità di dimensioni ridotte situate nell'osso frontale a livello dell'arcata sopraccigliare, una sopra ogni orbita oculare, che comunicano con le fosse nasali ciascuna attraverso il canale nasofrontale, o dotto nasofrontale. I seni frontali sono spesso asimmetrici e separati da un setto osseo talora deviato e, a volte, possono mancare, come nella popolazione americana in cui circa il 5% non ha seni frontali. 2) I seni mascellari, cavità di forma piramidale, le più ampie fra i seni paranasali, posti nello spessore dell'osso mascellare, uno per ciascun lato del naso al di sotto dell'orbita oculare, della quale con la loro parete superiore costituiscono il pavimento, mentre con l'inferiore sovrastano le radici dentarie di molari e parte dei premolari. Essi comunicano con le cavità nasali mediante l'ostio di drenaggio. 3) I seni etmoidali, piccole cellette aeree in numero e dimensioni variabili, alloggiate all'interno dello spessore delle masse laterali dell'osso etmoide, che costituiscono le pareti laterali delle fosse nasali. Sono dotati anch'essi di un ostio comunicante con le fosse nasali. 4) seni sfenoidali, cavità paranasali di forma approssimativamente cuboide, con dimensioni di una nocciola, situate al centro del cranio, all'interno del corpo dell'osso sfenoide, separati da un setto spesso deviato, in corrispondenza della volta delle cavità nasali e in parte della faringe, con l'ostio situato in alto e in profondità, nella parte posteriore della volta. Sia le cavità nasali che i seni paranasali sono rivestiti di tessuto mucoso simile alla mucosa respiratoria, e inoltre nelle cavità nasali è presente anche una piccola area olfattoria con cellule recettoriali. Il tessuto mucoso secerne due tipi di muco, uno più fluido, e uno più denso e vischioso che serve a catturare le impurità, la polvere, e i germi presenti nell'aria respirata, e, per mezzo del movimento ritmico vibratorio delle ciglia vibratili (clearance, o pulizia mucociliare) convoglia il muco inquinato nella faringe dove viene ingerito o espulso con la tosse. Quando il muco si accumula, a causa del freddo, dell'aria secca del riscaldamento, del fumo di sigaretta, della deviazione del setto nasale, o di una infiammazione locale come il raffreddore, può causare l'ostruzione delle cavità nasali. Oltre a ciò, alcune persone presentano un aumento del volume dei turbinati (ipertrofia dei turbinati), che genera una ostruzione nasale, mono o bilaterale, che ostacola o impedisce la normale respirazione, e spesso obbliga a una respirazione con la bocca aperta che provoca secchezza delle fauci (bocca e gola), spesso rinorrea (eccessiva secrezione nasale), o diminuzione dell'olfatto, apnee notturne e possibile russamento (che può avere anche una diversa genesi). Le cause dell'ipertrofia dei turbinati possono essere di natura allergica (riniti allergiche stagionali o perenni), o da iper-reattività nasale aspecifica, come le riniti vasomotorie simil-allergiche dovute al freddo, al caldo, a stasi da posizione, o all'umidità; oppure per ripetuti episodi infettivi se trattati con antibiotici inadeguati, o a frequenti raffreddori, funghi (micosi) o al fumo. L'ipertrofia dei turbinati può essere aggravata da un uso eccessivo di spray decongestionanti nasali, dall'asma bronchiale, da traumi facciali, e favorita da anomalie anatomiche congenite nasali, o da presenza di polipi, che determinano il blocco delle secrezioni, le quali, non potendo venire espulse dalle narici, vengono convogliate nella parte retronasale sfociando in faringe. Quando, per i motivi suddetti, o per qualunque altra causa come i tuffi, il nuoto subacqueo, la deviazione del setto nasale, l'esposizione per lavoro a sostanze irritanti, l'uso cronico di farmaci, il meccanismo di autopulizia della mucosa (clearance mucociliare) delle alte vie respiratorie è rallentata o si blocca, il muco non rimosso si accumula, andando ad intasare i canali di collegamento (gli ostii) fra le cavità nasali e i seni paranasali, bloccando il passaggio dell'aria e la fisiologica aereazione dei seni paranasali e il defluire delle secrezioni, creando un ristagno che causa l'infiammazione dei seni, ossia la sinusite. I seni paranasali più frequentemente colpiti dalla sinusite sono i seni frontali e i seni mascellari; questi ultimi possono essere interessati anche da una infezione a uno dei molari superiori (ascesso) che per contiguità può contaminare il seno mascellare corrispondente, e si caratterizza per la monolateralità dei sintomi. La sinusite si presenta con infiammazione e ipertrofia delle mucose che limitano lo spazio fra le cavità nasali, che può restringersi notevolmente (ricordiamo l'importanza della "valvola vestibolare"), con abbondante secrezione catarrale nasale, dolore localizzato per lo più a livello della fronte, oppure degli zigomi, o delle mascelle ai lati del naso, specie se vi si esercita una pressione, talvolta cefalea. Sul muco che ristagna si può sovrapporre una proliferazione micotica, virale o batterica, che può dare origine ad una infezione, anche con febbre nelle forme batteriche. Nella sinusite acuta, solitamente su base infettiva inizialmente virale, che in seguito può complicarsi in batterica con accumuli di catarro e possibile presenza di secrezioni purulente, i disturbi durano meno di 2-3 settimane; mentre se tende a cronicizzare e i disturbi sono ricorrenti e si protraggono oltre i tre mesi, a causa di una mancata eradicazione del processo infiammatorio acuto, o del fallito ripristino della fisiologica clearance mucociliare, si parla di sinusite cronica. Poiché con la moderna diagnostica si è rilevato che il processo infiammatorio coinvolge sia il naso che i seni paranasali, attualmente si privilegia la terminologia rino-sinusite (dal greco rinòs = naso), per indicare l'interessamento al disturbo sia del naso, che di uno o più seni paranasali. Per evitare la comparsa della sinusite, è evidente che si dovrebbero contrastare le cause appena esposte, ma se il disturbo fosse ormai in atto, oltre a seguire le terapie consigliate dal proprio medico curante, si può intervenire con il supporto della fitoterapia, a partire dai suffumigi, o fumenti, un rimedio tradizionale che si rivela molto efficace se attuato con l'ausilio di oli essenziali dalle proprietà anticatarrali, antisettiche e germicide, balsamiche, emollienti, fluidificanti delle secrezioni catarrali, come ad esempio Timo serpillo e Timo volgare, Eucalipto, Pino silvestre, Pino mugo, Lavanda, Cipresso, Cajeput. Gli oli essenziali devono essere dispersi in un recipiente di acqua bollente, circa 10-20 gocce per 1-2 litri di acqua, e, avendo l'accortezza di coprire il capo con un panno, si respirano i vapori per almeno 15 minuti, o finché l'acqua è abbastanza calda da produrre vapore, ripetendo con pazienza il trattamento due volte al giorno per almeno 15-20 giorni. E' consigliabile ripetere i fumenti dopo qualche tempo per stabilizzare i risultati, e periodicamente anche come prevenzione. Gli oli essenziali, se di grado alimentare, possono essere assunti anche per uso interno, per potenziare la loro azione antimicrobica e anticatarrale, eventualmente dispersi in una tisana balsamica che contenga anche erbe dalle proprietà lenitive, emollienti, decongestionanti, come Malva, Altea, Liquirizia, Menta, che, insieme all'azione degli oli essenziali, fluidifica il catarro delle vie respiratorie, in particolare quello localizzato nei seni frontali e mascellari, o nelle altre cavità comunicanti con le fosse nasali. Timo Gli spray nasali così formulati, costituiti da una soluzione di base ipertonica bilanciata a pH fisiologico, contribuiscono a effettuare una pulizia profonda delle cavità nasali rimuovendo il muco in eccesso e gli agenti patogeni irritanti e allergizzanti, a liberare le fosse nasali e gradualmente di riflesso quelle paranasali, facilitando la respirazione nasale e concorrendo a limitare i fattori responsabili dell'instaurarsi della sinusite. Per l'infanzia possono giovare spray nasali formulati specificamente per bambini e lattanti, che non sono in grado di soffiare adeguatamente il naso: essi aiutano a liberare e a lavare le cavità nasali dei più piccoli e ad evitare lo scolo retronasale, spesso causa di tosse, o problematiche come mal di gola o otiti medie. Quando le cavità nasali e sinusali sono interessate da rinorrea (naso che cola) che causa irritazione, infiammazione, secchezza, o siano presenti screpolature, abrasioni delle narici e della cute perinasale dovute all'eccesso di muco e ai conseguenti eccessivi strofinamenti, può essere utile l'uso di pomate nasali specifiche, appositamente studiate e formulate, contenenti Acido Ialuronico, burro di Karitè, Aloe vera, Altea, Malva, olio di Jojoba e di Calendula, resine di Incenso (Boswellia), per proteggere, lenire, idratare, rigenerare la cute e le mucose nasali, con in più un'azione rinfrescante che contribuisce a mantenere libero il naso e a favorire una corretta respirazione. In presenza di fattori allergici predisponenti, la formulazione degli spray nasali può contenere piante antiossidanti e antiallergiche come Perilla, Tè rosso (Rooibos), Drosera, Ribes nero, dall'azione antistaminica, decongestionante, antinfiammatoria. Tali presìdi possono essere indicati sia per i bambini che per gli adulti, anche come prevenzione, nei casi in cui vi siano le condizioni predisponenti, come cattivo tempo meteorologico, freddo, vento, o vivere spesso in ambienti con aria condizionata, e in caso di raffreddore e riniti allergiche, o quando si debbano effettuare attività sportive prolungate che richiedano una buona respirazione nasale. Dott.ssa Marina Multineddu |
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