La Drosera rotundifolia, conosciuta anche col nome di Rosolida o Rugiada del Sole, è una pianta erbacea perenne alta circa 20 centimetri, appartenente alla famiglia delle Droseraceae, originaria del Nord America.
E' caratterizzata da un modesto apparato radicale a cui sopperisce, per le sue necessità di sostanze proteiche, con il fenomeno della carnivorìa, ricavando dalle piccole prede che cattura le sostanze azotate indispensabili alla sua vita, riuscendo così a colonizzare anche substrati estremamente poveri di sostanze nutritive.
La Drosera rotundifolia è presente in tutto l'emisfero settentrionale e infatti è diffusa, oltre che in Nord America, anche in Asia e in gran parte dell'Europa. In Italia è piuttosto rara e in alcune regioni è considerata specie protetta; la si può trovare fra gli sfagni (un tipo di muschi) dell'Arco Alpino e Prealpino, in Romagna e in Toscana.
Essa predilige ambienti umidi e freschi, come paludi, acquitrini, torbiere, margini di laghi, fiumi, o stagni; ha adattato il suo
metabolismo a un ambiente povero di sostanze nutritive, evolvendo un sistema assolutamente peculiare, per un organismo vegetale, per completare il suo fabbisogno azotato per mezzo della cattura di piccole prede animali.
Il nome Drosera significa "rugiadosa, coperta di rugiada" poiché le sue foglie, tonde e leggermente concave, lungamente picciolate e disposte in una rosetta basale, sono dotate di una sorta di peli color porpora simili a tentacoli, le cui sommità secernono minuscole gocce di una sostanza zuccherina, vischiosa e lucente, che dona loro un aspetto rugiadoso e attraente, con funzione di attrarre e intrappolare i piccoli artropodi, specialmente insetti, che incautamente vi si posano. Una volta catturata la preda, la secrezione da neutra diviene acida e
proteolitica, consentendo alla pianta di digerire ed assimilare le sostanze nutritive; completata la digestione i tentacoli si riaprono e la trappola si riattiva, mentre i residui chitinosi dell'insetto sono dispersi dal vento.
La Drosera rotundifolia è dotata di proprietà medicinali tramandate dall'uso popolare, e confermate in seguito dalla moderna fitoterapia.
Proprietà e Indicazioni
La
droga, cioè la parte di pianta contenente il fitocomplesso, è costituita dalle parti aeree; il tempo balsamico, cioè quello in cui maggiore è la concentrazione dei principi attivi, corrisponde al periodo estivo.
Il fitocomplesso contiene naftochinoni, glucosidi, oli essenziali,
flavonoidi,
antociani, enzimi
proteolitici, tannini, resine, minerali, acidi organici citrico e malico, che nell'insieme concorrono a conferire alla pianta le sue proprietà
bechiche,
antispasmodiche, antitussive, broncosedative,
antisettiche, leggermente antibiotiche, decongestionanti, antinfiammatorie, secretolitiche,
espettoranti,
demulcenti.
Le foglie contengono in particolare il droserone, una complessa sostanza chimicamente simile alla plumbagina, un derivato naftochinònico, che esercita un'azione benefica come calmante per diverse tipologie di tosse, in particolare tosse stizzosa con broncospasmo, asma, pertosse, "tosse del fumatore": si ipotizza che la Drosera rotundifolia agisca specificamente come calmante della muscolatura liscia dei bronchi (e sembra anche di quella intestinale).
Nell'uso popolare il succo fresco, per la sua ricchezza in sostanze proteolitiche, è utilizzato per uso esterno contro le verruche, ma è necessario applicarlo con accortezza, poiché la linfa delle foglie, a contatto con la pelle, può provocare irritazioni e arrossamenti.
In alcuni antichi testi di erboristeria è riportata la proprietà di far cagliare il latte, come avviene con altre piante, come il Galium verum, utilizzato talvolta come caglio vegetale per produrre formaggi adatti ai vegetariani.