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La droga è costituita dai fiori e dalle foglie della Malva silvestris L. (fam. Malvaceae), pianta erbacea biennale o perenne, alta fino a un metro. In Italia la Malva silvestre è comunissima nei luoghi erbosi ed incolti, dalla pianura alla zona montana, fino a 1500 metri di altitudine. Le foglie si raccolgono all'epoca della fioritura, in luglio-agosto; i fiori devono essere raccolti, senza peduncoli, prima della loro completa apertura. Entrambi si essiccano all'ombra e si conservano in vasi di vetro o porcellana.
Proprietà e Indicazioni Essendo molto ricca di mucillagini, la Malva è emolliente e protettiva delle mucose, blandamente lassativa, bechica. Le principali indicazioni sono infiammazioni del tubo gastroenterico (coliti), infiammazioni delle vie urinarie (cistiti), tosse e bronchite. La Malva è una pianta usata già in tempi remoti: fin dall'VIII sec. A.C. è stata usata come rimedio medicamentoso e come ortaggio (se ne mangiavano i teneri germogli). Cicerone ne era molto ghiotto; Marziale la usava come cura riparatrice dopo un'orgia. Plinio diceva che una pozione a base di succo di malva evitava malesseri per tutta la giornata. Nel XVI sec. in Italia era chiamata "omnimorbia", cioè rimedio per tutti i mali. In realtà anche oggi si usa come rimedio per molti disturbi, oltre a quelli già elencati, come ad es. per sciacqui per le gengive infiammate, per le afte della bocca, per rinfrescare e decongestionare gli occhi; per lenire l'infiammazione di una puntura d'insetto si strofina la foglia fresca, dopo aver tolto il pungiglione. La Malva è utilizzabile anche durante la gravidanza e l'allattamento.