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Assenzio - Artemisia

Assenzio - Artemisia
L'Assenzio maggiore, Artemisia absinthium, definito anche Assenzio romano, è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae (o Compositae), coltivata o naturalizzata in molte regioni temperate di Europa, Asia, Africa, America boreale, e in Cile.
Se si escludono le isole e la Pianura Padana, l'Assenzio maggiore è presente come pianta spontanea anche in tutta l'Italia, su terreni aridi e incolti, nelle regioni collinari, montane e subalpine, dove la sua introduzione e naturalizzazione risale a tempi remoti, già prima dei Romani. La sua probabile origine è l'Europa centro-meridionale, ma alcuni autori la collocano nel vicino Oriente, poiché essa era già nota agli antichi Egizi e ai Greci.
Il nome di genere Artemisia deriva probabilmente dal nome Artemisia, sorella e sposa di Mausolo (re di Caria, regione dell'Anatolia, in seguito divenuta provincia Romana, in onore del quale Artemisia fece erigere una tomba monumentale, il Mausoleo di Alicarnasso, una delle sette meraviglie del mondo antico, opera da cui derivò il nome "mausoleo" per indicare una tomba monumentale). Un'altra probabile origine del nome Artemisia è da Artemis (Artemide), dea greca della caccia.
Il nome di specie absinthium deriva dal greco apsìnthion = privo di dolcezza, in riferimento al sapore fortemente amaro di tutte le parti della pianta, conferito dall'absintina, tanto che è divenuto proverbiale il detto "amaro come l'Assenzio".
L'Artemisa absinthium è una pianta fruticosa, cioè dotata di un fusto sub-legnoso alla base con aspetto semi-arbustivo, alta da 50 cm a 1 metro, con foglie di colore verde ricoperte da una fitta peluria biancastra (bianco-tomentose) che conferisce loro un colore grigio-argeneo. Produce infiorescenze a pannocchia con numerosissimi piccoli capolini gialli pendenti (fino a 90), tipici delle Asteraceae; l'impollinazione è anemòfila (operata dal vento); il frutto è un piccolo achenio glabro e lucido sprovvisto di pappo (appendice piumosa che favorisce la dispersione dei semi per opera del vento), con un solo seme che viene propagato per gravità.


Proprietà e Indicazioni



La droga, cioè la parte di pianta dotata di proprietà officinali, è costituita dalle foglie e dalle sommità fiorite, contenenti, oltre all'absintina, acidi fenolici, glucosidi, tannini, e oli essenziali dalla composizione variabile nella concentrazione in tujoni, sostanze responsabili della possibile tossicità della pianta se consumata in dosi eccessive; essa infatti deve essere utilizzata con moderazione: alle dosi raccomandate infatti non esplica effetti indesiderati.
L'Artemisia absinthium è chiamata "erba santa" in riferimento alle sue proprietà medicinali, in particolare per la sua azione amaro-tonica e digestiva, che la rendono un ingrediente basilare per molti liquori e amari digestivi.
Chiamata in Francia Absinthe, in Germania Wermuth (in effetti è un ingrediente del liquore chiamato Vermouth), tutta la pianta emana un odore fortemente aromatico e le sue sommità fiorite sono utilizzate per estrarne oli essenziali e per confezionare liquori tonici, stimolanti, stomachici, febbrifughi, emmenagoghi e vermifughi.
L'Assenzio maggiore è utilizzato da lungo tempo per preparare rimedi indicati durante la convalescenza per il recupero dell'energia e del vigore fisico, stimolare l'appetito e favorire le funzioni digestive, in virtù del suo contenuto in absintina, un principio amaro che, eccitando le terminazioni nervose della mucosa orale, regola la motilità gastro-intestinale e favorisce la secrezione dei succhi gastrici e della bile (proprietà colagoga e coleretica), migliorando la digestione in caso di dispepsia e atonia gastrica, e favorendo l'eliminazione dei gas intestinali.
La proprietà emmenagoga, antinfiammatoria e antispasmodica dell'Assenzio romano è utile per favorire e regolarizzare il ciclo mestruale, riducendone i disturbi e l'eventuale sintomatologia dolorosa.
L'Artemisia absinthium ha inoltre proprietà vermifughe e antiparassitarie, contro vari parassiti intestinali, come gli ossiuri. Anche nel giardino e nell'orto, per contrastare la presenza di parassiti, bruchi e lumache, è utile l'irrorazione delle piante con l'infuso di questa pianta.
L'Assenzio è utilizzato anche in cosmetica e in profumeria per la sua intensa fragranza aromatica.

Curiosità: nel secoli XIX e XX si riteneva che l'abuso di un liquore ad alta gradazione alcolica a base di Assenzio, chiamato da alcuni "la Fée Verte = la Fata Verde" per il suo colore verde pallido e perché considerato un toccasana, causasse una sorta di avvelenamento chiamato "absintismo" che produceva allucinazioni e convulsioni, ma è stato in seguito appurato che la causa dei disturbi era da imputare alle grandi quantità di alcool ingerite e alla possibile presenza nel liquore di erbe adulteranti tossiche.

Altre specie del genere Artemisia, come l'Artemisia dracunculus, Dragoncello o Estragone, e Artemisia glacialis, conosciuta anche col nome di Genepì dei ghiacciai, o Genepy (termine che identifica anche il liquore ricavato da Artemisia genipi), sono utilizzate in cosmetica per le loro proprietà idratanti, astringenti, antiossidanti contro i radicali liberi, e inoltre per confezionare liquori aromatici, tonici, aperitivi, e digestivi, oltre che come aromatizzanti in cucina.


Precauzioni d'uso



L'Artemisia absinthium deve essere assunta alle dosi raccomandate, e non deve essere utilizzata per periodi superiori a un mese.
E' controindicata in caso di ulcera gastrica o duodenale, durante la gravidanza, e durante l'allattamento perché conferisce un sapore sgradevolmente amaro al latte materno.
La sua tossicità è comunque considerata bassa.
Assenzio - Artemisia


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