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ALLEVIARE LA CERVICALGIA E LE PROBLEMATICHE ARTICOLARI DELLA COLONNA CERVICALE CON RIMEDI ERBORISTICI NATURALI

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La cervicalgia
E' molto frequente sentire qualcuno lamentarsi perché "soffre di cervicale": una espressione ormai largamente diffusa, anche se piuttosto imprecisa. La famosa "cervicale", infatti, non è una malattia, ma è una parte della colonna vertebrale che ogni essere umano possiede, mentre con l'espressione "soffrire di cervicale" in realtà si intende alludere a una infiammazione, spesso causa di dolore, che interessa le vertebre cervicali e i loro annessi.

La colonna vertebrale

Le vertebre cervicali fanno parte della colonna vertebrale, o rachide, definita anche spina dorsale; essa è una parte dello scheletro che sostiene il tronco, dalla struttura assai complessa costituita da una serie di segmenti, le vertebre (dal latino vertere = girare, perché possono ruotare una sull'altra), strutture ossee sovrapposte separate da dischi intervertebrali cartilaginei (eccetto le prime due vertebre cervicali, e le zone sacrale e coccìgea a cui si accennerà in seguito), articolate fra loro a formare un asse portante, in cui l'allineamento delle vertebre fa sì che i fori vertebrali sovrapposti formino il canale midollare, in cui è racchiuso e protetto il midollo spinale, che a sua volta comunica con la cavità cranica attraverso il foro occipitale, per connettersi al cervello, o encefalo.

Struttura delle vertebre
Struttura delle vertebre
Le vertebre sono formate infatti da un corpo vertebrale nella parte anteriore, che prosegue con un arco vertebrale a forma di ferro di cavallo, posteriormente; l'arco vertebrale delimita un foro, il forame vertebrale, contenente il midollo spinale. Da ciascuna vertebra, inoltre, si protendono le apofisi spinose, prominenze ossee più o meno lunghe e robuste secondo la zona della colonna: le vertebre assumono dimensioni e forme differenti a seconda della zona anatomica in cui sono situate, per sostenere il diverso carico di compressione e varie sollecitazioni che ciascuna vertebra deve gestire, coordinando l'elasticità e la rigidità conferite al rachide dalla particolare struttura segmentaria costituita dalla successione di vertebre, intervallate dai dischi intervertebrali, e connesse fra loro e sostenute da numerosi muscoli, legamenti, cartilagini, racchiusi dalle capsule articolari.

La colonna vertebrale
La colonna vertebrale
Nella colonna vertebrale possiamo distinguere cinque zone, in base alla loro collocazione lungo il tronco: partendo dall'alto, in corrispondenza del capo e del collo troviamo la regione cervicale composta da 7 vertebre cervicali (C1-C7), seguita verso il basso dalla regione toracica, o dorsale, costituita da 12 vertebre toraciche (T1-T12), quindi da quella lombare con 5 vertebre lombari (L1-L5), segue la sacrale con 5 vertebre sacrali (S1-S5) saldate insieme (prive dei dischi intervertebrali, tranne il primo che si connette alle vertebre lombari) a formare un corpo unico, il cosiddetto "osso sacro" (nome derivato da una probabile errata interpretazione in latino del greco ieròs = sacro o grande, perciò ieròs ostéon = osso grande - oppure osso sacro, che prevalse), e infine la regione coccìgea, o còccige (dalla forma a becco di cuculo, dal greco kòkkyx = cuculo), costituita da 4 o 5 vertebre con una struttura approssimativa, prive dei dischi intervertebrali, saldate fra loro a formare le vestigia di una coda, che i nostri remoti antenati possedevano e di cui persero l'uso acquisendo la postura eretta, e questo portò alla sua scomparsa per un fatto evolutivo durato milioni di anni. E' per questo motivo che le vertebre possono essere in numero variabile, 33 o 34, secondo il numero di vertebre residue nel coccige.
Le sigle indicano con immediatezza la regione e la vertebra a cui ci si vuol riferire, e questo, per convenzione, si applica a tutte le vertebre: così ad esempio con C1 si indica al prima vertebra cervicale, con T1 si intende la prima vertebra toracica, con L4 la quarta vertebra lombare, ecc.

Esaminando in particolare la zona cervicale, che ci interessa in questo contesto e che corrisponde alla zona del collo, possiamo osservare che è dotata di una spiccata flessibilità, caratteristica che consente un'ampia mobilità, ma proprio per questo è la più predisposta a subire con frequenza varie patologie, anche se sappiamo che ogni zona della colonna vertebrale può presentare anomalie e incorrere in patologie.
Le prime due vertebre delle 7 cervicali, l'Atlante (C1) e l'Epistrofeo (C2), hanno caratteristiche anatomiche peculiari che le distinguono da tutte le altre.
Atlante ed Epistrofeo
Le prime due vertebre: Atlante ed Epistrofeo
Limitandoci alle principali e più evidenti particolarità, notiamo che la prima vertebra, che sostiene il capo, chiamata Atlante per analogia con il personaggio mitologico Atlante che si diceva sostenesse il mondo sulle sue spalle, è priva del corpo vertebrale e forma un anello osseo sul quale poggia il capo, mediante particolari zone articolari, chiamate faccette articolari, che consentono anche una estrema precisione nell'articolazione con la seconda vertebra, l'Epistrofeo. Da notare che fra le due prime vertebre non è presente il disco cartilagineo intervertebrale, e inoltre che il corpo vertebrale mancante nell'Atlante è stato inglobato dall'Epistrofeo, che infatti presenta un grosso "dente", o processo odontoideo, che rappresenta filogeneticamente il residuo del corpo dell'Atlante: esso costituisce un asse, che si articola con l'Atlante, attorno al quale esso può ruotare.
La particolare conformazione di Atlante ed Epistrofeo dunque consente alla colonna cervicale di effettuare una gamma di movimenti che non è concessa alle altre vertebre del rachide, e permette il movimento di rotazione del capo di 90° intorno all'asse del corpo.
Le cinque vertebre cervicali restanti sono più simili alle altre vertebre della colonna, seppure con alcune caratteristiche che le distinguono, come ad esempio la presenza di apofisi spinose bifide, le esclusive articolazioni "unco-vertebrali", e di un'apofisi spinosa molto più pronunciata situata nella vertebra C7, detta "vertebra prominente", solitamente visibile posteriormente alla base del collo proprio perché è in rilievo e facilmente individuabile al tatto: essa costituisce il punto di transizione dalla colonna cervicale a quella dorsale.

Le vertebre cervicali, se viste frontalmente appaiono perfettamente dritte, osservate di profilo non sono allineate in modo esattamente verticale, ma presentano una curvatura fisiologica di circa 36 gradi, convessa anteriormente (lordosi fisiologica), fondamentale per una corretta postura e con importanti ruoli funzionali, come l'assunzione di una corretta posizione eretta, per assecondare l'orizzontalità dello sguardo che consente la massima ampiezza del campo visivo, per favorire i movimenti di rotazione e inclinazione del capo e l'equilibrio del corpo in relazione alla curvatura del rachide dorsale che ha direzione opposta (convessità posteriore, o cifosi fisiologica), e inoltre per ammortizzare gli shock trasmessi al rachide, al collo e al capo, da attività fisiche come la corsa e i salti.

I problemi della colonna cervicale

Il rachide cervicale
Il rachide cervicale
La curvatura fisiologica del collo può ridursi con l'età (collo rettilineizzato, o verticalizzato), oppure in seguito a traumi acuti, come i cosiddetti "colpi di frusta", o ripetuti, o per il protrarsi di posizioni scorrette durante la giornata, ad esempio nei luoghi di lavoro (alla scrivania, al computer, alla guida, ecc.) o durante il sonno.

Può essere all'origine del dolore cervicale anche un colpo di freddo persistente (es. condizionatore), un eccesso di stress che causa tensioni muscolari localizzate, o ancora la presenza di malocclusione dentaria o bruxismo (digrignamento notturno dei denti), situazioni che causano contratture muscolari anomale e asimmetria della muscolatura della mandibola, che si riflette anche sui muscoli del collo che resteranno a lungo contratti, affaticati, scatenando il dolore.
Non bisogna inoltre dimenticare i fenomeni degenerativi dovuti all'età, specie in presenza di posture scorrette che possono causare il logoramento asimmetrico delle cartilagini articolari, portando a una patologia su base infiammatoria artrosica, con neoformazioni di microcalcificazione ossea sulle strutture usurate (osteòfiti, di cui ci occuperemo più avanti).

Una diminuita curvatura della colonna cervicale è solitamente presente nelle persone che soffrono in modo particolare di dolori al collo (cervicalgia), accompagnati spesso anche da tensione muscolare del braccio, con intorpidimento e formicolio della mano, specie se è interessata la porzione inferiore del rachide cervicale.
Se il problema interessa maggiormente la parte superiore, si potranno manifestare con più frequenza cefalee, alterazioni della vista, a volte nausea e vertigini (che necessitano di una corretta diagnosi medica differenziale con altre possibili patologie).

Altre alterazioni dell'allineamento di tutto il rachide, a cui accenniamo brevemente, possono essere l'accentuazione delle fisiologiche curvature del rachide, la cifosi dorsale (convessa posteriormente) e la lordosi lombare (convessa anteriormente); e inoltre la scoliosi, alterazione della colonna che presenta, vista di fronte, anomale curvature dorsali e/o lombari, solitamente entrambe per controbilanciare la postura e l'equilibrio.
In particolare la scoliosi conferisce al rachide una postura anormale con curvatura concava di un lato e relativa compressione delle vertebre, con una corrispondente curvatura convessa dall'altro lato, che modifica la corretta articolazione tra le vertebre, oltre a una torsione del busto; ciò causa alterazioni nella struttura del corpo vertebrale, che determina una maggiore demineralizzazione e degenerazione discale e artrosica dal lato concavo, mentre dal lato convesso è verosimile la formazione di microcalcificazioni con proiezioni ossee (osteòfiti, o becchi osteofitici) sui margini delle vertebre.
Gli osteòfiti possono formarsi anche per processi degenerativi artrosici (artrosi cervicale), infiammatori e traumatici, e, in particolare a livello del rachide cervicale, restringendo la spazio disponibile per le strutture nervose, possono causare la compressione neurovascolare a carico delle radici dei nervi spinali e dei vasi sanguigni, cui accenneremo fra breve, che produrrà edema articolare e cervicalgia, rigidità dei movimenti del collo e rumori simili a crepitii durante il movimento, a volte mal di testa, e altri possibili sintomi, che saranno valutati dal medico curante, il quale consiglierà le opportune terapie riabilitative, fra cui una fisioterapia specifica, mirata a contrastare la sintomatologia dolorosa e a limitare la degenerazione artrosica.

Ernia del disco
Ernia del disco
Anche una eventuale ernia discale cervicale (protrusione o fuoruscita del disco intervertebrale) può causare irritazione e infiammazione dei nervi spinali vicini, che potrebbero risultare compressi e causare formicolio, riduzione della sensibilità, bruciori e dolore pungente e intenso a livello cervicale che può irradiarsi a vari distretti di braccio e mano corrispondenti (cervicobrachialgia).

A questo proposito citiamo un'altra caratteristica importante che riguarda il rapporto che tutte le vertebre, incluse quelle cervicali, hanno col midollo spinale, cioè la parte del sistema nervoso centrale racchiuso e protetto dalle stesse vertebre: dal midollo spinale infatti si dipartono 31 coppie di nervi spinali, i quali, attraverso i fori intervertebrali laterali delle vertebre, fuoriescono lateralmente alla colonna vertebrale andando a innervare bilateralmente, ciascuna coppia, una zona precisa del corpo.
Senza addentrarsi in troppi particolari che complicherebbero ulteriormente il già complesso argomento, possiamo dire che i nervi spinali svolgono una funzione motoria e una sensitiva: ciascuna coppia di nervi spinali innerva porzioni definite del corpo, delle quali consentono i movimenti e la sensibilità, che è molteplice e svolge un grande numero di funzioni sensitive, quali le percezioni tattile, dolorifica, termica, propriocettiva (= senso della posizione del corpo nello spazio, indipendente dalla vista).
La compressione delle radici dei nervi cervicali e le tensioni muscolari possono causare vari disturbi, inclusa una scarsa irrorazione sanguigna che potrà influire su tutte le strutture circostanti la zona cervicale, disturbi che andranno analizzati e valutati con attenzione, anche per escludere altre eventuali cause patologiche.

I rimedi naturali per la cervicalgia

Basilico santo (Tulsi)
Basilico santo (Tulsi)
Un trattamento fisioterapico mirato, praticato da un fisioterapista qualificato, delle algie cervicali è senz'altro consigliabile e utile, per alleviare la rigidità del collo, allentare le tensioni anomale delle strutture circostanti il rachide cervicale, ridurre l'edema articolare, agire con una decompressione delle vertebre cervicali, rinforzarne la muscolatura, mobilizzare le strutture e gli annessi onde evitare compressioni localizzate e scarsa microcircolazione.
Poiché i miglioramenti che si ottengono con la fisioterapia, per quanto ben eseguita, sono piuttosto lenti, sarà necessario eseguire quotidianamente ancora per diversi mesi gli esercizi appresi durante le sedute fisioterapiche anche in casa propria, una volta terminato il ciclo di trattamenti consigliato dallo specialista fisiatra, sia per ridurre ulteriormente la sintomatologia dolorosa, sia a scopo di prevenire facili recidive, poiché le strutture alterate solitamente non potranno ritornare ad uno stato di perfetta condizione fisica, perciò saranno indispensabili opportuni trattamenti da proseguire nel tempo per conseguire sempre migliori risultati e come prevenzione.

Con questa finalità, si può intervenire anche associando alla fisioterapia numerosi rimedi naturali fitoterapici, che contribuiscano a ridurre l'infiammazione e alleviare il dolore, sostenere il benessere articolare, migliorando il trofismo delle cartilagini e incrementandone il rinnovamento.

Si può iniziare con trattamenti nutrizionali specifici mediante l'integrazione di Collagene, la proteina presente in maggiore quantità nel nostro organismo, principale proteina strutturale di pelle, cartilagini, tendini, legamenti e ossa, responsabile della protezione meccanica, dell'elasticità e della tonicità; Acido Ialuronico, sostanza naturalmente presente nei tessuti, con un'elevatissima capacità di legare l'acqua, che gli permette di lubrificare parti mobili del corpo, come le articolazioni, favorendone il naturale movimento e proteggendole da sollecitazioni eccessive; Glucosamina, Condroitina, sostanze naturalmente presenti nell'organismo, che rinforzano la cartilagine, aiutandola a trattenere acqua e proteggendola dal logorio; SAMe (s-adenosil-metionina), dagli effetti analgesici e antinfiammatori, indicata anche per il trofismo e la struttura delle cartilagini articolari: la sua carenza contribuisce a ridurne la resilienza; MSM (metilsulfonilmetano), che attiva il ciclo organico dello Zolfo, indispensabile per la rigenerazione dei tessuti e che contribuisce ad attenuare la rigidità articolare e l'eventuale sensazione di dolore, e ancora Silicio, Manganese, Magnesio, Calcio, Fosforo, vitamina D, vitamina C, tutte sostanze responsabili della protezione meccanica, dell'elasticità e tonicità delle cartilagini articolari, dell'integrità dei tessuti connettivi e della struttura delle ossa, grazie alle loro proprietà condro-osteo-protettrici, utili per contribuire alla formazione di tessuti connettivi normali, assicurare le fisiologiche funzioni di cartilagini, tendini e legamenti, sostenere una corretta mineralizzazione ossea e contrastare l'osteoporosi, oltre a ridurre i sintomi dolorosi delle sindromi articolari e muscolari come la fibromialgia e le sindromi cefalalgiche.

Artiglio del diavolo
Artiglio del diavolo
Oltre a ciò, si può intervenire con composti funzionali vegetali selezionati per le loro proprietà antinfiammatorie e antalgiche, come Basilico santo, Salvia officinale, Curcuma, Boswellia, Artiglio del diavolo (Harpagophytum), Salice bianco, Zenzero, Scutellaria, Withania, Spirea, Ribes nero, Uncaria, Mirra, dalle spiccate proprietà antinfiammatorie, antireumatiche, analgesiche, antiossidanti, utili per alleviare gli stati di tensione localizzati, favorire la funzionalità articolare, mitigare la sintomatologia dolorosa a carico delle articolazioni, in particolare in presenza di artrosi e artrite, e dell'apparato muscolo-scheletrico, come tendiniti, osteo-artriti, malattie infiammatorie croniche.
Anche l'estratto di Vite Canadese (Ampelopsis weitchii, o A. veitchii) si è dimostrato un valido coadiuvante per contrastare le sindromi infiammatorie localizzate alle articolazioni e ai tessuti connettivi, sindromi reumatiche su base infiammatoria in genere, come rimedio contro l'indurimento fibroso di tendini e legamenti.

I trattamenti locali coadiuvanti possono servire a ridurre l'infiammazione e la dolorabilità del rachide cervicale, mediante applicazione e relativo lieve massaggio con pomate a base dei fitoterapici quali Arnica, Cajeput, Zenzero, Capsicum (peperoncino), che esercitano un'azione riscaldante che favorisce la fisiologica distensione della zona interessata all'infiammazione e/o alla contrattura. Consigliata anche l'applicazione locale di pomate a base di Rosmarino, Spirea, Boswellia, Lavanda, Salice, Artiglio del diavolo, Mirra, Aloe vera, Canfora, Arancio amaro, Ippocastano, Cannella, che esercitano un'azione antinfiammatoria, analgesica, lenitiva, antiedemigena, che dà sollievo alle parti trattate.

Arnica
Arnica
Può giovare inoltre l'applicazione di gel termici o cerotti autoriscaldanti, e inoltre di fasce cervicali, alternative alla tradizionale borsa dell'acqua calda, contenenti semi di Grano, di Lino, d'Uva, o noccioli di Ciliegie, le quali, riscaldate in forno o al microonde, contribuiscono con un calore terapeutico costante e asciutto ad alleviare le contratture dei muscoli cervicali, contribuendo a lenire i dolori e a dare una sensazione di benessere e relax.

Si possono inoltre utilizzare particolari cerotti senza farmaco, da applicare localmente alla zona cervicale (e non solo), indicati per alleviare il malessere e il dolore nei casi di problematiche articolari del rachide cervicale (cervicalgia), contratture muscolari localizzate, associate ad eccessivi accumuli di acidosi tissutale (accumuli di acido lattico), mediante un'azione mio-rilassante e lo stimolo dell'azione analgesica endogena, che sfrutta la riflessione (con i biossidi metallici) degli infrarossi emessi dal corpo, particolarmente in presenza di una infiammazione, determinando un aumento del microcircolo superficiale cutaneo che ristabilisce l'equilibrio fisiologico e allevia gli stati dolorosi a livello osteoarticolare.

Dott.ssa Marina Multineddu

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