L'Opuntia ficus indica, o Fico d'India, è una pianta succulenta arborescente, alta fino a 4-5 metri, originaria del Messico, da cui si diffuse in tutto il centro-America fin dai tempi dei Maya, degli Aztechi e degli Incas, che la consideravano una pianta sacra. Ancora oggi, il Fico d'India è rappresentato nello stemma Messicano.
Attualmente l'Opuntia ficus indica è naturalizzata in tutte le zone temperate del continente americano, in Africa, Asia, Oceania e nelle regioni calde del bacino del Mediterraneo, dove cresce selvatica su pendici aride e assolate, o a formare siepi invalicabili che fungono da frangivento e costituiscono un ostacolo al propagarsi degli incendi.
Il Fico d'India ha una struttura particolare, caratterizzata da ampie spate oblunghe ed appiattite, spesse e carnose, dette cladodi o pale, di colore verde glauco, a cui è impropriamente attribuito il nome di foglie: si tratta invece di fusti metamorfosati, che operano la fotosintesi clorofilliana vicariando la funzione delle vere foglie, che si sono trasformate nelle coriacee e pungenti spine coniche di 1-2 centimetri, di cui le pale sono disseminate, costituendo una difesa contro i predatori.
La superficie dei cladodi (le pale) è ricoperta da una spessa cuticola cerosa che ha il compito di limitare le perdite idriche, per resistere al calore a alla siccità nei climi caldi e aridi del loro habitat; sia sui cladodi sia sui frutti sono ben visibili numerosi mazzetti di piccole spine, dette glochidi, dotate sulla cima di piccoli uncini che, a contatto con la pelle, si ancorano saldamente rendendone difficile la rimozione. Esistono anche varietà di Opuntia ficus indica inermi, cioè privi di spine coriacee, ma non dei glochidi, che sono sempre presenti.
Il Fico d'India trova un habitat particolarmente favorevole in Sardegna, Puglia, Calabria e Sicilia, dove è oggetto di coltivazioni, come in Spagna e Nord Africa, per lo sfruttamento dei suoi frutti commestibili, dalla polpa dolce, ricca di minerali, soprattutto calcio e fosforo, e vitamina C.
Ovunque, infatti, i frutti sono usati nell'alimentazione umana, allo stato fresco come frutta, o come gelatina, privandoli dei semi con un passino, o per produrre succhi, liquori e sciroppi.
I frutti di scarto e i cladodi sono utilizzati per l'alimentazione dei bovini e soprattutto dei suini, che non temono le loro piccole spine (i glochidi).
Non bisogna eccedere nel consumo dei frutti, poiché l'abbondanza dei loro semi legnosi può formare nell'intestino crasso un bolo molto compatto, che può causare
stipsi, se non addirittura un blocco intestinale.
I giovani cladodi sono conosciuti col nome di Nopal (dall'antico termine in lingua azteca "nopalli", che significa foglie), e sono utilizzati nella cucina messicana allo stato fresco come verdura, una volta ripuliti dalla cuticola e dalle spine, oppure dopo cottura o conservazione in salamoia, aceto, o canditi, come confettura, succo o dopo essiccazione.
Proprietà e Indicazioni
La
droga, ossia la parte di pianta contenente i principi attivi officinali, è costituita dai fiori e dalla polpa gelatinosa contenuta nelle pale.
Il Nopal è una fonte di fibre insolubili e solubili, mucillagini, pectina, vitamine A e C, vitamine del gruppo B, aminoacidi, e numerosi minerali fra cui calcio, magnesio, ferro, potassio.
La polpa disidratata dei cladodi ha un alto contenuto di opuntiamannano, ricco di
polisaccaridi, al quale si deve la proprietà di legare i grassi e i carboidrati ingeriti, rendendoli così meno assimilabili per l'organismo. L'Opuntiamannano, insieme alla pectina, conferisce anche un senso di sazietà, contribuisce a ridurre la quota di zuccheri nel sangue evitando i picchi
glicemici, e a mantenere livelli adeguati di
colesterolo e
trigliceridi.
Le fibre mucillaginose riducono l'eccessiva acidità gastrica, fungendo da gastroprotettive, antinfiammatorie e
cicatrizzanti; favoriscono la
peristalsi e facilitano il fisiologico funzionamento dell'intestino, agendo da blando
lassativo e riducendo il rischio di
diverticolosi,
diverticolite,
emorroidi e
ragadi.
I fiori sono utilizzati tradizionalmente per la loro azione
diuretica, ma recenti studi attribuiscono loro lievi proprietà
antispasmodiche del tratto intestinale, e una riduzione dei disagi connessi all'
ipertrofia prostatica benigna.
Il Nopal è indicato come coadiuvante nel trattamento del sovrappeso e dell'obesità, sia per la sua azione saziante che facilita il mantenimento della dieta, sia perché riduce l'assimilazione di grassi e carboidrati; è consigliato anche nei disordini metabolici quando sia necessario controllare l'equilibrio glicemico e/o ridurre il colesterolo e i trigliceridi, nelle infiammazioni dello stomaco, nella stipsi, anche in presenza di diverticoli,
emorroidi o ragadi.
Il succo ottenuto dalla spremitura dei cladodi ha un uso tradizionale nei disturbi del fegato come disintossicante, ma è utilizzato soprattutto per uso esterno come
emolliente, idratante, lenitivo, per pelli secche ed irritabili.