La
droga è costituita dalle sommità fiorite di Tanacetum parthenium, o Chrysanthemum parthenium Bernh. (fam. Compositae), pianta erbacea perenne alta da 30 a 80 centimetri, dall'odore penetrante e sgradevole, che cresce lungo i viottoli di campagna, nelle vicinanze delle case, sulle macerie; originario dell'Asia Minore, oggi è variamente distribuito in Italia. Il suo nome deriva dal greco "parthenos"(vergine) e ne indicava l'impiego nelle affezioni ginecologiche.
Le sommità fiorite si raccolgono in luglio-agosto, prima che sfioriscano; si fanno essiccare all'ombra e si conservano in sacchetti di carta o tela.
Proprietà e Indicazioni
Precauzioni d'uso
Per la sua azione
emmenagoga ne è sconsigliato l'uso in gravidanza, allattamento e nell'infanzia. Anche l'usanza di masticare le foglie fresche è da sconsigliare, poiché può provocare ulcerazioni della mucosa della bocca e irritazione gastrica; è necessaria cautela anche in caso di
gastrite, ulcera,
colite ulcerosa, malattia di Crohn, e durante terapie anticoagulanti. La somministrazione della pianta è inoltre controindicata in quei soggetti che presentano allergie alle piante della famiglia delle Asteracee. Si deve evitare anche la contemporanea assunzione di Partenio in associazione a terapie antinfiammatorie di sintesi.