L'Iris, Iris florentina (sinonimi I. germanica var. florentina, I. germanica subspecies albicans, I. albicans, I. officinalis), chiamata anche Giaggiolo per la colorazione bianca con riflessi azzurrini che ricordano un ghiacciolo del suo fiore, è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Iridaceae, dotata di un fusto sotterraneo detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi.
E' originaria dell'Asia minore, ma si è ben acclimatata in Europa nelle regioni collinari, dove cresce spontanea fino ai 1000 metri di altitudine, ed è largamente coltivata anche in numerose cultivar e ibridi dai diversi colori, a scopo ornamentale, medicinale e per realizzare profumi.
E' una pianta rustica, alta 40-90 cm con foglie larghe dalle nervature parallele, grandi fiori peduncolati bianchi venati d'azzurro, che raramente producono semi, essendo la propagazione della pianta affidata alla via vegetativa tramite i rizomi.
Vegeta bene in qualsiasi terreno preferibilmente aperto e soleggiato, anche nelle scarpate e giardini rocciosi; sopporta sia basse che alte temperature e la siccità.
Il nome del genere Iris è dedicato a Iride, la messaggera degli dei della mitologia greca il cui nome deriva da quello dell'arcobaleno, infatti i fiori si possono presentare in numerose colorazioni come il blu, il viola, il giallo e altri, in base alle varie specie e varietà, mentre l'appellativo di genere florentina fa riferimento alla città di Firenze, poiché fin dal medioevo l'Iris è diventato lo stemma di Firenze, la Florentia latina.
L'Iris ha origini millenarie e pare fosse nota già agli antichi Egizi; in Europa in passato il suo rizoma era usato per profumare la biancheria.
L'eleganza del fiore dell'Iris ha ispirato molti pittori, da Botticelli a Monet, e sono numerose le opere dedicate a questa pianta, tra le più note i famosi Iris di Van Gogh.
Proprietà e Indicazioni
La caratteristica principale dell'Iris florentina risiede nel suo rizoma, dal quale si estrae un
olio essenziale utilizzato in profumeria per la sua caratteristica fragranza simile alla violetta, che si sprigiona solo dopo l'essiccazione del rizoma, mentre da fresco emana un odore aspro poco gradevole.
Dal rizoma essiccato si ottiene anche una polvere di colore beige, detta "polvere d'Ireos" con proprietà aromatizzanti, utilizzata in campo erboristico, farmaceutico e cosmetico come idratante, esfoliante, lenitivo,
cicatrizzante, assorbente, indicato per le pelli grasse e impure, per la realizzazione di ciprie opacizzanti per regolare l'
equilibrio idrolipidico della pelle, per prodotti per il make-up, creme, detergenti, maschere e scrub per il viso, saponi, deodoranti, maschere per capelli e shampoo a secco, dentifrici sbiancanti, per profumare sali da bagno e come fissativo nei profumi, dei quali esalta le fragranze e prolunga la durata.
Oltre al consueto e apprezzato uso cosmetico, l'Iris è utilizzato come infuso o decotto della radice anche per le sue proprietà
espettoranti, rinfrescanti e
antisettiche, utili in presenza di sintomi influenzali e catarro bronchiale, come fluidificante delle secrezioni bronchiali e contro la tosse.
Il decotto può essere utilizzato per fare gargarismi e sciacqui per le infiammazioni delle mucose orali, per l'acidità gastrica; applicato sulla pelle è inoltre utile per favorirne la rigenerazione cellulare e lenire le irritazioni e in
menopausa contro macchie e ispessimenti della pelle, rilassamento cutaneo e perdita di tonicità.
Il rizoma, di cui si producono annualmente in Italia circa 25-28 tonnellate, principalmente in Toscana, viene raccolto e lavorato con tecniche quasi totalmente manuali e artigianali tramandate da secoli, ed è poi venduto ed esportato in tutto il mondo, in particolare verso le distillerie di Francia, Svizzera e Germania per la produzione dell'estratto destinato all'industria profumiera, cosmetica ed erboristica, e anche per ricavare distillati per la produzione di alcolici: già i Greci e i Romani li utilizzavano per fissare gli aromi delle bevande alcoliche, come avviene anche attualmente per la preparazione del Gin, del quale mantiene intatti gli aromi delle varie erbe utilizzate, fra cui le bacche di
Ginepro.
Di recente la regione Toscana ha inoltrato la domanda per ottenere l'IGP (Indicazione Geografica protetta), per tutelare una eccellenza tipica della Toscana e per procedere oltre che alla coltivazione, anche alla produzione dell'estratto.