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Trifoglio

Trifoglio
Il Trifoglio dei prati, Trifolium pratense, chiamato anche Trifoglio rosso, Trifoglio violetto, Trifoglio comune, o anche Moscino, è una pianta erbacea perenne, alta circa 40 centimetri, appartenente alla famiglia delle Leguminosae (sinonimo di Papilionaceae e di Fabaceae), diffusa come pianta foraggera in Europa, Asia, America e Nord Africa.
Come indica il nome Trifoglio, le foglie sono composte da tre foglioline ovali; i fiori, di colore rosa porporino o violetto, sono riuniti in infiorescenze a capolino globoso; i frutti sono legumi di forma ovale e compressa; le radici a fittone sono robuste, molto allungate e profonde.
Resistente e adattabile a tutti i tipi di terreno, è una pianta che cresce bene anche in montagna fino a quasi 3000 metri di altitudine; teme l'eccessiva siccità, per cui nei climi caldi è necessario un apporto di acqua regolare, senza però causare ristagni che sarebbero altrettanto dannosi.
Oltre che come ottima foraggera per il bestiame, tanto che era definita dai contadini "pane da latte", è utile nella rotazione delle colture per arricchire il terreno di azoto, tramite i tubercoli radicali che ospitano in simbiosi i rizobi (rhizobium, dal greco rhiza = radice e bios = vita), costituiti da batteri simbionti azoto-fissatori, capaci cioè di trasformare l'azoto atmosferico presente nell'aria in forma gassosa, in una forma facilmente assimilabile per le piante.
L'interesse come pianta officinale è dovuto alla scoperta, fatta nella prima metà del 1900, della presenza nel Trifoglio rosso di sostanze vegetali con proprietà estrogeniche, in concomitanza alla scoperta degli ormoni femminili da parte del biochimico tedesco Adolf Butenandt (1903-1995), studi per i quali ricevette il premio Nobel per la chimica.


Proprietà e Indicazioni



La droga, cioè la parte di pianta dotata di proprietà officinali, è costituita dalle parti aeree, che contengono sali minerali, vitamine, saponine, polifenoli, flavonoidi, e soprattutto quattro importanti fitoestrogeni, gli isoflavoni biochanina, formononetina, genisteina e daidzeina.
Essi esplicano nel complesso una intensa attività fitoestrogenica, indicata per rallentare l'invecchiamento di cute e mucose e per contrastare i sintomi sgradevoli della menopausa. In particolare, il Trifoglio trova indicazione per mitigare le vampate di calore, la depressione e l'umore mutevole, ostacolare l'osteoporosi, la tendenza alle iperlipidemie e alla ritenzione idrica, e, per la proprietà di fluidificare il sangue, per ridurre la maggiore incidenza nella donna in menopausa di malattie cardiovascolari.
La medicina popolare utilizzava già il Trifoglio rosso sotto forma di infuso per regolare le mestruazioni, per le affezioni dell'apparato respiratorio, e, per uso esterno, per il trattamento delle affezioni della pelle.


Precauzioni d'uso



L'uso del Trifoglio è controindicato durante la gravidanza, l'allattamento e nell'infanzia. Non deve essere associato a terapie farmacologiche anticolagulanti o ad estrogeni di sintesi.
Trifoglio


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