Il Cedro, Citrus medica, è una pianta appartenente alla famiglia delle Rutaceae, il quale, insieme al Pomelo e al Mandarino, è considerato una delle tre specie capostipite da cui discendono tutti gli agrumi attualmente conosciuti.
Il nome Citrus in qualità di genere entra nella nomenclatura botanica moderna nel 1735 ad opera di Linneo (il grande botanico svedese Carl von Linné, italianizzato in Carlo Linneo, e latinizzato in Linnaeus), il grande riformatore della moderna sistematica degli esseri viventi, che ideò il metodo di classificazione binomia, assegnando a ogni essere vivente, animale o vegetale, due nomi: uno scritto maiuscolo per il genere, nel nostro caso "Citrus", e uno minuscolo per la specie, nel nostro caso "medica".
Il nome Cedro tuttavia è molto più antico: se ne ritrovano cenni nella letteratura classica, in cui Citrus designa quella pianta e quel frutto che segna l'ingresso degli agrumi nella vita dell'uomo, Greco o Romano; anche Plinio il Vecchio citò il Cedro nella sua opera enciclopedica "Naturalis historia" (77 d.C.) chiamandolo "mela assira", e ai quei tempi esso era chiamato anche "pomo di Persia", ma non erano note le sue proprietà alimentari; il Cedro inoltre è il frutto che il poeta Virgilio nomina nella sua opera "Le Georgiche". Attualmente il nome Citrus designa genericamente gli Agrumi, termine che deriva dal latino "acris" = acidulo, da cui nel tardo latino derivò il nome acrumen, che in seguito in italiano divenne agrume, a designare tutte le numerose specie di Agrumi.
La pianta può assumere aspetto arbustivo o di piccolo alberello dal portamento irregolare, rami dotati di lunghe spine aculeate, che costituiscono un carattere differenziale rispetto al
Limone. Le foglie sono piuttosto grandi, 15-20 cm, di colore verde scuro, fornite di ghiandole oleifere contenenti un olio essenziale dal profumo caratteristico; i fiori sono grandi, bianchi, molto profumati, rosa-lilla quando sono in boccio, riuniti in infiorescenze di 3-12 fiori; il frutto è l'
esperidio tipico degli agrumi, di grandi dimensioni, variabile da 500-600 g fino a 1,5-2,0 kg (Citrus medica var. maxima), lungo 20-30 cm, di forma sferica o ovale, con scorza spessa, dura, liscia o rugosa, lucida, picchiettata da numerose ghiandole oleifere nello strato più esterno colorato detto flavedo (dal latino flavus = biondo), sotto il quale si trova un più o meno spesso strato spugnoso bianco, detto albedo (dal latino albus = bianco), che può costituire fino al 70% dell'intero frutto, ricco di pectine e
flavonoidi, all'interno del quale si trova la polpa commestibile suddivisa in 5-12 spicchi per il residuo 20-30%, dal sapore acidulo e leggermente amarognolo, che infatti difficilmente è consumato fresco, salvo alcune varietà particolari.
Il frutto assume dimensioni, forma e aspetto differenti, talvolta molto caratteristici, secondo la cultivar: sferico o ovale, con la scorza liscia, o molto rugosa e bitorzoluta, o, come nel Cedro digitato o Mano di Budda (Citrus medica varietà sarcodactylus), coltivato esclusivamente a scopo ornamentale poiché produce frutti gialli dalla buccia spessa, pressoché privi di polpa, con la parte apicale suddivisa in numerose sezioni fusiformi appuntite, corrispondenti ciascuna ad uno spicchio del frutto, che ricordano le dita di una mano.
Originario dell'Asia sud-orientale, il Cedro attualmente è diffuso anche in Italia nelle regioni meridionali, particolarmente in Calabria (98% della produzione nazionale), nella cosiddetta "riviera dei Cedri", dove è privilegiata la coltivazione della cultivar Cedro liscio Diamante, probabile mutazione originatasi in Calabria in località Diamante (CS), da cui prende il nome, e destinato alla canditura; mentre in Sicilia è tipica la varietà "vozza vozza", dal frutto molto bitorzoluto e caratterizzato da una polpa a bassa acidità che ne consente il consumo al naturale. Il Cedro sembra giunto in Italia nel III secolo a.C. ad opera delle popolazioni ebraiche (Cedro giudaico, Citrus medica var. Ethrog dall'albedo succoso commestibile), presenti in molte colonie della Magna Grecia, che lo utilizzavano per le ricorrenze religiose.
Proprietà e Indicazioni
Il Cedro fresco contiene pochissime calorie, 11 Kcal per 100 grammi, ma poiché esso è solitamente consumato candito, in tale stato apporta circa 190 kcal/100 g, a causa dell'alto contenuto di carboidrati, zuccheri semplici in particolare; esso contiene inoltre fibre,
sali minerali quali
calcio e
sodio,
vitamine, soprattutto C e B1, e una notevole quantità di
flavonoidi, in particolare esperidina, e olio essenziale.
L'olio essenziale si estrae dalle ghiandole oleifere presenti nella parte colorata della scorza, il flavedo. Esso tende a degradarsi con facilità divenendo torbido: per ovviare a questo inconveniente l'olio essenziale viene estratto principalmente da una particolare varietà di Cedro, il Citrus medica citrea gibocarpa, o Cedrina, utilizzato esclusivamente per l'estrazione dell'olio essenziale, costituito prevalentemente da limonene, citrale, e terpeni, e che rimane stabilmente limpido.
La produzione del Cedro è quasi totalmente destinata all'industria alimentare, cosmetica, farmaceutica ed erboristica per le sue proprietà officinali.
Gli steroli contenuti nell'albedo degli agrumi, e quindi anche del Cedro, contribuiscono a contrastare l'eccesso di
colesterolo: poiché tuttavia il suo consumo al naturale è ostacolato dal sapore acidulo ed amarognolo, se ne può favorire l'uso mescolandolo alle insalate, affettando sottilmente il frutto con tutta la scorza (albedo e flavedo), anche miscelato ad altri agrumi.
Consumato fresco ha proprietà
antiossidanti, digestive e
carminative, riequilibra l'acidità gastrica, apporta una notevole quantità di fibre che agevolano le funzioni intestinali; per il suo basso contenuto calorico, il basso indice
glicemico e la capacità saziante è consigliato durante le diete dimagranti, inoltre favorisce la
depurazione dell'organismo stimolando la
diuresi, specie se consumato come spremuta o centrifugato.
In cosmetica il cedro è assai utilizzato per la sua gradevole e fresca profumazione e le proprietà depurative per la pelle e il cuoio capelluto, per la produzione di bagnoschiuma, shampoo, saponi, eau de toilette, profumi, creme per il corpo, sacchetti profuma-biancheria; come ingrediente delle maschere capillari favorisce la crescita dei capelli mantenendo un cuoio capelluto sano, specie in presenza di untuosità, con una migliore ossigenazione dei bulbi piliferi.
Nei profumatori di ambienti la sua fragranza svolge anche una funzione repellente contro le zanzare; nei profumatori per cassetti e armadi ha anche un'azione antitarme.
L'olio essenziale è utile per trattamenti locali anticellulite, miscelato ad un olio vettore neutro, ad esempio l'olio di
Mandorle dolci, oppure specifico come l'olio cosmetico di
Edera, che aggiunge un'azione elasticizzante e antismagliature; qualche goccia in un pediluvio insieme al sale da cucina dona sollievo ai piedi e li deodora rinfrescandoli e ammorbidendoli.
In cucina il Cedro è utilizzato per la produzione di canditi per dolci da forno come il panettone e la colomba pasquale, e inoltre per bibite analcoliche (cedrata), infusi, marmellate; dal flavedo infuso nell'alcool si prepara il liquore di Cedro.
Precauzioni d'uso
L'olio essenziale non deve essere utilizzato puro sulla pelle; inoltre è controindicato in gravidanza, allattamento e nell'infanzia.