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Santoreggia

Santoreggia
La Santoreggia (Satureja spp.) appartiene alla famiglia delle Lamiaceae (o Labiatae) ed è utilizzata come erba aromatica commestibile e officinale soprattutto nelle due diverse specie Satureja montana e Satureja hortensis, che hanno proprietà simili, seppure differiscano leggermente in qualche caratteristica botanica e nelle preferenze dell'ambiente di crescita.

La Satureja hortensis è una pianta erbacea annuale che forma un cespuglietto alto circa 30 cm, con asse fiorale allungato dai fiori rosati, di colore verde meno intenso rispetto alla Satureja montana, pianta erbacea perennante alta fino a 50 cm, che ha un aspetto più rigoglioso e verde brillante, con fiori bianchi o rosati, con fusti legnosi solo alla base che conservano gemme svernanti, che germoglieranno all'arrivo della bella stagione.

L'etimologia del nome di genere Satureja è incerta e pare derivare da satum = seminato, o dal greco sàtyros = satiro, alludendo alle presunte proprietà afrodisiache attribuitele dagli antichi Greci, che l'avevano dedicata a Dioniso, mentre i romani la dedicarono a Bacco; oppure dall'arabo s'àtar, il nome di molte piante; o ancora da saturejum derivato da satura = salsa, intingolo, mescolanza di molti ingredienti diversi, o ancora sazio, in riferimento alle sue proprietà digestive e aromatizzanti.

Il nome di genere hortensis e montana fanno riferimento ai luoghi di crescita, negli orti e giardini la prima, o ad altitudini fra i 1000 e i 1400 metri e più adatta ai luoghi freddi la seconda. Entrambe sono piante rustiche che crescono spontanee o coltivate anche su terreni poveri e calcarei, ma prediligono luoghi soleggiati.

La Satureja hortensis, o Satureja annua, è più conosciuta e maggiormente utilizzata in cucina come erba aromatica dal sapore più delicato, è chiamata anche Santoreggia estiva o domestica, e nota anche come "erba pepe"; le foglie sono utilizzate come infuso e come condimento.
In Italia è diffusa come specie coltivata al Nord e al Centro, e in Sicilia come specie sub-spontanea.
Nell'orto è buona norma associarla agli altri ortaggi poiché sembra proteggerli dagli afidi, che sembra siano respinti dal suo aroma intenso.

Abbinata ad altre essenze aromatiche e odorose, come Neem, Melaleuca (Tea Tree oil), ecc. può essere utile, in soluzioni spray, per allontanare dall'ambiente le zanzare e gli acari della polvere, spruzzando di frequente la soluzione su tessuti, materassi, divani, tappeti, e come deodorante e purificante per le calzature.

La Satureja montana ha un gusto più piccantino e saporito, ha aspetto cespuglioso con la parte aerea costituita da fusti eretti, numerosi, con sezione quadrangolare, foglie sessili (prive di picciolo), opposte, con la superficie ricoperta da ghiandole oleifere. In Italia cresce da Nord a Sud, escluse la Val d'Aosta, alcune regioni del Nord-Est e le isole maggiori.
La Santoreggia montana è ambita dalle api, che producono un miele monoflorale particolarmente apprezzato.


Proprietà e Indicazioni



La Santoreggia è una pianta officinale commestibile dal forte odore aromatico, usata anche come condimento.
La parte officinale è costituita dalle foglie, dalle sommità fiorite e dall'olio essenziale in essi contenuto.
L'olio essenziale contiene carvacrolo, timolo, linalolo, carvone, borneolo, sotanze fenoliche, resine, tannini, mucillagini.

La Santoreggia ha proprietà antisettiche, espettoranti, carminative, stomachiche, stimolanti dell'appetito, digestive, utili per il benessere intestinale, i disturbi gastrici, per eliminare i gas intestinali.
L'infuso è usato come dopo pasto per favorire la digestione; il vino aromatizzato con Santoreggia è utile come bevanda digestiva dopo pasto.

La Santoreggia è indicata inoltre per il benessere di naso e gola e la funzionalità delle prime vie respiratorie, contro mal di gola, raucedine, tosse, per l'azione antisettica, balsamica e espettorante, sia mediante infuso o estratto liquido, che tramite l'olio essenziale, che può essere anche incapsulato per formulare integratori, da solo o con altri oli essenziali in associazione sinergica.

Per uso esterno la Santoreggia è utilizzata tradizionalmente per bagni tonificanti e stimolanti contro la stanchezza; per pediluvi rinfrescanti, purificanti e deodoranti; come antisettica e astringente per le pelli impure; nella formulazione di pomate per alleviare i dolori articolari.

Nella pratica domestica l'infuso delle sommità fiorite è usato per risolvere piccole ulcere della bocca e della gola.
L'infuso frizionato sul cuoio capelluto migliora lo stato dei bulbi piliferi, e purifica la cute: con le stesse finalità la Santoreggia entra nella composizione di shampoo, lozioni e fiale rinforzanti per capelli, per contrastarne la caduta eccessiva.

A scopo alimentare si utilizzano le foglie fresche o essiccate e sminuzzate, e l'olio essenziale, come condimento: il sapore ricorda gli aromi di Timo e Maggiorana, e si usa per aromatizzare pesci e carni alla griglia o al forno, per marinature di spezzatini, per cereali, legumi dei quali aiuta la digestione e riduce la propensione a produrre gas intestinali, per insaccati, uova, salse e formaggi, per zuppe e minestre, per aromatizzare insalate con patate.
La Santoreggia è usata anche in liquoreria per preparare liquori e aceti aromatici; tipici sono gli amari calabresi, che utilizzano le varietà che crescono in Aspromonte e nella Sila.
Santoreggia


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