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Cisto rosso

Cisto rosso
Il Cisto rosso, Cistus incanus, sinonimo Cistus creticus, conosciuto anche come Cisto rosa, Cisto villoso, Cisto di Creta, è un piccolo arbusto spontaneo appartenente alla famiglia delle Cistaceae, conosciuto fin dai tempi di Teofrasto, il botanico greco discepolo di Aristotele.
Ha portamento eretto e sviluppo dai 30 cm fino al metro di altezza, cespuglioso, fittamente ramificato, con aspetto tomentoso per la presenza di una fitta peluria glandolare, rami giovani fittamente lanosi, da cui il nome villoso (peloso).

Il suo nome di genere Cistus deriva dal greco kystis, cioè vescichetta o scatoletta, con riferimento all'aspetto del frutto maturo, una capsula deiscente coperta di peluria, che aprendosi di scatto lancia lontano i piccoli semi poliedrici reticolati, di colore marrone paglierino, favorendo l'inseminazione a distanza dalla pianta madre; quello di specie incanus, bianco o canuto, probabilmente fa riferimento all'aspetto biancastro delle foglie tomentose (ricoperte di peluria).
Il sinonimo di specie creticus, lo identifica come Cisto di Creta, forse in considerazione del fatto che è assai diffuso a Creta e nelle zone insulari.

Il Cisto rosso è un arbusto legnoso, sempreverde per mezzo di gemme perennanti poste a varia altezza dal suolo, con foglie opposte dalla superficie rugosa di colore verde Salvia (cui somigliano), ovali con margine ondulato e brevi piccioli, cosparse di peluria biancastra, grigiastre nella pagina inferiore.

Il Cisto rosso fiorisce da marzo a giugno, con fiori solitari o a gruppi di 2-3, grandi e vistosi ma effimeri, dalla corolla di colore rosa intenso, dai petali tondeggianti, increspati e papiracei, profumati con odore dolciastro, con al centro numerosi stami gialli alquanto visibili che producono abbondante polline per attirare gli insetti prònubi.

Il Cisto rosso è considerato entità indigena tipica del Mediterraneo Orientale, diffusa dagli 800 fino a 1000 metri di altitudine nella penisola italiana (eccetto le regioni più a nord), in particolare nelle isole Sardegna e Sicilia, e in Grecia, Dalmazia, Asia minore, Palestina, ma è assente in Francia e nella penisola Iberica.

Il suo habitat è costituito dalle macchie e garighe dal suolo degradato, dalle zone aride e rocciose e dalle dune costiere stabilizzate dalla presenza di vegetazione.
Il Cisto rosso predilige posizione soleggiata, spesso molto esposta a grande irraggiamento, condizione che sottopone le piante a notevoli stress ambientali; non ha particolari esigenze dal punto di vista del substrato, poiché vegeta bene su terreni sassosi e poveri.
Molto resistente alla siccità, può superare anche gli incendi per la grande vitalità dei semi, che sono capaci di ripopolare i terreni devastati dal fuoco. Nelle zone in cui vegeta e prospera bene, come in Sardegna, è spesso utilizzato come esca per avviare il fuoco nei camini o nei forni a legna.


Proprietà e Indicazioni



Le condizioni climatiche ambientali stressanti, di natura fisica o chimica ("stress abiotici"), cui è soggetto il Cisto rosso, specialmente nei periodi estivi quando l'elevato irraggiamento lo sottopone ad alte temperature associate a prolungate carenze idriche e forte siccità, inducono nelle piante notevoli stress foto-ossidativi, che causano la produzione in eccesso di radicali liberi (ROS - Specie Reattive dell'Ossigeno), da cui le piante stesse si difendono con la produzione di enzimi antiossidanti, principalmente SOD (SuperOssidoDimutasi), e diversi altri metaboliti secondari quali i polifenoli, che proteggono le piante dallo stress ossidativo e sono in grado di neutralizzare i radicali liberi e l'invecchiamento delle sue cellule.

I polifenoli, composti antiossidanti vegetali che difendono le piante del Cisto rosso, esercitano effetti fitoterapici positivi anche sull'uomo, per cui la particolare disponibilità di tali composti bioattivi nel Cisto può supportare le naturali difese dell'organismo umano, favorire la funzionalità delle vie respiratorie, e perciò rappresentare una fonte di molecole bioattive per lo sviluppo di nuovi estratti fitoterapici che agiscano come difesa per la salute, specialmente per l'attività antimicrobica individuata da studi recenti, che si è rivelata utile in particolare anche nei confronti delle infezioni epidermiche, indotte da lieviti come la Candida o batteriche.

L'analisi della composizione dei polifenoli del Cisto rosso, completata solo nel 2016, ha rilevato la presenza di proantocianidine, catechine, gallocatechine, tannini, flavonoli.
La particolare ricchezza e varietà di polifenoli contenuti nel Cisto ha dimostrato di possedere una grande attività dal punto di vista biologico e di esplicare notevoli effetti antiossidanti.
Proprio i polifenoli sembrano essere i composti bioattivi responsabili dell'attività antibatterica osservata negli estratti di Cistus incanus, con particolare riferimento a un effetto sinergico di tutte le componenti bioattive contenute nell'intero fitocomplesso, piuttosto che a molecole singole.

Il fitocomplesso del Cisto varia secondo le parti della pianta utilizzate a scopo fitoterapico.
L'estratto acquoso delle parti aeree è ricco di polifenoli antiossidanti e flavonoidi capillaro-protettori, in particolare acido protocatechico, kaempferolo, flavanoli, mirecetin-galattoside, mirecetin-ramnoside, quercetin-pentoside, epigallocatechine-gallato, acido gallico, rutina, proantocianidine.

L'essudato dei peli ghiandolari delle foglie, resina o gommoresina, che si ottiene facendo bollire le parti apicali delle piante, contiene sostanze terpeniche, pineni fra cui canfene, cimene, sabinene, eugenolo, geraniolo, miricene, ed altri terpeni.
L'essudato resinoso è chiamato anche làdano (o làbdano, contenuto in modo particolare nel Cistus ladanifer, dai fiori bianchi), una delle prime sostanze aromatiche conosciute del mondo antico, quando era considerata molto pregiata anche per il difficile metodo di prelievo che nei tempi passati avveniva asportandola dal mantello delle capre, che pascolando fra i cespugli di Cisto si impregnava del suo essudato resinoso appiccicoso: alla tosa del mantello, esso veniva immerso in acqua bollente, per separare la resina dal pelo.

Il làbdano (da non confondere con il làudano, macerato di oppio in alcool, antispastico e antidolorifico), utilizzato da secoli come ingrediente di profumi e come incenso per il suo profumo caldo e ambrato, svolge un'azione positiva sulla funzione digestiva e la fluidità delle secrezioni bronchiali, ed è tradizionalmente usato per combattere infezioni, tosse, reumatismi, per la sua azione antivirale, regolatrice immunitaria, astringente ed emostatica.

Recenti indagini farmacologiche hanno confermato le proprietà attribuite anticamente al Cisto per la massiccia presenza di polifenoli e flavonoidi, responsabili dell'azione antiossidante, antinfiammatoria, antisettica, immunostimolante, utile contro infezioni batteriche a carico dell'apparato respiratorio e virali come i disturbi di natura influenzale, con una evidente riduzione della gravità e durata media dei sintomi a carico delle vie respiratorie superiori, come la diminuzione della tosse in intensità e durata, la febbre, e la dolorabilità diffusa.

Nella tradizione popolare il Cistus incanus era utilizzato anche per uso esterno, e per le sue proprietà antinfiammatorie e antisettiche è indicato per favorire la cicatrizzazione delle ferite, per risolvere problemi cutanei di diversa natura, come le pelli impure, le cuti sensibili e facilmente irritabili, o soggette a dermatiti.

Per il suo effetto detossinante e antiossidante, il Cisto trova impiego come fattore di protezione della pelle, per evitare gli effetti dannosi dello stress ossidativo, causato da agenti esterni ambientali come vento, freddo, sbalzi di temperatura, eccessiva esposizione ai raggi solari, inquinamento, che ne anticipano il logoramento, ed è perciò impiegato come ingrediente nella formulazione di cosmetici idratanti, antirughe e antiage, che proteggono la pelle dall'invecchiamento precoce.
Cisto rosso


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